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Creato il 30 settembre 2015 da Pedroelrey

Una sele­zione ragio­nata delle noti­zie di oggi su media, gior­na­li­smi e comu­ni­ca­zione da non perdere.

  • Can You Hear Me Now? - Edward Sno­w­den sbarca su Twit­ter. Il tweet di esor­dio: “Mi sen­tite adesso?” è stato ret­wit­tato da oltre 81mila per­sone e messo nei pre­fe­riti da circa 73mila. Al momento della reda­zione di que­sto arti­colo sono 840mila i fol­lo­wer di Sno­w­den che invece segue solo un account. Quale? Ele­men­tare Watson, quello della NSA.
  • Inter­na­zio­na­liz­za­zione a Caro Prezzo — Axel Sprin­ger, dopo la trat­ta­tiva fal­lita con il »Finan­cial Times», pro­se­gue nella stra­te­gia di inter­na­zio­na­liz­za­zione ed acqui­si­sce l’88% di »Busi­ness Insi­der» per 343 milioni di dol­lari [306 milioni di euro]. Una valu­ta­zione estre­ma­mente gene­rosa se si con­si­dera, come segnala Felix Salo­mon, che i 50 milioni di ricavi gene­rati da Busi­ness Insi­der a fronte di 76 milioni di utenti unici cor­ri­spon­dono, ad esem­pio, a quanto Face­book incassa da soli 5 milioni di utenti o al fat­tu­rato di 37 giorni di lavoro degli Apple stores.
  • Il più Grande Boi­cot­tag­gio della Sto­ria — Non c’è pace, visti gli inte­ressi in gioco, sulla que­stione dell’adblock. Da un lato lo IAB ha for­mato un gruppo di lavoro sulla que­stione e pia­ni­fica di distri­buire un codice per iden­ti­fi­care chi usa i pro­grammi per bloc­care l’adv online, dall’altro lato Doc Searls parla del più grande boi­cot­tag­gio della sto­ria e fissa 4 punti sulla que­stione: 1) Free custo­mers are far more valua­ble than cap­tive ones, 2) Genuine rela­tion­ships are worth far more than the kind that is coer­ced, 3) Volun­tee­red [and truly rele­vant] per­so­nal data is worth far more than the kind that is invo­lun­ta­rily frac­ked, 4) Expres­sions of real intent by custo­mers are worth far more than gues­swork fed by frac­ked data. To be continued…
  • Native Adver­ti­sing — Anche «Il Post» di Luca Sofri passa al native adver­ti­sing e la prima cam­pa­gna è per i gio­ielli di Pomel­lato. Lo segnala Mas­simo Man­tel­lini che al riguardo, espri­mendo il sen­ti­mento dif­fuso di molti addetti ai lavori [incluso il sot­to­scritto] e, soprat­tutto, la visione di quelle fasce di pub­blico più appe­ti­bili per gli inser­zio­ni­sti, con­clude: “i ban­ner così come li abbiamo imma­gi­nati sino ad oggi sono oggetti imba­raz­zanti che meri­tano di essere allon­ta­nati dai nostri occhi in una maniera o nell’altra”. Amen!
  • L’Editoria si Tuffa nel Vir­tuale - Dopo l’editoria digi­tale, arriva quella vir­tuale. I gior­nali non si leg­ge­ranno solo su smart­phone, tablet, Apple Watch e per­sino le chat ma si potranno “sfo­gliare” col movi­mento degli occhi gra­zie ai visori per la realtà vir­tuale come nel caso dello sto­rico set­ti­ma­nale sta­tu­ni­tense «New Yor­ker». Che il futuro sia ibrido provo a dirlo dal 2012.
  • Chi Trova un Mil­len­nial Trova un Tesoro - Oltre 11 milioni di ita­liani appar­ten­gono alla gene­ra­zione dei Mil­len­nials: coloro nati tra gli anni ’80 e gli anni 2000. Dai dati dif­fusi da Niel­sen emerge come le news siano il con­te­sto meno favo­re­vole per le imprese per entrare in con­tatto con que­sto fascia di pub­blico com­ples­si­va­mente tec­no­lo­gi­ca­mente evo­luta, infor­mata e con un buon potere d’acquisto. A tutto c’è un perché…
  • Ricerca sul Gior­na­li­smo Digi­tale in Ita­lia - “Gior­na­li­smi”, il gruppo di lavoro del Con­si­glio nazio­nale dell’Ordine dei gior­na­li­sti, di cui fac­cio parte come con­su­lente, in col­la­bo­ra­zione con ANSO [Asso­cia­zione Nazio­nale Stampa Online] pro­pone un que­stio­na­rio per com­ple­tare la ricerca sul gior­na­li­smo digi­tale in Ita­lia avviata lo scorso anno. Com­pi­lare, grazie!

Altre noti­zie e segna­la­zioni su media e comu­ni­ca­zione nella nostra pagina Face­book e, ovvia­mente, su Twit­ter. Buona lettura.


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