Una selezione ragionata delle notizie di oggi su media, giornalismi e comunicazione da non perdere.
- Etica del Giornalismo — Se a queste latitudini i giornali pubblicano titoli che generano sdegno in un’ampia fetta della popolazione e, forse, provvedimenti disciplinari e oltre 90mila firme raccolte in pochi giorni per radiare Maurizio Belpietro dall’Ordine dei Giornalisti, dall’altra parte dell’oceano la CNN, via Twitter, all’autore dell’immagine che è diventata il simbolo della commozione popolare per gli atti terroristici parigini richiede l’autorizzazione preventiva a prelevare e pubblicare tale immagine. Se al prossimo corso sulla deontologia non vi richiamano, anche, questi due elementi siete autorizzati ad alzarvi ed andarvene.
- Publishers & Chat Apps — Il Tow Center for Digital Journalism pubblica un report a cavallo tra il white paper e la desk research con una serie di raccomandazioni e di casi di buone pratiche nell’utilizzo delle app di social messaging da parte dei publisher di tutto il mondo. Da studiare.
- Sharing Economy in Italia — Secondo uno studio di TNS, il 70% degli italiani conosce la sharing economy e il 25% già la utilizza. La crisi ha sicuramente sostenuto e dato visibilità a ai nuovi modelli di business in condivisione e la motivazione di “saving”, menzionata dal 41% resta la principale. È’ seguita da quella “esperienziale”, che si sostanzia come innovatrice ed intelligente [39%], oltre che apprezzata risposta al consumismo [33%]. Gli utenti dichiarano di aver usato le piattaforme di scambio e baratto di oggetti vari [10%], di accomodation [10%], di mobilità collettiva e condivisione di costi di viaggio [9%], di mobilità con servizi forniti da aziende/enti in abbonamento/compenso [9%], di mobilità con servizi forniti da altre persone dietro compenso [8%]. Emergono anche i servizi di crowdfunding, raccolta collettiva di fondi, con un 7% di utilizzo, così come il social lending, peer-to-peer lending [4%], realtà concrete che iniziano ad emergere.
- Agenda Digitale - Resta ancora molto significativo il divario tra l’Italia e le altre nazioni UE rispetto all’agenda digitale ed anche gli incentivi tardano ad arrivare. Ma il ritardo, oltre che a livello di infrastrutture, è soprattutto culturale e di competenze. Un’infografica riassume lo stato dell’essere ed il percorso da compiere per avere competenze digitali funzionali all’evoluzione in corso.
- Slacktivism — Lo slackactivism, o clicktivism, quella sorta di attivismo pigro che consente, attraverso un click, appunto, di lavarsi la coscienza e pensare di aver davvero contribuito a cambiare il mondo, è un fenomeno diffuso da tempo. Dopo gli attentati di venerdì sera a Parigi, c’è stata una fortissima mobilitazione della rete per esprimere solidarietà, sostegno alla Francia e chiedere pace contro il terrorismo. Secondo quanto riportato da Reputation Manager, 12.8 milioni di persone da tutto il mondo hanno twittato 23.3 milioni di volte da venerdì sera. Sono stati creati più di 80mila hashtag per commentare e seguire le notizie sull’attentato, e in qualche caso per condividere informazioni utili.
- Digital PR — Le online media relation diventano sempre più un canale a pagamento. Se la pratica di pagare gli influencer è diffusa e consolidata ora, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, diverse aziende starebbero pianificando campagne a pagamento su Facebook specificatamente indirizzate ai giornalisti.
- Word of the Year 2015 — Oxford Dictionaries seleziona come parola dell’anno per il 2015 un emoij, una “faccina”. La pictograph selezionata è quella del volto che piange dalla felicità e/o dal ridere. Nell’era delle app di social messaging la comunicazione interpersonale si adegua e non si può che prenderne atto anche “ufficialmente”.
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