Il kaki è l’albero che ogni anno, tra novembre e dicembre, ci regala gli omonimi frutti.
Di origine asiatica, questo albero era diffuso in Europa già ai tempi degli antichi Romani. La vera diffusione di questa pianta e dei suoi frutti si ha però solo nel XIX secolo. Nel secolo successivo, però, a causa di attacchi parassitari, i frutti del kaki perdono il loro valore commerciale a vantaggio di altre produzioni. Oggi, il kaki è coltivato nelle regioni meridionali, specie in Sicilia e Calabria, con la produzione e la vendita dei frutti limitata proprio al periodo autunnale. Con le temperature elevate di queste regioni, la maturazione dei frutti è ormai anticipata ed avviene generalmente tra ottobre e novembre. I kaki o cachi, sono frutti dal colore arancione, molto dolci e gustosi. Sono anche molto deperibili e vanno consumati entro pochi giorni dalla raccolta o dall’acquisto. Il loro albero è anche presente nei giardini per essere coltivato a fini ornamentali, dove fiorisce nel mese di maggio. La resa estetica e produttiva del kaki dipende delle cure e dalle attenzioni colturali che vanno riservate a questo albero. La pianta, generalmente, resiste molto bene alle avversità o alle basse temperature e non ha eccessive esigenze di nutrizione. Tuttavia, presenta rami molto deboli che sono soggetti a spezzarsi e che vanno eliminati o sistemati con adeguati interventi di potatura.
Caratteristiche
Il kaki, come già detto al paragrafo precedente, è un albero abbastanza semplice da coltivare, poiché le sue esigenze nutritive sono strettamente collegate alla qualità del terreno. Tutto ciò facilita enormemente le concimazioni e le irrigazioni, anche se bisogna evitare gli eccessi di umidità e le temperature eccessive. L’unica debolezza del kaki risiede nei suoi rami e nella pesantezza dei frutti. I primi, molto esili e sottili, tendono a spezzarsi sotto il peso dei frutti maturi e tondeggianti. La sproporzione tra questi due componenti vegetativi causa anche la prematura cascola ( caduta) dei frutticini e ciò determina anche l’aumento degli insetti e dei moscerini attratti dagli zuccheri rilasciati dai cachi caduti sul suolo. Se l’albero soggetto alla cascola è coltivato in giardino, non sarà un bello spettacolo guardare l’invasione degli insetti. A questo disagio si può porre fine proprio con la potatura. Bisogna però premettere che il kaki non necessita di potature drastiche, ma solo della rimozione dei rami in eccesso ( che deturpano la forma della chioma) o di quelli rotti, secchi o spezzati. I rami che si incrociano tra loro si possono anche spostare o incurvare manualmente senza tagliarli.