potare ortensie

Creato il 14 maggio 2012 da Giardinaggio @Giardinaggionet

La potatura delle ortensie è al tempo stesso una procedura versatile e delicata perché varia in base alla specie coltivata e agli obiettivi che si intendono raggiungere. Quando si parla di potare le ortensie, non si tratta di tagliare dei rami di un albero, ma di asportare delicatamente solo le parti della pianta che non sono necessarie al suo sviluppo e che possono comprometterne la crescita. Le ortensie, inoltre, sono considerate tra le specie più affascinanti del nostro giardino e dei nostri appartamenti e anche il luogo e il clima della zona in cui vengono coltivate condiziona le tecniche di potatura. Essenzialmente, per potare le ortensie, bisogna tenere conto di due regole generali: la varietà e l’epoca della fioritura. Per quanto riguarda la prima, bisogna ricordare che le ortensie si dividono in specie arbustive e rampicanti, mentre per la seconda bisogna sottolineare che esistono ortensie che fioriscono sui rami dell’anno e quelle che fioriscono sui rami dell’anno precedente.

Obiettivi potatura


In ogni caso, anche se cambia la varietà coltivata, nella potatura delle ortensie si possono distinguere degli obiettivi fondamentali: regolare la crescita della pianta, condizionare la forma e lo sviluppo dei fiori, rendere l’ortensia più resistente all’attacco delle malattie funghine ed impedire uno sviluppo troppo vigoroso o disordinato dell’intera struttura vegetale. Tutti questi obiettivi si possono raggiungere solo con delle corrette operazioni di potatura che mirano a preservare le parti “giovani” e produttive della pianta e ad eliminare quelle secche o danneggiate. Per conoscere le zone dove “tagliare” bisogna anche conoscere bene le ortensie, perché basta anche un minimo errore per compromettere non solo la sana crescita della varietà coltivata, ma anche la qualità dei fiori. Molto spesso, delle cattive potature hanno l’effetto di bloccare la crescita dell’ortensia, farla ammalare e condurla a una morte precoce, per questo riteniamo opportuno unirci al coro dei giardinieri del web, i quali suggeriscono che “non potare è meglio che potare male”. Per cui, se avete dubbi sulla potatura delle ortensie, cercate prima di conoscere bene le caratteristiche e le qualità di queste piante meravigliose, in modo da non commettere errori fatali nel momento in cui deciderete di potarle.

Caratteristiche


Come detto al paragrafo precedente, per una corretta potatura delle ortensie bisogna conoscere esattamente le principali caratteristiche della varietà che andremo a tagliare. Queste magnifiche piante a fiore appartengono, infatti, a circa 80 varietà diverse, sia arbustive che rampicanti, ed ognuna con caratteristiche di fioritura diverse l’una dall’altra. Intanto, lo abbiamo già accennato, le ortensie, in base alla specie a cui appartengono, possono fiorire sul ramo dell’anno o su quello dell’anno precedente. Fioriscono sul ramo dell’anno, le varietà hydrangea paniculata e hydragea arborescens, fioriscono sul ramo dell’anno precedente, hyndrangea quercifolia, aspera, involucrata e le varietà rampicanti. Bisogna anche ricordare che le ortensie fioriscono sulle gemme apicali, cioè quelle della parte alta e del legno più giovane.

Come potare


Appurate le differenti caratteristiche delle ortensie, si può procedere alla potatura, che avverrà nei modi e nei tempi richiesti dalla specie coltivata. Le varietà che fioriscono sui rami dell’anno consentono di intervenire in maniera meno condizionata e più versatile. Se si vogliono sviluppare dei fiori numerosi, ma piccoli, non si procederà a una potatura eccessiva, lasciando la pianta il più possibile della sua altezza naturale. Se si vogliono fiori più grandi, si interverrà in maniera più decisa, potando a circa mezzo metro da terra. In questo caso si assisterà alla formazione di un cespuglio basso, con fiori di notevoli dimensioni. Nelle ortensie che fioriscono sui rami dell’anno precedente non bisogna intervenire con potature eccessive, ma solo con l’eliminazione dei rami e dei fiori secchi. Attenzione a non tagliare i rami più giovani, che sono quelli da cui si svilupperà la nuova fioritura. Questi rami si possono riconoscere facilmente perché nella parte apicale presentano già una gemma. La potatura dovrà riguardare, dunque, solo i rami improduttivi e i fiori secchi. Il taglio deve avvenire sopra la prima coppia di gemme. Nelle ortensie rampicanti, invece, non si dovrebbe quasi mai ricorrere alla potatura, gli interventi dovranno essere mirati solo a contenere l’espansione eccessiva della pianta, eliminando i fiori troppo eccessivi o le gemme omonime.

Quando potare


L’epoca di potatura delle ortensie dipende dalla varietà coltivata. Le specie che fioriscono sui rami dell’anno vanno potate a primavera, preferibilmente appena dopo la fine dell’inverno. L’operazione di taglio lascerà al massimo tre gemme basali, che daranno vita a una nuova pianta alta non più di un metro. L’esatta epoca della potatura è fondamentale per consentire il corretto sviluppo dei rami produttivi. Le ortensie che fioriscono sui rami dell’anno possono anche non essere potate, in modo da crescere liberamente. L’invecchiamento della pianta darà vita, però, ad arbusti dalle forme irregolari, ecco perché è consigliabile intervenire almeno dopo 5 anni dal primo impianto, rimuovendo i rami più vecchi dalla base del suolo. Questa tecnica permette di arieggiare la pianta e di evitare la comparsa di malattie funghine. La potatura delle ortensie, infatti, deve riguardare solo le piante adulte o quelle che hanno superato i primi tre anni di vita. Le specie che fioriscono sui rami dell’anno precedente vanno potate in estate, cioè nel periodo successivo alla fioritura. Le ortensie rampicanti vanno, invece, potate a inizio estate ( giugno) per contenere l’eccessivo sviluppo dei fiori e delle gemme. Le varietà da appartamento si possono potare anche a settembre, avendo cura di lasciare almeno due gemme per ogni ramo.

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