Tralasciando tutte le faccende legate alla politica e all'economia (che volente o nolente dovremo affrontare all'infinito), la notizia che mi ha colpito di più in questi primi giorni,devastati da jet-lag ed esami,è quella della morte di Davide Bifolco.Perfetto...si comincia la nuova stagione con qualcosa di leggero e poco controverso...voglio giocare sicuro...io penso che la morte del diciassettenne napoletano sia solo colpa sua.
Se Davide Bifolco si fosse fermato al segnale della polizia,non sarebbe morto.Se non fosse stato in motorino con un pregiudicato e un latitante non sarebbe morto.Se non avesse resistito alla forza pubblica cercando di scappare e successivamente resistendo all'arresto,non sarebbe morto.Prendendo in considerazione sia la posizione degli avvocati della famiglia Bifolco sia il rapporto dei carabinieri sia le dichiarazioni del Pm,un solo elemento traspare come chiaro ed incontestabile: Davide ha resistito ad un ordine delle forze dell'ordine.Non so voi,ma se la polizia mi ordina di fermarmi e accostare al margine della strada,sia che vada tutto bene sia che abbia commesso qualche infrazione,io mi fermo,accosto,e non mi passerebbe mai per la testa di scappare cominciando un inseguimento stile Duke of Hazard.La verità è che la responsabilità di questo omicidio,anche se colposo,non è del carabiniere che ha sparato,né della famiglia di Davide che lo ha cresciuto senza i valori della legalità, del rispetto per le forze dell'ordine,ma di tutta Napoli,da Posillipo a Scampia,dal Vomero ai Quartieri spagnoli.La città oggi è un far west senza controllo,dove lo Stato è in minoranza e un'altra giurisdizione controlla veramente la città, la criminalità organizzata.Fuori dai salotti della città,lo Stato non esiste o come in questo caso,prima spara e poi pensa.Nei quartieri ad alta criminalità, come Traiano, fuggire dai posti di blocco è la prassi.Lo scorso 7 gennaio due poliziotti sono stati feriti gravemente dopo che, a seguito di un intimazione di alt ,gli occupanti di un veicolo hanno esploso contro di loro sette colpi di pistola.Oggi nelle strade di Napoli,per le pattuglie di polizia e carabinieri,svolgere il turno con il colpo in canna non è una direttiva del regolamento operativo, ma un'esigenza di sicurezza per tornare a casa dalle proprie famiglie. Legalità in quei luoghi è una parola senza un significato,le forze dell'ordine una scocciatura e l'educazione civica viene impartita non dentro le aule da maestri,ma nelle piazze di spaccio dal caporione.Una realtà non troppo lontana dalla mia Palermo,che però sembra ancora al confine tra ordine ed anarchia.E al parroco Lorenzo Manco,che durante l'omelia ai funerali del ragazzo si chiedeva il perchè di questa tragica circostanza,io rispondo:perchè nessuno gli ha insegnato il significato e la funzione di quella divisa dalla quale è fuggito. Perchè nessuno gli ha insegnato che le leggi si devono rispettare e che non esiste un'altra autorità sul territorio a cui dare spiegazioni diversa dallo Stato.Con questo,sono dispiaciuto per la morte di un ragazzo,ma qualcuno deve dire anche che dietro la vicenda umana c'è la realtà di un soggetto che ha provocato deliberatamente la sua tragica dipartita.
-Il Bastian Contrario