PPZ - Pride + Prejudice + Zombies - 5 zombie movie con orgoglio... e senza pregiudizi! - Speciale

Creato il 05 febbraio 2016 da Lightman

In anteprima rispetto al resto del mondo, dove arriverà soltanto successivamente, gli spettatori italiani hanno modo di vedere nelle sale cinematografiche PPZ - Pride + prejudice + zombies di Burr Steers, trasposizione cinematografica del romanzo Orgoglio e pregiudizio e zombie che, scritto da Seth Grahame-Smith, propone, chiaramente, una rivisitazione alla salma ambulante del classico della letteratura Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen.
Un miscuglio di romantico film in costume, arti marziali e un pizzico di splatter che, in fin dei conti, rappresenta soltanto l'ultima folle trovata da parte dell'universo della celluloide riguardante le creature antropofaghe preferite da George A. Romero, alle quali il terzo millennio ha riservato in particolar modo un successo nell'ambito del piccolo schermo grazie alla popolare serie televisiva The walking dead.
Ma diamo uno sguardo in ordine cronologico ai cinque film che, sfruttando in maniera diversa dal solito la figura dello zombi (per questo abbiamo escluso sia il buon 28 giorni dopo che l'ottimo La terra dei morti viventi), hanno provveduto a riportarlo al cinema a XXI secolo avviato, contribuendo a colmare il vuoto totale che aveva caratterizzato gli anni Novanta di una Settima arte orrorifica dominata in maniera quasi esclusiva dai vampiri.

Resident evil (2002)

Diretto dal Paul W.S. Anderson che - in fatto di cineVgame - già portò sette anni prima sullo schermo Mortal Kombat, si tratta sicuramente di un titolo che non ha bisogno di presentazioni.
Ispirato all'omonimo videogioco della Capcom, pone in scena una pattuglia di militari inviata in una base sotterranea segreta della Umbrella Corporation, dove un virus è sfuggito al controllo trasformando animali e persone in aggressivi infetti zombeschi.
Il semplice, classico pretesto che basta per introdurre il personaggio della misteriosa e agile Alice, la quale, con le fattezze di Milla Jovovich, va ad affiancare la macho-woman Michelle Rodriguez in un claustrofobico contesto dominato da interni a base di fredde scenografie ultratecnologiche.
E, chiaramente, pur non risultando assenti omaggi romeriani (il momento dell'ascensore pieno di morti viventi richiama in maniera evidente alla memoria Zombi), non è il lato horror ad essere privilegiato, bensì quello d'azione, con tanto di attacco da parte di cani contaminati.
Quindi, da un lato non possiamo fare a meno di riconoscergli il merito di aver influenzato in maniera decisiva il ritorno degli zombi sul grande schermo, dall'altro va in parte colpevolizzato per aver accostato il filone della paura al divertimento da videogame... rischiando, di conseguenza, di privare il genere dell'indispensabile capacità di spavento.

L'alba dei morti dementi (2004)

Nello stesso anno in cui Zack Snyder remakizza Zombi attraverso L'alba dei morti viventi, l'inglese Edgar Wright propone il suo zombie movie da ridere che, annunciato con il titolo Shaun dei morti per una distribuzione cinematografica mai avvenuta, si rifà, ovviamente, alle invasioni di cadaveri a passeggio care a George A. Romero.
Non a caso, oltre a riciclare proprio la colonna sonora del già citato Zombi, propone uno splatterissimo smembramento ripreso di pari passo da uno di quelli storici de Il giorno degli zombi nel raccontare la divertente avventura del neo-single Shaun alias Simon Pegg (anche co-sceneggiatore del film); il quale non solo porta avanti un pessimo rapporto con il patrigno, ma, appunto, si trova a dover fronteggiare - affiancato da parenti e amici - l'improvvisa epidemia che ha trasformato tutti gli abitanti della città in sanguinari morti viventi.
Morti viventi caratterizzati da spaventose palpebre bianche e che, oltre a rendersi protagonisti delle sequenze sanguinolente, in mezzo all'abbondanza d'azione si lasciano pestare sulle note di Don't stop me now dei Queen o annientare attraverso vinili lanciatigli contro la testa dopo essere stati selezionati in base alla qualità del gruppo musicale e del livello di rarità.
E non manca neppure un certo messaggio di denuncia nei confronti di una società sempre più schiavizzata mediaticamente.

