Post.Diario di una relazione a distanza(?): riflessioni pedagogiche al “limite” 1

Da Psychomer
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Azzurra Spreafico
novembre 15, 2010Posted in: pedagogia

L’anno scorso il mio ragazzo è stato sei mesi per il tirocinio post laurea a Londra.

Qualche anno fa sarebbe stata la fine decisiva di una relazione. Oggi non è più così, o perlomeno le nuove “opportunità” e la pubblicità ci hanno convinto del fatto che le cose non stanno più così.

E’ sufficiente citare alcuni dei nomi più in voga tra gli operatori telefonici dati alle opzioni tariffarie : “Zero Confini”, “Tutto senza limiti”, “All’estero come a casa”, “You and me International”, “Più Facile” e addirittura, come un pacchetto viaggio, si arriva alle formule “All inclusive”. Sono solo pochi esempi, eppure sembrano evidenziare un bisogno (reale o inventato?) di comunicazione ovunque, sempre, con tutti, parlando, scambiandosi sms o chattando. Ovviamente, per le compagnie telefoniche, chi non può superare questo “limite” è out, è limitato nella comunicazione, nelle relazioni, in sostanza un imprigionato da sé stesso. (Chi è realmente l’imprigionato? Lo schiavo del “tutto senza confini” che pensa di poter tutto o colui che sa di non potere tutto, rinunciando alla sua onnipotenza?)

Alla fine come è andata? Ho sottoscritto un abbonamento tre anche io, che mi permette di fare 50 minuti di chiamata e 50 messaggi alla settimana, compreso di internet e servizio mail verso l’Italia e verso alcuni Paesi convenzionati, tra cui anche la Gran Bretagna. Ma non bastava: 50 minuti alla settimana sono meno di un’ora! Soluzione: fuori casa il cellulare, dentro casa msn o skype.

 Il computer e internet permettono ormai da tempo di chattare, chiacchierare o, meglio ancora, video chiamarsi a costo zero. (O meglio, sembrerebbe a costo zero, in realtà c’è tutta la questione dell’abbonamento a internet, che non ricade ancora sul mio conto corrente). Ritornando alla videochiamata, msn ormai è superato, è out; tutti usano skype, perciò anche io scarico e lo installo in pochi minuti. In apparenza sembra un’ottima soluzione, anche “gratuita” , dove si può parlare e guardarsi negli occhi… se non fosse che occorre possedere una webcam! C’è chi come me ce l’ha integrata nel pc e c’è chi come il mio ragazzo semplicemente non la usa perché funziona male. Parlare con un viso sfuocato non è proprio l’ideale di videochiamata!

Eppure la pubblicità si skype.it ti suggerisce questa immagine: tu affacciato da una finestra verso quell’evento a cui vorresti partecipare – il compleanno di tua moglie, la favola alla sera dei tuoi bambini, una riunione di lavoro- come se fossi lì realmente. Inutile parlare degli inconvenienti: niente foto di gruppo, niente bacio della buona notte post favola e niente firma sui documenti. Inconvenienti.

Quindi, una volta “risolto” il problema della comunicazione ci si rende conto in fretta di quanto, sia io che il mio ragazzo, -assurdo-, non riusciamo proprio a comunicare per telefono o videochiamata. Discussioni, litigi e noia si susseguono. Ed ecco che entrano in campo le compagnie aeree low cost. Grande invenzione, dopo 9 viaggi a Londra, potrei fare un trattato sulla questione del –low cost- ma credo che questa non sia la sede! Non ho mai capito perché tra tasse, bagaglio in stiva, assicurazione, ritardo e l’ultima, lo “speedy boarding” (paghi per salire prima sull’aereo) non ho mai speso cifre al di sotto dei 100 euro: comunque si tratta del low cost, senza dubbio. Tutto economico e conveniente, insomma imperdibile: “puoi viaggiare ovunque  a prezzi stracciati”! L’unica cosa che chiedono in cambio è un bagaglio a mano pieno di pazienza, ma di dimensioni ridotte, pena l’imbarco; il fatto che io non abbia mai, e dico mai, un aereo in orario è un altro prezzo da pagare; l’arrivo in aeroporti distanti 100 km dal centro è “scontato” , rischiando di pagare quanto un biglietto aereo il trasporto fino in città. Parlando della velocità: Milano/Londra si compie in un’ora e mezza (più l’ora per arrivare a Malpensa, le due ore per il check in e i controlli; il controllo passaporti a Londra, il ritiro dei bagagli, il treno per arrivare in centro… totale 6 ore di viaggio. Comunque eventualmente adesso c’è anche il chek in online, per risparmiare quella mezz’oretta fastidiosa in coda).

continua….

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Azzurra, Pedagogista e educatrice professionale laureta in scienze dell'educazione e laureanda in scienze pedagogiche. Se vuoi sapere altro di me leggi alla pagina -chi siamo- oppure aggiungimi in facebook (Azzurra Spreafico). ecco la mia email, nel caso tu voglia contattarmi: azzurra.zazu@virgilio.it Sito personale: www.pedagogistaleccobrianza.it

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