Ieri, girovagando per la rete, mi è capitato di leggere una frase illuminante: “i consigli sono una forma di nostalgia: dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quello che vale”. Bella e straordinariamente vera… non ho mai visto di buon grado chi dispensa consigli a destra e a manca, come se fosse l’unica persona a conoscere la verità assoluta… Ultimamente poi, se non sono io a richiederli espressamente, e capita moooolto di rado, mi urtano come una doccia gelata a gennaio… tutti pensano di sapere cosa sia giusto per me e si stupiscono del fatto che io sia l’unica persona a non capirlo… strano, no? Proprio io, la persona che mi conosce meglio al mondo, non riesco da sola a percorrere la strada giusta (secondo loro!). I consiglieri allora si prodigano per darmi la bussola che mi mancava (e chi l’ha detto che io non stavo felicemente vagabondando per la mia vita!), la luce che rischiara la strada (quando magari avrei preferito restarmene al buio in santa pace…)… Non è che per caso stanno cercando di riverniciare pezzi della propria vita non proprio felici per cercare di mostrarmeli come la sola via d’uscita, quasi come a voler trovare pace per gli errori che hanno fatto loro? Ognuno di noi ha la sua storia, a volte ci va stretta altre volte ci stiamo comodi, ma questo non ci autorizza a pensare che una situazione, anche se simile, di un altro possa essere risoltanello stesso identico modo che è andato bene per noi. Chi può allora darmi dei suggerimenti che siano davvero giusti per me? Solo chi ha ascoltato le mie emozioni accogliendole, chi ha annusato i miei pensieri scoprendone il profumo. Chi è riuscito a leggere tra le righe del mio essere, chi non si ferma a vedere con gli occhi, ma usa tutti i sensi per conoscermi. Chi riflette sui miei pensieri, chi accoglie le mie parole ma non si ferma al messaggio, chi ascolta le mie emozioni con il cuore. Chi può dire di riuscirci? Poche, pochissime persone. Tutto il resto del mondo CREDE di sapere tutto di me. Ma chi è sicuro di vedere troppo in realtà è cieco. Non sa. Non sa proprio niente di me. E allora, alla domanda: “Vuoi un consiglio?” rispondo: “No, grazie. So sbagliare benissimo da sola!”
Ieri, girovagando per la rete, mi è capitato di leggere una frase illuminante: “i consigli sono una forma di nostalgia: dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quello che vale”. Bella e straordinariamente vera… non ho mai visto di buon grado chi dispensa consigli a destra e a manca, come se fosse l’unica persona a conoscere la verità assoluta… Ultimamente poi, se non sono io a richiederli espressamente, e capita moooolto di rado, mi urtano come una doccia gelata a gennaio… tutti pensano di sapere cosa sia giusto per me e si stupiscono del fatto che io sia l’unica persona a non capirlo… strano, no? Proprio io, la persona che mi conosce meglio al mondo, non riesco da sola a percorrere la strada giusta (secondo loro!). I consiglieri allora si prodigano per darmi la bussola che mi mancava (e chi l’ha detto che io non stavo felicemente vagabondando per la mia vita!), la luce che rischiara la strada (quando magari avrei preferito restarmene al buio in santa pace…)… Non è che per caso stanno cercando di riverniciare pezzi della propria vita non proprio felici per cercare di mostrarmeli come la sola via d’uscita, quasi come a voler trovare pace per gli errori che hanno fatto loro? Ognuno di noi ha la sua storia, a volte ci va stretta altre volte ci stiamo comodi, ma questo non ci autorizza a pensare che una situazione, anche se simile, di un altro possa essere risoltanello stesso identico modo che è andato bene per noi. Chi può allora darmi dei suggerimenti che siano davvero giusti per me? Solo chi ha ascoltato le mie emozioni accogliendole, chi ha annusato i miei pensieri scoprendone il profumo. Chi è riuscito a leggere tra le righe del mio essere, chi non si ferma a vedere con gli occhi, ma usa tutti i sensi per conoscermi. Chi riflette sui miei pensieri, chi accoglie le mie parole ma non si ferma al messaggio, chi ascolta le mie emozioni con il cuore. Chi può dire di riuscirci? Poche, pochissime persone. Tutto il resto del mondo CREDE di sapere tutto di me. Ma chi è sicuro di vedere troppo in realtà è cieco. Non sa. Non sa proprio niente di me. E allora, alla domanda: “Vuoi un consiglio?” rispondo: “No, grazie. So sbagliare benissimo da sola!”
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