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Povero Silvio, stavolta mamma Ilda l'ha beccato. “In aula, asino”!

Creato il 10 marzo 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Povero Silvio, stavolta mamma Ilda l'ha beccato. “In aula, asino”!Silvio è grande. Ci tocca ammetterlo. Ma quale uomo politico al mondo, anche se forse sarebbe meglio dire quale uomo e basta, si sognerebbe mai una congiuntivite per non andare in tribunale... Ma quale uomo politico al mondo potrebbe mai inventarsi di far passare un affare di pilu per un affare di Stato, fino a scomodare un leader internazionale e farsi credere da un Parlamento intero... Ma quale uomo politico al mondo si farebbe tirare una statuina per recuperare nei sondaggi di popolarità... Ecco, Silvio è tutto questo e anche qualcosa di più. Pur di non incontrare Ilda Boccassini, e non dover rispondere alle sue domande, Silvio sarebbe disposto a inventarsi di tutto: una uvite che non esiste, un'ernia strozzata, un'unghia incarnita, una follicolite devastante, una lombosciatalgia azzoppante (come la nostra), una dissenteria terrificante o una stipsi con tappo di sughero annesso. Immenso, Silvio. Ha più malattie lui che un intero reparto di medicina generale del nostro ospedale. Che il "presidente" non abbia una mazza, l'ha confermato il medico fiscale, mica Paperino Paolino, che in vita sua non ne ha mai azzeccata una! Il bello di tutta questa storia è che l'avvocato Ghedini, con il solito ghigno luciferino, ha detto: “Se non è persecuzione questa! Un pover'uomo malato costretto a recarsi in tribunale per un processo inesistente, non si è mai visto”. Seguito a ruota da 2232 che, dopo la decisione dei periti del tribunale sulla idoneità di Berlusconi, ha dichiarato alle agenzie: “Medici nazisti, su indicazione di un tribunale stalinista, sono andati da Berlusconi e hanno emesso un verdetto disgustoso”. Insomma, Mengele e Berija uniti in un sol scopo, decapitare il Capataz. Il mondo di Silvio è veramente un universo a parte. Con un malato di fictionite acuta, diventa sempre più difficile capire dove termina la fantasia e inizia la realtà, o viceversa. Ma ci avete fatto caso? Quando lo spread lo ha condannato alle dimissioni, da tutti i pidiellini veniva considerato l'optional stravagante di una finanza filo-germanica. Ora che Silvio spererebbe tanto in una ripescata miracolosa nell'ammucchiata contro natura Pd-Pdl, lo spread (secondo il Belpietro di Libero) assume un'importanza fondamentale e occorre tenerlo sotto controllo. Con chi? Ma con Silvio seduto saldamente sulla poltrona più alta di Palazzo Madama, ovviamente. Dopo tutto quello che è accaduto, con l'incubo Mario Monti presidente del Senato e Corrado PasseraPremier, i pidiellini stanno ancora difendendo l'indifendibile. Ficht ci degrada, abbandoniamo per la prima volta la “A”, e Gasparri dice: “Nei confronti di Berlusconi non è in corso un giudizio, ma un supplizio”, come conoscesse la differenza fra i due termini. MentreAngelino Alfano, rinvigorito dal risultato elettorale che lo aveva dato per defunto, ha chiosato: “I magistrati di Milano hanno sfondato il muro del ridicolo”, come se Silvio che s'inventa le malattie sia un uomo serio e i giudici che lo stanano rappresentino una ghenga di pagliacci in libera uscita. Ma, a parte le amenità su Silvio, al quale Sandro Bondi sta già preparando l'agiografia, la notizia che spicca su tutti i giornali, non è quella che da martedì prossimo alla Cappella Sistina si torna a fumare, ma un post del neo senatore del M5S, Roberto Cotti, bocconiano di Sardegna, che scrive: “Gianroberto Casaleggio ha detto che se decidessimo di dare l'appoggio a qualche partito, lui lascerebbe il Movimento”. Secondo noi il problema del M5S non è quello di dare l'appoggio a un partito, ma di diventare un partito. In questo caso, il “profeta di Gaia” avrebbe tutte le ragioni del mondo. E anche qualcuna in più.

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