Power Ranking Eastern Conference: dall’ottava posizione alla vetta!

Creato il 12 agosto 2015 da Basketcaffe @basketcaffe

Dopo aver visto la situazione della Eastern Conference per quanto riguarda la parte bassa, ovvero le squadre che molto probabilmente saranno costrette a guardare i playoff della prossima stagione NBA in televisione, passiamo a parlare di chi, a Est, la post season dovrebbe essere in grado di giocarla. Il mercato dei free agent ha portato qualche cambiamento anche nelle squadre di prima fascia, potenziando il più delle volte il roster a disposizione dei coach, così da provare l’assalto alla vetta della Conference.
Ecco quindi il power ranking delle otto squadre candidate a giocarsi i playoff.

#8 Indiana Pacers

Se si dovessero prendere in considerazione soltanto i piccoli, i Pacers sarebbero di diritto tra le migliori squadre non solo della Eastern Conference, ma dell’intera NBA. L’arrivo di Monta Ellis da Dallas permette un salto di qualità notevole ad un reparto guidato da George Hill, decisivo con il suo rientro l’anno passato, tanto da riuscir quasi nell’impresa di portare Indiana ai playoff, pur senza Paul George. Proprio quest’ultimo dovrà dimostrare di poter essere ancora sui livelli spaziali di due stagioni or sono, se la squadra vuole tornare a respirare la fresca e genuina aria di vertice. Molto, forse troppo, ci si aspetta dal rookie Myles Turner, che verrà buttato nella mischia da titolare probabilmente già dall’inizio della prossima regular season. Anche se dovesse dimostrarsi all’altezza, comunque, il reparto lunghi di Indiana è quanto mai carente, con Jordan Hill centro titolare ed il solo Ian Mahinmi alle sue spalle. Sembra comunque che i Pacers, sfruttando le carenze della Eastern Conference, si possano assicurare un posto nei playoff.

#7 Toronto Raptors

E’ quasi un mistero come i Raptors, dopo una regular season da record da 49 vittorie, possano essersi completamente persi in sé stessi nella prima serie di playoff contro i Wizards. La sensazione è che la benzina sia finita e che la magia di Lou Williams, uno dei Sixth Man of the Year più deludenti, almeno in termini statistici, degli ultimi anni, sia svanita com’era iniziata. Williams, per altro, è partito in estate verso la sponda gialloviola di Los Angeles. DeMar DeRozan resta tra i migliori nel suo ruolo ad Est, mentre Kyle Lowry ha iniziato una parabola discendente, a metà della scorsa stagione, che si è trasformata in abisso in post-season. Il solo arrivo di DeMarre Carroll, unito a quello di Cory Joseph da San Antonio, non potrà certamente aiutare una squadra che sotto canestro non ha sostituito Amir Johnson, finito ai Celtics, e presenta soltanto Patrick Patterson e Jonas Valanciunas, cresciuto molto meno di quanto ci si aspettava l’anno passato, come elementi affidabili nel frontcourt. Attenzione perché, se in Canada non torna tutto a funzionare per il meglio, potrebbero anche non arrivare i playoff.

#6 Washington Wizards

Vera sorpresa degli scorsi playoff, soprattutto grazie allo sweep inflitto ai Raptors, poi cancellato dalla sconfitta nella serie successiva contro gli Hawks, i Wizards potrebbero dover soffrire molto di più rispetto all’anno passato, soprattutto in regular season. John Wall si è dimostrato una stella a tutti gli effetti anche in post-season, mentre Bradley Beal non ha convinto come ci si aspettava e ancora si attende la sua definitiva consacrazione (soprattutto per i troppi infortuni). L’assenza di Paul Pierce, volato ai Clippers, tanto in termini di esperienza quanto parlando di canestri decisivi, si farà sentire non poco nella capitale, soprattutto perché sostituita dal solo Jared Dudley in arrivo da Milwaukee. L’approdo di Gary Neal regala maggior respiro al backcourt, mentre, in termini di ali, ancora si attende che Otto Porter possa diventare di una qualche solida importanza per la squadra. Nenè e Marcin Gortat si sono dimostrati un ottimo duo, soprattutto nei playoff, ma, alle loro spalle, la panchina latita di talento. Alti e bassi, toccherà aspettare per vedere quale dei due aspetti avrà la meglio.

#5 Milwaukee Bucks

Il primo pensiero che sale alla mente guardando il roster dei Bucks è un insieme tra lo scalpore per la quantità e qualità di giovane talento presente ed il buttare l’occhio ad un futuro certamente splendente sotto il (fioco) sole del Wisconsin. L’arrivo di Greg Monroe, che ha firmato un triennale da 50 milioni di dollari, dai Pistons ha messo il punto esclamativo su una crescita di squadra che, già durante la scorsa stagione, è sembrata a dir poco superlativa. Se Giannis Antetokounmpo è da molti visto come possibile Most Improved Player of the Year dell’anno prossimo, certamente Michael Carter-Williams, non certo su livelli eccelsi finora a Milwaukee, e Jabari Parker, fermato da un grave infortunio mentre viveva una stagione da Rookie of the Year, hanno non pochi motivi per cercare rivalsa l’anno prossimo. L’esperienza di Greivis Vasquez, arrivato dai Raptors, sarà fondamentale per tenere sotto controllo un gruppo di giovani fenomeni pronti a mettere le mani sulle migliori posizioni della Eastern Conference. Beata gioventù.

