Gli alberi da frutto traggono enormi benefici dalla potatura. Questo intervento ne migliora la forma e le produzione, ma anche la resistenza alle avversità, la resa estetica e la sopravvivenza. Tra gli alberi da frutto che sopportano bene la potatura, troviamo anche il prugno. Naturalmente, per consentire a un albero di resistere alla potatura, bisogna effettuare interventi decisi, mirati, ma non troppo drastici o violenti, perché in caso contrario si rischia solo di far ammalare la pianta e di bloccarne persino lo sviluppo vegetativo. La potatura del prugno presenta molte sfaccettature. Queste dipendono dalla varietà coltivata e dalle condizioni climatiche in cui viene coltivata. A volte, nella potatura del prugno si possono commettere degli errori proprio perché non si conosce la varietà che si sta andando a coltivare. Alcune specie, infatti, fruttificano lentamente e su alcuni tipi di rami, altre, invece, si comportano in maniera diametralmente opposta, assumendo caratteristiche vegetative proprie e perfettamente adatte al clima della zona in cui vengono coltivate.
Caratteristiche
Potatura formazione
La potatura di formazione o di allevamento si pratica nella pianta giovane, ovvero nei primi tre anni di vita. In genere è meglio non potare la pianta troppo piccola, perché la sua debolezza non le consente di sopportare potature drastiche. Quando la pianta avrà assunto una certa altezza, ma è ancora improduttiva, si potano gli astoni ad almeno ottanta o novanta centimetri da terra. Si individuano poi i rami da tagliare e quelli da lasciare. In genere si lasciano quelli laterali più vigorosi e sani. Saranno questi rami che potranno essere utilizzati per determinare la forma della pianta, forma che potrà essere a spalliera, a vaso , a palmetta, ecc. Per la forma a vaso, ad esempio, le branche laterali si aprono a 120 gradi, seguendo sempre la stessa angolazione dalla prima, fino all’ultima branca. Con questo metodo, il prugno assumerà la forma di un vaso aperto.
Potatura produzione
La potatura di produzione del prugno rientra negli interventi da praticare regolarmente, annualmente e con una certa sistematicità. Questa pratica è molto semplice da effettuare se si conoscono le caratteristiche vegetative della pianta che si sta coltivando. In pratica, bisogna sapere se si ha a che fare con il prugno europeo o con quello giapponese. Il primo fruttifica sui mazzetti di maggio che compaiono nei rami più robusti e vigorosi, mentre il secondo, nei rami misti e nei brindilli, rami lunghi e sottili. Nel prugno europeo si praticano dei tagli di raccorciamento sui rami più vigorosi, in modo da favorire la formazione dei mazzetti di maggio per l’anno successivo. Nel contempo si tagliano anche i rami secchi o vecchi per favorire il ringiovanimento della chioma. Nel prugno giapponese, la potatura di produzione o di ritorno si effettua sui rami misti e sui brindilli, accorciandoli a circa venti o trenta centimetri della loro lunghezza, in modo da stimolare nuovi getti.
Quando potare
La potatura del prugno varia in base al clima della zona in cui viene coltivato e alla varietà. Il prugno non va potato in inverno, per evitare che si indebolisca ed sviluppi malattie. In genere, il periodo ideale è a fine primavera, ovvero agli inizi di giugno, stagione in cui la pianta è forte e predisposta allo sviluppo delle gemme estive. In caso di albero coltivato in aree particolarmente calde ( dove si assiste a uno sviluppo vegetativo vigoroso) la potatura può anche essere eseguita in estate. Per favorire l’ingrossamento dei frutti si possono anche togliere manualmente i frutti più piccoli( frutticini).
Potatura ringiovanimento
Nel prugno già vecchio si può praticare anche la cosiddetta potatura di ringiovanimento, che consiste nell’asportare i rami nuovi troppo lunghi. Questi rami sono improduttivi e oltre a deformare la chioma, la infittiscono appesantendo ed indebolendo ulteriormente l’albero. Tutti i tsgli di potatuta del prugno ( ma anche di altri alberi e piante) vanno eseguiti con attrezzi puliti e disinfettati sia prima che dopo l'uso.