Potete commentare questo articolo solo se siete laureati in commentologia applicata

Creato il 18 settembre 2014 da Alby87

Una delle cose che più detesto sentirmi dire è “bisogna parlare solo di ciò che si ha studiato”.
Certo. Il mondo si fa sempre più complesso, le dinamiche umane, politiche, sociali, sempre più difficili da comprendere nella loro interezza, il mondo del sapere sempre più vasto, interconnesso e interdipendente.
Uno penserebbe che in questo tipo di situazione il cittadino debba essere molto informato, e in grado di esprimere un parere documentato non dico su tutto lo scibile umano, ma almeno sugli argomenti di più vasto interesse pubblico. Quindi ben vengano le discussioni interdisciplinari, ben venga la mescolanza delle competenze, ben venga “l’impertinenza” con cui ognuno si documenta e poi, con coerenza e buon senso, si cimenta ad uscire dal proprio (di solito minuscolo) settore di competenza per confrontarsi con la società. Anzi, è un dovere civico essere in grado di farlo, diremmo!

“MA COME TI PERMETTI DIDIRE CHE CI SI PUO FARE OPINIONI ANCHE SU COSE CHE NON SI SONO STUDIATE!!!??? IO HO STUDIATO OPINIONOLOGIA ALLA SORBONA DI PISA STAI SOLTANTO PISCIANDO FUORI DAL VASO TORNA A PARLARE DI NEUROBIOLOGIA E SE TI RIBECCO FUORI DAL TUO CAMPO TI MANDO LA PSICOPOLIZIA A CASA!!!!”

E invece no!
Ecco che arrivano i geni che “uno deve parlare di quello che ha studiato”. Cioè io in tutta la mia vita non potrò mai commentare l’attuale politica economica, non potrò esprimere un parere documentato sul pensiero di Schopenhauer, non potrò farmi un’idea sul riscaldamento globale, sulla lotta all’HIV, sulla storia dell’Islam, e Dio ci scampi se potrò commentare un quadro in un museo! Mi aspetto che un domani mi servirà una laurea in Scienze dell’Umorismo per poter dire che i Soliti Idioti non fanno ridere.

Finiamola con queste stronzate. Il rispetto delle competenze è importante, ma il sapere è un prodotto olistico e comunitario, in cui ogni parte si collega alle altre e non ci sono voci sacre che possano stabilire il dogma. Io ovviamente rispetto le competenze nel senso che mi faccio la mia opinione tenendone conto: mi informo sul consenso scientifico, quando c’è, oppure ascolto tutte le campane, quando non c’è… ma assolutamente non esiste che io debba rinunciare ad avere un’opinione su qualsiasi argomento tranne quelli in cui sono laureato! Sarebbe folle, in tutta la mia vita potrei avere un’opinione soltanto sulla neurobiologia, ma ci rendiamo conto?

Io credo che stiamo veramente andando al delirio. ma certo che posso farmi un’opinione anche su cose che non ho studiato per vent’anni, le opinioni si possono fare anche sulla base di dati incompleti. Anzi, diciamola tutta: le opinioni si fanno sempre sulla base di dati incompleti, perché nessuno dispone dell’onniscienza.
Io voglio farmi un’opinione su, che so, il benessere dei figli di coppie omosessuali? Abbiamo un consenso scientifico che dice che sono uguali agli altri, lo seguo e mi sono fatto la mia opinione anche senza aver studiato vent’anni. Voglio farmi un’opinione su come si risolve la crisi economica? Disgraziatamente non c’è un consenso scientifico, però posso ascoltare tutte le campane e poi decido chi mi sembra più convincente.

Potresti sbagliarti, o potrebbe sbagliarsi il consenso? Sicuramente puoi sbagliarti… e forse in un certo senso può sbagliarsi anche il consenso scientifico (dipende da come si interpreta il concetto di verità: per me verità è consenso, quindi il consenso non sbaglia mai), anche io potrei sbagliarmi sulla neurobiologia, ma dovremo pure prendere delle decisioni nella vita, porca miseria!

L’errore non è certo nell’avere un’opinione e nel dirla, anzi: sugli argomenti importanti per la società bisogna sia avere un’opinione che dirla. Semmai il punto è come ci si fa una buona opinione, e allora lì si pone il problema: o studi, ma non puoi laurearti in tutto lo scibile umano, oppure ti fai un’opinione informata con l’ausilio della platea di competenza. Chiaramente, le discipline in cui esiste un consenso scientifico e quelle in cui non esiste sono da trattarsi diversamente. Quando c’è un consenso scientifico, esso è vincolante, quindi devi farti un’opinione tenendone conto. Quando non esiste, devi informarti, ma non sei vincolato ad un consenso. Se il profano ha fatto il suo lavoro di informazione per bene, potrà benissimo aver preso una decisione migliore di uno che invece è laureato. Un laureato in lettere che si è andato a leggere un po’ di informazione scientifica seria sul tema omeopatia ha tutto il diritto di scrivere in bacheca “l’omeopatia è una truffa”, perché è quello che il consenso scientifico dice, non ce ne frega se non è laureato; e se invece arriva un laureato in chimica a contestarlo… è ancora il laureato in lettere ad avere ragione, perché si è informato bene e sta nel solco del consenso scientifico. Abbiamo laureati in fisica che credono alle scie chimiche, laureati in biologia che credono al creazionismo, laureati in farmacia che credono all’omeopatia. Allora?! La laurea li autorizza a dire cazzate, mentre che so io, Piero Angela che è “solo” un giornalista dovrebbe avere meno diritto di dire le cose come stanno?

Una cosa è il rispetto delle competenze, che è un fatto fondamentale; un’altra è pretendere di monopolizzare i saperi con un pezzo di carta, che è un modo come un altro per credersi migliori del povero “popolo bue”, quando in realtà, diciamola tutta, vi piace che resti bue, il popolo; è solo quando vi incorna che vi ricordate che i buoi sono pericolosi. La verità è che viviamo in un mondo di incredibile complessità, se uno non vuole andarsene a vivere nella giungla non ha scelta: deve farsi un’opinione chiara e decisa anche su cose che non ha studiato tutta la vita.

Io sono perfettamente convinto di potermi fare un’idea del mondo, anche se non potrà mai essere perfetta. Se invece arriva qua un geologo che mi dice che lui nella vita si sente di potersi fare un’idea soltanto di argomenti geologici, un po’ mi fa pena, ma apprezzo veramente la sua umiltà. Pretendo solo che egli non vada a votare, perché uno che nella sua vita è in grado di capire solo la geologia (o solo la biologia, o solo la filosofia, o solo la fisica, o solo la filologia classica) è praticamente un analfabeta, e se lo mandi in una cabina elettorale è pericoloso.

Davvero siete convinti, voi tutti, signori che rispettate le competenze, che siamo tutti buoi o al massimo cavalli coi paraocchi? Be’, se è così allora voi non siete da meno: Iniziate a tirare il carro, che io mi metto comodo dietro.

Ossequi.



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :