Potremo vivere fino a 500 anni?

Creato il 20 dicembre 2013 da Extremamente @extremamentex

Cento candeline su una torta: pochi, pochissimi hanno la buona sorte di poterle spegnere. Ancora più rari, da Guiness dei Primati, i casi eccezionali di coloro che raggiungono i 110, 120 o persino i 130 anni… Ma un giorno- forse nemmeno troppo lontano- potrebbe essere la banale normalità. Anzi, potremmo sfidare- in quanto a longevità- il biblico Matusalemme.

 

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Per ora gli scienziati del Buck Institute for Research on Aging (un centro di ricerca sull’invecchiamento cellulare) di Novato, in California, si sono accontentati di allungare la vita- e di parecchio- ad un microscopico invertebrato, il Caenorhabditis elegans, il primo essere vivente del quale sia stato mappato l’intero genoma. Lo studio è apparso sulla rivista Cell Reports, a firma del biologo Pankaj Kapahi.

Di solito, il vermicello trasparente, grande appena 1 millimetro, campa qualche settimana. Ma grazie a due mutazioni genetiche che inibiscono le molecole-chiave coinvolte nella segnalazione dell’insulina ( IIS) e la proteina responsabile del rilevamento dei nutrienti nota come Bersaglio della Rapamicina (TOR, nell’acronimo inglese), le cose cambiano: la sua longevità si estende di 5/6 volte. L’equivalente- in un essere umano- di circa 500 anni.

I ricercatori hanno scoperto che a determinare l’effetto è l’interazione delle due mutazioni: agendo solo sul TOR si ottiene un aumento del 30 per cento della vita; intervenendo solo sull’IIS, essa raddoppia. Combinandole insieme, gli autori dello studio si aspettavano un allungamento del 130 per cento. E invece, la sorpresa: introdotte in contemporanea nel DNA del C. elegans, hanno moltiplicato per 5 le sue aspettative di vita.

IL C. ELEGANS SUL QUALE È STATO COMPIUTO LO STUDIO


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