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L'uva fragola
L'uva fragola è il nome generico con cui si indicano una serie di uve che furono introdotte dal Nord America alla fine del Settecento e più concretamente nell'Ottocento, quando si pensava che la crisi di fillossera avesse compromesso del tutto la vite europea. L'uva fragola infatti fa parte della famiglia della Vitis Lambrusca, non adatta alla vinificazione e utilizzata solo per un breve periodo di emergenza, poi successivamente vietata per la produzione di vino. Oggi la si può coltivare a scopo ornamentale o per la produzione domestica di uve da tavola e da fermentato, con il divieto comunque di utilizzare la menzione vino. L'uva fragola si caratterizza per la sua particolare dolcezza al sapore, ma anche per una totale assenza di profumi. Ha un'ottima resistenza alle malattie e ad altre avversità, ma non riesce a crescere su suoli calcarei. Produce chicchi di entrambi i colori, e viene riprodotta per talea.
La lavorazione dell’uva fragola
Tra le caratteristiche di questa specie vi è un'elevata vigoria, con crescite vegetative molto imponenti che richiedono potature massicce. Questa deve essere spesso effettuata più volte e accompagnata da altri lavori. L'estate è una stagione fondamentale per l'uva fragola e per chi intende coltivarla nel suo giardino, con molti interventi che la rendono non semplice da allevare.
Tra i vari lavori da effettuare vi è la spollonatura, con l'eliminazione diretta dei germogli e dei tralci che nel corso della stagione crescono sul tronco principale. Questa operazione serve a limitare la crescita vegetativa della pianta.
Inoltre si deve effettuare la sfemminellatura, ovvero la soppressione delle femminelle, meglio identificati come i tralci secondari di nuova generazione, meglio noti come gemme pronte, in modo che la pianta riesca a meglio respirare con densità di fogliame e ramificazione minore.
La cimatura è un'altra operazione da effettuare, con la recisione delle punte dei tralci più vigorosi. Questa operazione viene suggerita ad inizio estate, ma può essere effettuata anche nella stagione inoltrata, dopo l'invaiatura. In questo modo vengono fermate le ricrescite legnose a favore di quelle dei grappoli. Per ogni tralcio è necessario un numero massimo di foglie in numero massimo di dieci. Per questo deve essere effettuata anche la sfogliatura, sempre quando la vite è vicina alla maturazione completa.
Gli ultimi lavori
Come ultima operazione è necessario effettuare un diradamento dei grappoli nel caso le rese siano eccessive tanto da compromettere la qualità stessa degli acini. Un eccessiva produzione infatti potrebbe diminuire la bontà dei frutti. Si consiglia di eliminare i grappoli che appaiono meno vigorosi, di non perfetta crescita. Ricordate sempre di ben irrigare la pianta ed eliminare le erbacce sul terreno per non far soffrire la vite.