Una selezione ragionata delle notizie di oggi su media, giornalismi e comunicazione da non perdere. Si avvisa che a partire dal 26 gennaio prossimo questa rubrica sarà parte integrante di Wolf e dunque verrà pubblicata gratuitamente solo il venerdì. Se non volete perdervela ABBONATEVI ora a condizioni straordinarie.
- Modelli di Giornalismo – Con il recente insediamento di Maurizio Molinari a la Stampa, Mario Calabresi a la Repubblica e la “rivoluzione” de il Corriere della Sera, un’analisi sui tre direttori mette a confronto similitudini e differenze di approccio di tre dei principali quotidiani del nostro Paese. Bella sintesi.
- Temporary Management – L’indagine promossa da Leading Network, in collaborazione con IIM – Institute of Interim Management Italy – fa emergere una crescita complessiva del numero di aziende che fanno ricorso al temporary management. Si passa dal 10% del 1995 al 16% attuale. Più marcata la tendenza per le grandi aziende, ma presente anche nelle PMI con fatturati tra i 20 e 50 milioni di euro. Il 50% degli interventi ha riguardato operazioni di ristrutturazione aziendale, con un’incidenza particolarmente elevata nelle fasce dimensionali medie [20-100 milioni], con punte di oltre il 65%. Insomma, temporary manager uguale “tagliatore di teste”.
- Manifesto per Professionisti della Comunicazione – In 10+1 punti il manifesto per professionisti della comunicazione. Integratelo, appendetelo in ufficio o mandatelo a quel cliente che… Insomma, leggetelo e usatelo.
- NON Taggarmi – Negli USA, una donna che era sotto ordine di restrizione è stata incriminata per aver ripetutamente taggato la propria vittima: la cognata. Secondo il giudice infatti, quando si viene taggati si riceve una notifica e questa è paragonabile ad una qualsiasi altra forma di comunicazione elettronica. Speriamo questo orientamento divenga presto effettivo nel nostro Paese così da limitare questa possibilità offerta da Facebook troppo spesso abusata. NON taggarmi, grazie.
- Il Futuro del Lavoro – Il World Economic Forum ha pubblicato il rapporto “Future of Jobs”. Il report si basa sulle interviste a Direttori del Personale e Responsabili delle Risorse umane di 15 nazioni, Italia inclusa, che rappresentano 1.9 miliardi di persone, pari al 65% della forza lavoro. La quarta rivoluzione industriale, quella legata a information communication tecnology [e dintorni], causerà da qui al 2020 la perdita di 7 milioni di posti di lavoro creando al tempo stesso solamente 2 milioni di posti per un saldo negativo complessivamente di 5 milioni di lavoro. I lavori amministrativi e più in generale quelli impiegatizi saranno quelli più colpiti. Aggiornarsi, riqualificarsi o perire.
- Startups – Startup è sicuramente una delle buzzword di questo periodo, panacea di tutti i mali. Infosys ha analizzato il livello di attrattività delle startup per i giovani di età compresa tra i 16 ed i 25 anni di 9 delle principali economie del Mondo. Complessivamente solo l’8% di questi vorrebbe lavorare per una startup mentre il 13% vorrebbe lavorare per una piccola impresa, il 18% per una media e, soprattutto, il 15% vorrebbe aprire una propria azienda senza necessariamente associarlo al concetto, tutto da dimostrare allo stato attuale, di crescita veloce associata all’idea di startup. Insomma l’idea di startup è venuta a noia ai giovani, e non solo a loro…
- La Fine di iAd – Dopo cinque anni la piattaforma di annunci di Apple, ed il suo team di vendita, saranno ben presto smantellati ed i publisher manterranno per se il 100% dei ricavi pubblicitari, contro il 70-30 attuale. Certamente il riconoscimento che Apple non è un’azienda di vendita di pubblicità ma anche, secondo me, la reazione alle mosse di Facebook, Google e Amazon.
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