Regia: Carlo VerdoneInterpreti: Pier Francesco Favino, Carlo Verdone, Marco Giallini, Micaela Ramazzotti.
Trama: Ulisse gestisce un negozio di vinili e di memorabilia del suo glorioso passato di produttore discografico; Fulvio è stato un importante critico cinematografico prima di finire a scrivere di gossip causa di una relazione con la moglie del suo caporedattore; Domenico, invece, è un agente immobiliare scapestrato che il vizio del gioco e delle donne ha ridotto a vivere dove capita e a dover pagare gli alimenti a un numero di figli e di famiglie imprecisato. I tre, diversi per carattere ed abitudini ma accomunati dall'essere separati dalle proprie compagne, a causa della crisi economica si ritrovano a fare i conti con una difficile convivenza, finché una sera Domenico, che arrotonda le entrate come escort, viene colto da un malore dopo aver preso troppo viagra e fa chiamare a casa Gloria, una stramba cardiologa con seri problemi sentimentali.
Da parecchio tempo ormai non riesco a guardare una cosiddetta "commedia all'Italiana". Non mi piacciono, le trovo stupidine, banali e mediamente volgarotte.Pero' a Verdone, forse per i suoi gloriosi trascorsi non riesco proprio a volergli male. E poi l'altra sera si cercava qualcosa da guardare tutti insieme; la scelta e' caduta su "posti in piedi in Paradiso".Debbo dire la verita', non e' affatto male.Scordatevi le grasse risate dei tempi andati, "Un sacco bello", ma dimenticatevi anche la cattiveria di "Compagni di scuola".In "posti in piedi in paradiso" prevale la malinconia, sentimento perfetto per descrivere questi tempi in cui, da ridere, c'è davvero poco.E guardando "posti in piedi in paradiso" debbo dire che piu' che ridere si sorride.Molto bravi i tre protagonisti, lo stesso Carlo Verdone, un pochino volutamente sottotono, nei panni di Ulisse che ha aperto un negozio di vinile in questi tempi miserabili per ricordare il suo passato glorioso di produttore discografico, Pierfrancesco Favino è invece Fulvio, perfetto uomo medio, incapace di ammettere le proprie colpe, buonista eppure meschino, si vanta di una conoscenza con Gabriele Muccino per rimorchiare una pseudo velina prestata alle soap, allo stesso tempo. Ma a svettare su tutti è Marco Giallini, che si conferma forse il miglior caratterista italiano in circolazione. Il suo Domenico, maestro nell'arte di arrangiarsi, stupendo gigolò per ricche signore attempate, è un capolavoro degno della migliore commedia all'italiana. Decisamente più sottotono la parte femminile, con una Micaela Ramazzotti, che ancora non si capisce bene se sia davvero brava o no, per quanto mi riguarda un tantino troppo sopra le righe.Dissacrante, graffiante, a tratti un pò amarognolo, raccontando di questi tre uomini costretti dalle vicessitudini della vita e dalla crisi economica a dividere le proprie esistenze, Verdone ci parla di una generazione che, fondamentalmente, non ha mai accettato di crescere e per questo, forse, ha fallito. Ma Verdone da anche una speranza perchè le cose si sistemino, sono i figli, le nuove generazioni, migliori di chi li ha preceduti ed ancora stà lì, e non vuole lasciare loro il posto.Per alcuni "Posti in piedi in paradiso" è stato un Verdone in tono minore, per me è una bella commedia, intelligente e mai volgare, da guardare e su cui, perchè no, riflettere anche un pochettino.