E’ una delle piante simbolo delle donne e viene donata loro proprio in occasione dell’omonima festa che cade l’otto marzo di ogni anno. Stiamo parlando della mimosa, pianta sempreverde originaria della Tasmania. La pianta, dalla crescita vigorosa, può raggiungere un’altezza di venticinque metri, con altezze medie comprese fra tre e quattro metri. Come appena detto, la mimosa viene regalata sotto forma di ramoscelli durante la Giornata della Donna. Questo, infatti, il periodo in cui si ricorda della mimosa. Durante l’otto marzo, intere flotte di donne vanno e vengono con in mano ramoscelli di mimosa, anzi, durante la Festa tutto diventa un tripudio di mimose. La pianta emana un gradevole profumo e sviluppa piccoli fiori gialli e sferici. A parte l’associazione con la Giornata della Donna, la mimosa è una pianta coltivabile per scopi ornamentali, sia in giardino che in appartamento. La sua crescita vigorosa può dare vita a un alberello più o meno alto, dalla forma e dal portamento davvero spettacolare. Ecco perché è un peccato valorizzare la mimosa solo un giorno all’anno. Questa pianta, se curata come si deve, può regalare un magnifico effetto ornamentale, sia in casa che in giardino. Naturalmente, la mimosa da interno raggiungerà dimensioni più normali rispetto alla pianta allo stato selvatico. Ottimi risultati estetici si ottengono anche con adeguati interventi di potatura.
Caratteristiche
Quando potare
La mimosa si pota solo dopo la fioritura. La frequenza degli interventi varia in base alla specie. In genere, la potatura della mimosa giovane si effettua una volta l’anno, solo nella varietà “quattro stagioni” va effettuata due volte l’anno. Il periodo per potare la mimosa è la primavera, o meglio il mese di marzo, dopo che la pianta ha completato la sua fioritura. Ricordiamo, infatti, che la mimosa fiorisce tra gennaio e marzo. I rami e le foglie secche possono essere eliminati anche mensilmente.
Come potare
Per potare la mimosa su usa un piccolo coltello, mentre non vanno bene le forbici o le cesoie. Il coltello serve solo a praticare delle incisioni sui rami, i quali, poi, vanno spezzati con le mani. La mimosa va potata con coltello e mani perché le forbici rischiano di danneggiare gravemente il legno dei rami. La misura di taglio può essere scelta a occhio, tagliando i rami lunghi che fuoriescono dalla forma ordinata della chioma. La regola suggerisce però di tagliarli di due terzi o della metà. La potatura più drastica va effettuata solo durante il primo taglio. La mimosa coltivata in vaso, dopo la potatura, va coperta per un mese e non va innaffiata con acqua calcarea, che causa ingiallimento fogliare. Nelle zone particolarmente ventose, la mimosa va potata più drasticamente, sfoltendo la chioma interna e cercando di mantenere i rami esterni sempre corti, perché in caso contrario potrebbero spezzarsi. Le mimose che fioriscono in febbraio possono anche subire la spuntatura delle punte, eliminando i rami cadenti o storti. Questo intervento darà alla pianta un portamento molto naturale, molto simile alla mimosa selvatica. Come si può notare, le tecniche per potare la mimosa sono tutte molto semplici da praticare. Il coltello per segare o incidere i rami va pulito e disinfettato prima e dopo l’uso. Anche le mani che dovranno spezzare gli stessi rami devono essere pulite e non aver toccato prima altre piante. Seguendo i giusti accorgimenti, la potatura della mimosa sembrerà un gioco da ragazzi e consentirà di avere una pianta sana, ordinata e rigogliosa. Da ammirare e regalare tutto l’anno e non solo per la Festa della Donna.