Povertà e dispersione scolastica

Creato il 07 novembre 2012 da Pedagogika2

I minori in stato di povertà assoluta in Italia sono 653mila e la povertà relativa raggiunge quota un milione e 876mila, circa 120mila in più rispetto al 2009.
E' l'allarme lanciato dall'organizzazione umanitaria internazionale L'albero della vita Onlus attraverso lo studio "Sguardi Oltre - I ragazzi riprendono le periferie".
Oltre la metà dei bambini e delle bambine che vivono in una condizione di povertà relativa si concentra al Sud, quasi uno su due si trova in Sicilia (423mila), mentre raggiunge quota 5,1% al Centro e 7% al Nord.
Secondo la ricerca, il problema della povertà minorile è strettamente legato a quello della dispersione scolastica che a livello nazionale è pari al 12,3% e si verifica con maggiore frequenza nelle aree periferiche delle città di Bari, Napoli, Palermo e Reggio Calabria.
La percentuale dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni che hanno acquisito soltanto la licenza media, inoltre, raggiunge ben il 18,8%.
Non aumentano ma neppure diminuiscono le condotte delinquenziali, spesso legate a situazioni di disagio: dal 2007 al 2011, il numero di minorenni presenti all'interno degli Istituti penali per custodia cautelare o esecuzione della pena è rimasto stabile e conta 505 giovani e adolescenti, per il 95% di sesso maschile, di origine italiana per il 65%.
Cresce di due punti percentuali rispetto al 2009 il fenomeno del bullismo all'interno degli istituti scolastici. 
Le vittime della violenza a scuola risultano essere gli studenti per il 29% e le studentesse per il 15% e le categorie più a rischio sono i più piccoli di età per il 27%, gli stranieri per il 16% e i disabili per il 7% dei colpiti. (Ansa) 
Note:La povertà estrema o povertà assoluta è la più dura condizione di povertà, impeditiva della disponibilità dei livelli minimi di sostentamento umano, riguardo a beni essenziali come acqua, cibo, indumenti ed abitazione.
La povertà relativa è un parametro che esprime la difficoltà nella fruizione di beni e servizi, riferita a persone o ad aree geografiche, in rapporto al livello economico medio di vita dell'ambiente o della nazione. Questo livello è individuato attraverso il consumo pro-capite o il reddito medio, ovvero il valore medio del reddito per abitante, quindi, la quantità di denaro di cui ogni cittadino può disporre in media ogni anno e fa riferimento a una soglia convenzionale adottata internazionalmente che considera povera una famiglia di due persone adulte con un consumo inferiore a quello medio pro-capite nazionale. La povertà relativa si distingue dal concetto di povertà assoluta, che indica invece "l'incapacità di acquisire i beni e i servizi, necessari a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile nel contesto di appartenenza" (definiz. Istat)

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