#4 Miami Heat

I 20 milioni di dollari concessi a Dwayne Wade per il solo anno prossimo, troppi pur per un campione senza età come Flash, dimostrano che gli Heat vogliono giocarsi il tutto per tutto. Miami si augura che tutto vada bene col rientro di Chris Bosh sul parquet, dopo il problema al polmone che ha condizionato la sua stagione, oltre a quella dell’intera squadra, letteralmente crollata con il suo forzato stop. I 90 milioni di dollari che hanno convinto Goran Dragic a rimanere in Florida per i prossimi 5 anni saranno probabilmente ricompensati dalle prestazioni dello sloveno, il quale dovrà però trovare la quadratura a Miami dopo un inizio non facile. Gli arrivi di Amar’e Stoudamire e Gerald Green aggiungono qualità non indifferente partendo dalla panchina. Gli Heat si augurano poi la definitiva esplosione di Hassan Whiteside, superbo nella seconda metà della scorsa regular season. Senza dimenticare l’arrivo di Justise Winslow, che potrebbe dimostrarsi la vera steal dello scorso Draft. Ci sono davvero tutte le condizioni per far bene. Anzi, benissimo.

#3 Atlanta Hawks

Anche volendo considerare la regular season da 60 vittorie dell’anno passato come un’annata in cui tutto è filato per il verso giusto, non si può dimenticare il valore dell’impresa degli uomini di Mike Budenholzer, non a caso nominato Coach of the Year. Lo sweep subito dai Cavaliers nella finale playoff di Eastern Conference non cancella ciò che un’ottima squadra, con il giusto mix di talento ed esperienza, può ancora dimostrare in un raggruppamento tanto povero di valori assoluti. Carroll si è accasato ai Raptors, ma, nel frattempo, per dare maggior peso sotto canestro dagli Spurs è arrivato Tiago Splitter, oltre a Walter Tavares da Gran Canaria. Un quintetto con la qualità di Jeff Teague, il tiro di Kyle Korver, la difesa di Thabo Sefolosha, le capacità di Paul Millsap (trattenuto con un triennale da 60 milioni) e la leadership di Al Horford non può certamente lasciare indifferenti. La panchina, resa più profonda dall’arrivo di Tim Hardaway Jr, sembra abbastanza buona per dire che, a meno di scossoni da terremoto, gli Hawks saranno nuovamente nei piani alti ad Est, l’anno prossimo.

#2 Chicago Bulls

La crescita paurosa di Jimmy Butler, confermata dal titolo di Most Improved Player of the Year, si è tramutata in oro, nello specifico 95 milioni di dollari per le prossime 5 stagioni tra le fila dei Bulls. Non solo, però, perché ha aiutato il popolo di Chicago a tornare a sognare in grande. Considerando che Butler possa continuare a splendere dopo l’esplosione dell’anno passato, che Derrick Rose continui il suo processo di ritorno alla magnificenza passata, che Pau Gasol mantenga la fantastica costanza di rendimento vista a Chicago e via di seguito, resta un piccolo problema di fondo: dato che tutto è praticamente rimasto invariato, il gap che separa i Tori dai Cavalieri non è stato ancora colmato. Se non sarà quasi certamente Bobby Portis, scelta numero 22 allo scorso Draft, la soluzione ai problemi di Chicago, non resta che augurarsi che Fred Hoiberg, nuovo coach che ha sostituito Thibodeau, riesca ad inventarsi qualcosa. I playoff sono assicurati, il resto, con il numero #23 nei paraggi, potrebbe restare soltanto un sogno.

#1 Cleveland Cavaliers

Con un LeBron James leggendario a predicare nel pressoché totale deserto generato da sfortune e infortuni, i Cavaliers sono andati a due sole vittorie dal vincere un incredibile anello l’anno passato. Soltanto la divinità che presiede al basket sa che sarebbe successo con Kyrie Irving e Kevin Love, confermato in estate con un contratto da 110 milioni di dollari per i prossimi 5 anni, sul parquet. Fondamentale sarebbe per Cleveland confermare anche un Tristan Thompson dominante a rimbalzo nelle Finals: l’accordo è vicino, sempre su una base di 5 anni e, probabilmente, con 80 milioni sul banco. Per un J.R. Smith dubbioso sul proprio futuro, un Mo Williams ritorna e sarà certamente più affidabile del lunatico predecessore in determinati momenti della stagione. Ma l’acquisto più importante dell’estate potrebbe essere il ritorno di Anderson Varejao a pieno regime dopo il lungo infortunio dello scorso anno. All’apparenza in questa Eastern Conference nessuno sembra in grado di mettere i bastoni tra le ruote alla squadra di David Blatt. E nessuno come il popolo di Cleveland ha fame di vittorie.