Il vecchio adagio recita: la fortuna aiuta gli audaci. E, finora, Fernando Alonso, grazie proprio alle sue qualita’, di fortuna ne aveva vista un bel po, ed e’ ammissibile dunque che abbia subito il rovinoso tamponamento di ieri, che lo ha messo incolpevolmente fuori gioco alla prima curva.
In realta’, il botto provocato da Grosjean ha fatto di piu’, modificando l’esito del Gran Premio, favorendo piloti che, mai e poi mai in condizioni normali, si sarebbero sognati di arrivare dove sono arrivati. E’ il caso di Nico Hulkenberg (Force India), che si e’ pappato la bellezza di 12 punti arrivando quarto, e delle due Toro Rosso, con Vergne ottavo e Ricciardo nono, che di punti totali ne hanno presi sei, tutti pesantissimi per la piccola costola faentina della sorella maggiore RedBull.
Me c’e’ anche chi ha pagato care le conseguenze dell’autoscontro: Alonso senza dubbio, che vede il suo vantaggio su Vettel ridursi improvvisamente da 42 a 24 punti. Hamilton (co-partecipe della carambola iniziale), e il povero Sergio Perez la cui Sauber sembrava particolarmente in palla in questo ultimo weekend. Sauber che, tra l’altro, aveva anche il pepatissimo Kobayashi schierato in prima fila che, seppur non sbattuto fuori, e’ stato enormemente penalizzato, al punto da giungere solo tredicesimo sotto la bandiera a scacchi.
Pero’, che si puo’ dire? Gli incidenti fanno parte di questo sport, cosi’ come fa parte del gioco dominare una gara in cui tutto funziona alla perfezione e perderne un’altra perche’ qualcuno ti vola sopra il casco.
Jenson Button, in tal senso, non puo’ certo lamentarsi. Aveva arrancato per tutte le prove libere, lamentando un brutto sottosterzo, fino a trovare il bandolo della matassa nel Q2 delle qualifiche, piazzare un paio di giri veloci da brivido e mettersi primo in griglia. Da li’, tutto facile, assecondato dalla pista libera avanti a se’ e assistito dalla sua oggettiva capacita’ di gestire le gomme con i guanti bianchi. Solo Raikkonen prima e Vettel dopo hanno dato ieri l’impressione di poter stare con lui, ma la costanza dell’inglese nell’inanellare giri sempre molto veloci ha creato le condizioni ideali affinche’ nessuno, alla fine, potesse anche solo vagamente infastidirlo nella sua cavalcata.
Quando Button guida cosi’, lo ammetto, la questione si fa molto dura per gli altri piloti di punta.
La Ferrari. Direi che la macchina c’era, o almeno c’era abbastanza, il resto, come sempre, lo avrebbe messo Fernando Alonso. Massa non ha sfigurato: partendo assai dietro si e’ caparbiamente arrampicato fino alla quinta posizione, gestendo la gara con costanza e piazzando anche un paio di sorpassi a cui, francamente, ci aveva disabituati. Forse il miglior Massa di quest’anno, speriamo possa rendere altrettanto bene a Monza, dove ci aspettiamo tutti una Ferrari immensa.
Torniamo un attimo all’incidente. Ho detto che ci sta, che fa parte del gioco, pero’ questo Grosjean un po’ testina di minchia forse lo e’. Ho visto e rivisto i filmati e, sinceramente, non me la sento di addossare alcuna responsabilita’ a Lewis Hamilton, che e’ stato costretto a rifugiarsi verso il muretto destro, proprio a causa dell’aggressione del francese, che e’ arrivato al contatto e ha causato il disastro. Il problema e’ che la Formula 1 non riesce ad affrancarsi dalla presenza in pista di qualche pazzo. Come dire, morto (in senso lato) un Liuzzi se ne fa un altro. Ritengo che, stavolta, la Federazione abbia fatto bene ad intervenire, escludendo il pilota francese dalla prossima gara, quella di Monza, e comminandogli un’ammenda di 50.000 Euro. Perche’ usare il cervello in pista, soprattutto in partenza, deve essere parte della dotazione mentale standard di ogni pilota, gia’ a partire dalle serie minori. L’ambizione, la voglia di vincere e la competivita’ sono tutte virtu’ molto sane, ma prendersi dei rischi del genere per saltare davanti va oltre ogni logica. Quindi, sanzioni pesanti per i piloti, che funzionino anche da deterrente, e piu’ severita’ quando si formano i giovani.
Perche’ l’incidente, nella sua dinamica, e’ stato piuttosto spaventoso, con un paio di monoposto che hanno percorso alcuni metri in volo e con quella proprio di Grosjean che e’ letteralmente atterrata sul muso della rossa di Alonso. Qualcuno ha fatto i conti, e ha detto che sarebbero bastati 80 centimetri in meno e oggi staremmo qui a raccontare la decapitazione di un pilota e la perdita di un grande e amato campione, nonche’ la perdita di una vita umana in uno sport che, da quell’orrendo 1 maggio 1994, grazie al cielo (e alla tecnologia) non miete piu’ vittime.
In effetti l’unica parte che un pilota espone ancora a tutti i rischi possibili e’ proprio la testa, e ieri il pilota spagnolo ha sfiorato la (sua) tragedia. Speriamo che la FIA possa mettere un attimo da parte idee sciocche tipo KERS, alternanza di gomme dure e morbide, motori V6 turbo e tutto il resto e concentrarsi finalmente sul trovare una soluzione.
Una nota positiva invece e’ giunta da Schumacher. Il quale, almeno finche’ gli hanno retto le gomme, ha mostrato ancora una volta come si guida su questa pista cosi’ tecnica, lunga e veloce.
Ma il sorpasso di Raikkonen proprio ai danni del tedesco alla Eau Rouge-Raidillion le batte tutte. Kimi, devo dirtelo, mi hai fatto saltare in piedi dalla gioia, e nella Formula 1 moderna non e’ cosa di tutti i giorni. IMMENSO!
Commento gara precedente: Gran Premio di Ungheria.