ONE PICTURE ONE STORY:
La postcard di Berlino è dedicata ad uno dei capolavori del regista Wim Wenders Il cielo sopra Berlino, 1987(Der Himmel über Berlin)
Damiel e Cassiel, sono i due angeli protagonisti, che sorvolano i cieli di Berlino ed osservano distaccati e invisibili ciò che accade nelle strade, nelle case, nella mente delle persone e ascoltano i loro pensieri, le loro preoccupazioni, le loro ansie. Gli unici ad accorgersi della loro presenza sono i bambini, anime pure, con i quali condividono l'innocenza e la curiosità di scoprire il mondo. Ma un giorno Damiel nel girovagare per Berlino incontra Marion, una bellissima trapezista licenziata dal circo in cui lavora e sconvolta dalla solitudine. L'angelo allora fa la scelta, rinunciare all'immortalità per vivere l'amore, con le gioie e le sofferenze di tutti gli essere umani. Berlino è la protagonista silenziosa, Wenders mette in scena una città grigia, devastata dall'angoscia, dalla sensazione di non avere un futuro.
Il film venne progettato da Wenders dopo il suo ritorno in Germania. Tornato a Berlino vagò inizialmente per la città annotando sul suo taccuino ciò che vedeva e lo colpiva, cercando ispirazione dalla città: nelle sue passeggiate notò che erano presenti molte raffigurazioni di angeli, così poco alla volta il regista cominciò a prendere in considerazione l'idea di un film che avesse angeli custodi come protagonisti. In particolare è la Siegessäule, la statua della Vittoria che è posta sulla Colonna della Vittoria posizionata al centro di una della principali rotatorie della città, il luogo di maggior significato simbolico, dove gli angeli siedono per osservare la vita dei berlinesi. Altri luoghi importanti sono la Biblioteca di Stato, Potsdamer Platz e ovviamente il muro di Berlino, simbolo della città divisa, di una nazione separata, sempre presente direttamente e non nel film.
"In ogni caso non ci si può perdere, alla fine si arriva sempre al Muro" MarionWenders e la caduta del muro di Berlino (da un intervista del 1990)Appena tornato dall’America, dopo la mia esperienza a Hollywood, la Germania per me era Berlino EST. C’era qualcosa che avvertivo a livello epidermico, molto più a Berlino est che a Berlino Ovest. Quando da qui vado in centro è come trovarsi a Londra, a Sidney o a Parigi. Berlino Est, invece è come un viaggio a ritroso nell’infanzia, un viaggio verso la Germania. Sono i volti, gli atteggiamenti, i gesti e il modo di vestire. é la Germania dell’infanzia più remota, del cinema tedesco degli anni Venti e, soprattutto, dei documentari. Perciò credo che il nostro compito in germania, riguardi innanzitutto il tempo: riunificare due spazi temporali, che non possono essere riunificati facendone semplicemente un unico stato tedesco. Neppure io so cosa si possa fare, penso soltanto che occorra molto tempo, bisogna rendere possibili molti viaggi nel tempo. Viaggiare per Wenders è (ANCHE) viaggiare nel tempo!