Benvenuti a Zombieland (2009)

Primo lungometraggio cinematografico di Ruben Fleischer, inscena con abbondanza di ironia la frenetica fuga attuata dal giovane Columbus e dallo sbruffone cowboy del terzo millennio Tallahassee - rispettivamente con i volti di Jessie Eisenberg e Woody Harrelson - in un mondo i cui abitanti sono stati trasformati da un virus in cadaveri camminanti affamati di carne umana.
Ma non rispecchia né lo stile delle commedie horror alla Il ritorno dei morti viventi 2, né quello de L'alba dei morti dementi. Infatti, con salme ambulanti che corrono come vuole la tradizione d'inizio XXI secolo anziché richiamare quelle lente e dinoccolate a cui ci ha abituati George A. Romero, ci si distacca anche dallo splatter demenziale alla base dei primi lavori di Sam Raimi e Peter Jackson e, sebbene spargimenti di liquido rosso e teste spiattellate non risultino assenti, siamo nell'ambito di un vero e proprio horror d'azione in cui i momenti da ridere fanno solo da tutt'altro che fastidioso ornamento al leggero tono generale.
E, tra flashback, regole utili per la sopravvivenza e l'entrata in scena delle due poco affidabili sorelle Wichita e Little Rock, interpretate da Emma Stone ed Abigail Breslin, non manca neppure un'escursione all'interno della lussuosa abitazione dell'attore Bill Murray... fino alla sequenza finale che, ambientata in un luna park, sembra quasi assumere le fattezze di metafora riguardante il film stesso: uno spazio in cui dedicarsi efficacemente al puro intrattenimento, in mezzo ad azzanna-uomini da bersagliare che qualsiasi spettatore sa benissimo essere soltanto delle maschere.

Warm bodies (2013)

Tratto dall'omonimo romanzo di Isaac Marion e ambientato in un mondo devastato da un misterioso virus che ha finito per trasformare i comuni mortali in mostri divoratori di carne umana, il film di Jonathan Levine racconta la vicenda di Julie alias Teresa Palmer, salvata proprio da uno zombi che è rimasto folgorato dalla sua bellezza: R, con le fattezze di Nicholas Hoult.
Chiaramente, si tratta di un lungometraggio volto a riallacciarsi alla moda cinematografica lanciata dalla saga Twilight, che ha trasferito in ambito romantico-adolescenziale le tematiche del vampirismo.
In questo caso, però, ci troviamo per fortuna ad un livello decisamente superiore rispetto alle tanto ridicole quanto soporifere vicissitudini amorose di Kristen Stewart e Robert Pattinson, in quanto, mentre Hungry heart di Bruce Springsteen viene sfoggiata all'interno della colonna sonora, si tocca con discrete dosi d'azione la celluloide di genere. E, se da un lato John Malkovich fa da padre della protagonista deciso a sterminare tutti i cadaveri a passeggio, dall'altro non manca neppure un omaggio a Zombi 2 di Lucio Fulci.
Con malvagi e mostruosi "ossuti" e un pizzico di splatter... ma nel solo tentativo di ribadire che l'amore rende umani.

World War Z (2013)

È dal romanzo World War Z: La guerra mondiale degli zombi di Max Brooks che Marc Forster - autore di Neverland: Un sogno per la vita e dell'avventura bondiana Quantum of Solace - prende il via per calare Brad Pitt nei panni di Gerry Lane, ex impiegato delle Nazioni Unite che finisce alle prese con un virus letale trasmettibile tramite morso e capace di trasformare gli esseri umani in creature irriconoscibili e aggressive.
Un virus su cui decide di fare luce e che non tarda ad espandersi a livello globale, nel corso di un'operazione che, a partire dalla sequenza emmerichiana di apertura dell'ingorgo urbano, manifesta in maniera evidente i connotati di un disaster movie in salsa zombesca.
Disaster movie in cui si avverte ancora lo spettro della paura nei confronti del terrorismo post-11 Settembre 2001 e che, tra uno scontro sotto la pioggia e un'escursione in Sud Corea, trova anche il tempo di proporre un attacco a bordo di un aeroplano ad alta quota ed una maestosa invasione a Gerusalemme.
Man mano che, con David Morse e Pierfrancesco Favino inclusi nel cast, tende a privilegiare la spettacolarità rispetto al lato horror (del tutto assenti appaiono i consueti sbudellamenti a suon di effetti splatter), concentrandosi, più che altro, sulle imprese d'azione portate avanti dal protagonista... fino all'originale trovata conclusiva.