Postino Pat

Creato il 09 gennaio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2014

Durata: 88'

Distribuzione: Moviemax

Genere: Animazione

Nazionalita: Gran Bretagna, USA

Regia: Mike Dasa

Data di uscita: 01-January-2015

Tratto dall’omonima serie televisiva inglese Postino Pat, il lungometraggio di Mike Disa riporta i più piccoli ma non solo ad interrogarsi sul bene e sul male, sulla genuinità e sullo sviluppo.

Trama Postino Pat, un umile ed amato postino, vive una vita serena a Greendale, delizioso villaggio di campagna, con la moglie Sara, il figlioletto Julian ed il tenero gatto bianco e nero Jess. Pat ha un grandissimo desiderio: una vacanza in Italia con Sara per poter finalmente andare davvero in luna di miele. Appena ricevuto il suo premio-produzione, prenoterà il viaggio e saranno pronti a partire per la terra de “La Dolce Vita”. Ma non tutto va per il verso giusto.

Recensione Il ridente paesino inglese di Greendale fa da radioso sfondo alla vicenda, Umana prima ancor che personale, che coinvolge Pat Clifton, da tutti meglio conosciuto come Postino Pat. In questo tipico villaggio di campagna inglese tutti, cordiali e sorridenti, sembrano animati dai sentimenti puri e semplici dell’affetto e della condivisione: sentimenti mossi da gratuità e tesi al raggiungimento di nessun altro fine se non quello della serenità e del benessere. Punto di riferimento e di raccordo per i lieti abitanti di Greendale è proprio Pat,  simbolo di gentilezza e disponibilità oltre che padre e marito premuroso. L’amabile postino, accompagnato dal fedele gatto Jess, c’è sempre: è pronto a recapitare con urgenza un pacco speciale, a rendere felici i bambini o ad aiutare il pastore del villaggio a far scendere una pecora dall’albero.  In questo paesino dove tutti, compresi gli animali, si salutano per nome, a tratti sembra di rivedere il mondo tanto agognato dal giovane orfano di “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica (tratto da“Totò il buono” di Cesare Zavattini), un mondo dove “Buongiorno voglia dire veramente buongiorno”! E se prima nel testo e poi nel film è evidente lo spunto di critica sociale che vede i ricchi contro i poveri, lo sviluppo contro il progresso (per dirla con Pasolini), ugualmente nella storia del postino Pat ad un certo punto arrivano i ‘cattivi’ a schierarsi contro i ‘buoni’.

Il lato oscuro della forza porta il nome, nella fattispecie, di Edwin Carbunkle, nuovo supervisore della Special Delivery Service, società postale di Greendale. Animato da fama di potere, successo e ricchezza, il nuovo supervisore progetta la sostituzione delle risorse umane con dei gelidi robot e la conseguente riduzione delle spese dell’azienda, il licenziamento dell’amabile direttore della SDS, Mr. Brown, e la contemporanea sua ascesa al controllo completo della società. A pagare le spese del piano diabolico di Edwin, che col suo volto algido ben impersonifica la freddezza del potere, saranno i mansueti abitanti del villaggio di Greendale e, primo fra tutti, Pat. Il nuovo supervisore infatti, prima ancora di portare nella sede della SDS robot e macchinari all’avanguardia decide di tagliare le spese abolendo il premio di produzione. Privato  di questo, Pat vede cadere in frantumi il sogno di portare finalmente la dolce Sara in un vero viaggio di luna di miele in Italia. E allora la sua unica speranza sembra quella di vincere il concorso canoro del talent show “Sei tu quello giusto”, che premia il primo qualificato con un contratto discografico e un viaggio proprio nella terra della “dolce vita”! Le inaspettate qualità canore del postino Pat ed il conseguente imprevisto successo portano però il nostro ingenuo protagonista a cadere in una rete di tranelli che lo condurranno ad abbassare la guardia, ad accettare di buon grado le lusinghe della fama e dei riflettori e a favorire così gli intrighi del nuovo supervisore.

Il film d’animazione diretto da Mike Disa, tratto da una famosa serie televisiva inglese realizzata con la tecnica dello stop-motion e andata in onda per la prima volta nel 1981 con la sceneggiatura di John Cunliffe e la regia di Ivor Woods, ci ripropone i soliti e quantomai romantici interrogativi: “dove stiamo andando?”; “siamo realmente pronti a rinunciare ai vecchi cari affetti in nome dello sviluppo?”. E lo fa trasponendo la vicenda di Pat sul ridicolo palcoscenico dei nostri giorni: quello dei reality show, quello delle masse che cercano un idolo da leccare, quello delle case di produzione che lo trovano, gli danno un volto, unoqualsiasi, e lo rivendono sotto forma di tazzina, di zerbino, di figurina. Destinata ai più piccoli e quindi agli ancor ingenui, l’animazione firmata dal regista americano ovviamente non può far a meno di ritrovare il gusto per il lieto fine. Pat saprà quindi ravvedersi, riconquistare la fiducia dei suoi affetti e insieme a loro l’idilliaca tranquillità della serena vita rurale. Noi sapremo fare altrettanto?

Dalila Lensi

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