Post-it

Creato il 06 agosto 2015 da Pedroelrey

Una sele­zione ragio­nata delle noti­zie di oggi su media, gior­na­li­smi e comu­ni­ca­zione da non perdere.

  • La Fine dei Ban­ner [da Mobile] — Che il mobile rap­pre­senti un pro­blema nel pro­blema dell’affannosa ricerca di ricavi da parte degli edi­tori è cosa nota. Per dirla con le parole di Seba­stian Tomich, The New York Times senior VP of adver­ti­sing and inno­va­tion, “Mobile adver­ti­sing as a whole is just fairly crappy”. Ora il NYTi­mes annun­cia che da set­tem­bre lan­cerà “Mobile Moments”, solu­zione che abo­li­sce i tra­di­zio­nali ban­ner per pro­porre annunci pub­bli­ci­tari più sullo stile di quelli di Face­book e Twitter.
  • Face­book & l’Innovazione Con­ti­nua — Non c’è fine alle novità da parte di Face­book. Da un lato lan­cia video in live strea­ming, ma solo per “per­so­naggi famosi”, e dall’altro lato migliora le pos­si­bi­lità di inte­ra­zione tra aziende e pub­blico sulle fan page. Dice che qual­cuno lo chiami pro­cesso di inno­va­zione con­ti­nua, pare abbia ragione.
  • Fidu­cia dei Con­su­ma­tori — Secondo Niel­sen nel secondo tri­me­stre 2015 cre­sce la fidu­cia da parte dei con­su­ma­tori in Europa e torma ai livelli, posi­tivi, di cin­que anni fa. Fidu­cia che invece è in calo in sole 3 nazioni del vec­chio con­ti­nente: Gre­cia, Irlanda ed Ita­lia, con il nostro Paese die­tro ad entrambe in posi­zione migliore sola­mente rispetto all’Ucraina.
  • Influen­cers Mar­ke­ting — Dalle digi­tal PR siamo all’influencer mar­ke­ting, ultima buz­z­word di quella che da tempo è una pra­tica estre­ma­mente dif­fusa a pre­scin­dere da come la si chiami. Come sem­pre accade più di uno fatica a com­pren­dere la sot­tile quanto impor­tante dif­fe­renza tra mar­ke­ting e mar­chette facendo diven­tare inef­fi­caci, o addi­rit­tura dan­nose, le azione di influen­cer mar­ke­ting. Lo spiega molto bene il NYtimes.
  • Twit­ter è un Com­pe­ti­tor dei Media — Ricer­ca­tori da diverse uni­ver­sità d’Europa, asso­ciati tra loro, hanno ana­liz­zato 300mila tweet. Secondo i risul­tati dello stu­dio, Twit­ter non è alleato dei media ma com­pe­ti­tor in ter­mini di dif­fu­sione delle infor­ma­zioni, delle notizie.
  • Sna­p­chat & Reda­zioni - Un numero sem­pre mag­giore di testate gior­na­li­sti­che stanno intro­du­cendo nelle loro reda­zioni degli spe­cia­li­sti dedi­cati a Sna­p­chat. Secondo quanto ripor­tato, la CNN ha al suo interno nove per­sone dedi­cate ai social con ben tre per­sone [un desi­gner e due addetti ai con­te­nuti] che si occu­pano spe­ci­fi­ca­ta­mente di Sna­p­chat. Vedendo l’approssimazione con la quale com­ples­si­va­mente i social sono tutt’oggi approc­ciati dalla stra­grande mag­gio­ranza dei gior­nali ita­liani ci si fa un’idea di quale sia il gap da colmare.
  • Il Tempo del Let­tore - Il CEO di Time Inc., il noto set­ti­ma­nale bri­tan­nico, durante la pre­sen­ta­zione dei risul­tati della seme­strale 2015, ha dichia­rato: “We are beco­ming a consumer-centric and audience-driven orga­ni­za­tion”. Meglio tardi che mai…

Altre noti­zie e segna­la­zioni su media e comu­ni­ca­zione nella nostra pagina Face­book e, ovvia­mente, su Twit­ter. Buona lettura.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :