Non avendo mai sentito nominare nè il Teatro nè i due attori, la cosa ci avrebbe lasciati indifferenti se non fossimo capitati a vedere la mostra che proprio in quei giorni il Museo di Arte Contemporanea in Veletržní Palác
dedicava a Oskar Kokoschka
La mostra comprendeva anche una consistente sezione incentrata sulla scena teatrale praghese degli anni trenta,
ed in particolare su Jiří Voskovec e Jan Werich e il loro Teatro Liberato.
Ci è venuta la curiosità di saperne un po' di più, e abbiamo scoperto che i due attori affrontavano temi politici molto coraggiosi e per l'epoca assai rischiosi
La storia del duo, in breve, è questa.
Jan Werich e Jiří Voskovec frequentano ancora le medie quando fanno amicizia. Lavorano entrambi nella redazione della rivista Přerod e cominciano a collaborare coll'Osvobozené divadlo, Il teatro liberato di Praga, legato al gruppo d’avanguardia Devětsil. La loro recitazione si ispira a Charlie Chaplin, ma anche alla coppia Laurel e Hardy e a Maurice Chevalier ed è fortemente influenzata dalla famiglia Fratellini, i famosi raffinati clown del circo Medrano
Voskovec e Werich sono specialisti nell'improvvisare gag prendendo spunto dai suggerimenti del pubblico, e questa è una novità assoluta che pare sia nata una sera casualmente, per dar tempo allo staff tecnico di rimediare ad un guasto improvviso della scena.
Usano l'arma della satira, quella a loro più congeniale, e con Cesare mettono in scena un Benito Mussolini ansioso di fare la guerra, un primo avvertimento sul pericolo incombente del fascismo.
L'anno dopo sono ancora più espliciti con L’asino e l’ombra, e fanno imbufalire l’ambasciatore tedesco a Praga che infine, dopo la loro terza opera dichiaratamente antinazista, pretende ed ottiene che i due attori vengano cacciati dal teatro U Nováků.
Emigrano negli Stati Uniti ma continuano a lavorare anche durante la guerra, mettendo in scena opere in inglese per il pubblico americano, e in ceco per i connazionali che come loro sono emigrati in America. Sono presenti con i loro programmi antinazisti anche per radio sulla Voice of America. Dopo la guerra Werich torna a casa nel 1945 e Voskovec l'anno successivo. Il clima in patria però è profondamente cambiato, e per la satira del Teatro Liberato non è più aria. Voskovec allora decide di tornare per sempre in America e negli anni 50 lavora come caratterista in film importanti, ma non avrà più il successo che aveva in patria. Werich invece rimane a Praga dove interpreta film che vengono apprezzati, caso raro, sia dal pubblico che dalla censura del regime, e raccolgono anche un buon successo all'estero, tanto da ottenere addirittura un premio della giuria al Festival di Cannes. E' oramai l'attore più amato della Cecoslovacchia e ha una discreta fama internazionale, per questo nel 1967 gli viene proposto il ruolo del cattivo in un film di 007 ma dopo una settimana soltanto il ruolo gli viene tolto e non si è mai saputo il perchè. Circolava una versione secondo cui il produttore, vedendolo troppo somigliante a Babbo Natale, lo avrebbe ritenuto poco credibile nelle vesti di cattivissimo, ma l'ipotesi più probabile è che il regime abbia minacciato di impedirgli di tornare a casa se avesse girato il film. Nel ’68 in un primo tempo si schiera a favore di Alexander Dubček ma dopo l’invasione russa fugge a Vienna dove ritrova l'amico Voskovec. Resiste un anno, poi capisce che non può vivere lontano dalla sua terra e torna a casa. Purtroppo in seguito farà delle scelte che non tornano a suo onore, come ad esempio la mancata firma su Charta 77, il famoso documento in difesa dei diritti umani e civili. Firma invece l’anti-Charta 77, anche se dichiarerà poi di esser stato ingannato. Ma tutto questo non scalfisce la sua popolarità, tanto che i connazionali continuano ancora oggi a rendere omaggio alla tomba nel cimitero di Olšany dove Werich riposa dal 1980 accanto all'amico Voskovec.