È chiaro che timidi correttivi non saranno sufficienti, e che serve invece una alternativa radicale. Per questo è molto importante che dopo Parigi l'impegno si sposti sui fronti di vertenza nazionale, contro ogni singolo impatto contaminante. Dalle infrastrutture energetiche ai nuovi campi petroliferi, al fracking, alle sabbie bituminose, alle centrali al carbone, all'incenerimento di rifiuti, alla cementificazione
La fine del 2015 ci doveva portare almeno una buona notizia per le sorti del Pianeta, con lo storico accordo di Parigi. Ma basta leggere le relazioni più attente e sincere, tipo quella di cui sopra il link, di Marica di Pierri, e non certo le paludate e ipocrite notizie di stampa, per rendersi conto che si è trattato della solita "pigliata per i fondelli".
Una bella carrellata di buoni propositi rimasti sulla carta, con la sostanza che non muta. Il riscaldamento del clima non si vede come possa diminuire, e un impegno vero concreto per sviluppare energie rinnovabili resta affidato solo alla buona volontà, parziale, di alcuni Paesi.
La realtà tragica è che sempre di più, e malgrado i rischi drammatici, prevale nella "cultura" sociopolitica dei "grandi" del Mondo la logica degli interessi economici, e dei privilegi personali.
Evidentemente anche chi ha figli non si cura più di tanto del loro futuro e benessere. Amen.