Pranayama è la regolazione del prana: l'energia vitale che mantiene il corpo fisico in attività.
Secondo i Veda ogni uomo e ogni divinità nascono con un numero di respiri già assegnato, terminati quelli la vita cessa: un buon motivo per imparare a respirare bene. Il respiro purifica l'organismo, aiuta ad eliminare le tossine e a regolare le emozioni.
Senza addentrami troppo nei testi che danno a questa pratica un'importanza incommensurabile, mi piacerebbe trasmettere il concetto che una corretta respirazione è la conditio sine qua non di una buona pratica yoga. Come per gli Asana, anche la respirazione va esercitata a piccoli passi. Vi ho convinto? Qui sotto una tabella per iniziare:
L'atto del respiro si divide in quattro fasi:
Puraka: l'inspirazione, l'ossigenazione dell'organismo
Antara kumbhaka: la ritenzione interna del respiro, in questa fase si distribuisce l'energia acquisita
Rechaka: l'espirazione, la purificazione, l'eliminazione delle tossine
Bahya Kumbhaka: ritenzione in espirazione
Le pratiche di pranayama includono varie tecniche che utilizzano questi quattro aspetti della respirazione. Per iniziare, meglio lasciar da parte le ritenzioni e impegnarsi in una respirazione in cui Puraka sia più breve di Rechaka.
Arrivare a un espiro della durata doppia dell'espiro aumenta la concentrazione e la stabilità della mente. L'espirazione doppia è la base di tutte le tecniche di pranayama.