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Prandelli contento di aver perso? Le "incomprensibili" parole del CT in conferenza stampa dopo la sconfitta

Creato il 03 luglio 2012 da Paopasc @questdecisione

Prandelli contento di aver perso? Le

Sempre ammesso che quelle riportate siano le parole pronunciate da Prandelli nell'ultima conferenza stampa di Euro 2012, dopo la sconfitta in finale, mi sembrano letteralmente incomprensibili. Le frasi sono queste:

"Forse nell’ultima partita avrei dovuto avere un po’ di coraggio nel rivoluzionare le squadra - ha ammesso il tecnico dell'Italia - ma sarebbe stata una mancanza di rispetto verso chi ci aveva portato in finale [vedi tuttoeuropei]

e queste

"Siamo un Paese vecchio, con tante cose da cambiare - dice Prandelli, accolto dall'applauso dei giornalisti all'ingresso in sala stampa -. Noi siamo venuti all'Europeo per cambiare, per perseguire un'idea senza farci condizionare dal risultato. In questi due anni abbiamo cercato di costruire una Nazionale con la mentalità di un club. Siamo partiti senza aspettative e abbiamo fatto sognare l'Italia". E ancora: "Vincere l'Europeo avrebbe fatto bene, ma avrebbe tolto l'equilibrio a qualcuno. Non siamo ancora pronti per vincere, quando lo saremo vinceremo e rivinceremo ancora, senza alti e bassi né disagi". [vedi  tmnews]


Sulla prima frase e, nello specifico, su  "ma sarebbe stata una mancanza di rispetto verso chi ci aveva portato in finale", si potrebbe pensare che Prandelli, pur consapevole che la squadra messa in campo non era la migliore, l'ha deliberatamente fatto solo per rispetto a quei giocatori che avevano contribuito a portarla in finale. Salvo condannarli a una pessima figura e all'umiliazione, loro e l'Italia intera, unicamente perchè dei giocatori fuori forma meritavano la passerella della finale. Probabilmente a Prandelli  non ha sfiorato neanche per un attimo l'idea che l'allenatore della Nazionale italiana di calcio deve del rispetto anche ai cittadini italiani, ai milioni di tifosi che aspettavano con ansia la partita e che avrebbero voluto che l'Italia se la giocasse alla pari, come era successo nella partita inaugurale, non che si rinunciasse in partenza disponendo sul campo una formazione fuori condizione.Con le altre affermazioni riportate da Tmnews si va di male in peggio: "Vincere l'Europeo avrebbe fatto bene, ma avrebbe tolto l'equilibrio a qualcuno. Non siamo ancora pronti per vincere, quando lo saremo vinceremo e rivinceremo ancora, senza alti e bassi né disagi". Che significa questa frase? Che Prandelli ha agito in modo da non farci vincere? E quando saremo pronti e, soprattutto, chi lo decide e in base a cosa, avversari permettendo, che siamo pronti per vincere?


Questa idea fatalistica che le vittorie arrivano da sole non tiene conto dei fattori contingenti che influenzano i risultati sportivi. Sempre meglio fare il possibile con le forze che si hanno a disposizione che sperare di raggiungere un nirvana di condizione psico-fisica che dovrebbe consegnarci vittorie e coppe a piene mani. Schierare una formazione di giocatori fuori forma invocando poi l'idea che quando saremo pronti arriveranno le vittorie, un po' come sta accedendo alla Spagna, mi sembra cullarsi in un sogno. A mia conoscenza la Spagna è l'unica squadra che ha iniziato un ciclo di vittorie così costante e continuo. È giusto averla come riferimento ma irrealistico pensare di emularla attendendo che arrivi il momento magico e duraturo. 

Ripeto, meglio provare a vincere con le forze (fresche) che si hanno che aspettare un teorico stato di grazia. Il rispetto che si deve ai giocatori che ti hanno condotto alla finale non deve far venire meno quello che si deve agli italiani: la Nazionale non gioca per se stessa ma per l'Italia, che deve rappresentare. Chi gioca deve essere al meglio della condizione, per onorare la maglia che indossa. Pretendere di giocare (e far giocare) solo perchè si è contribuito a portare la squadra all'ultimo scontro, anche se non si è in condizione,  significa derogare al rispetto che si deve ai propri tifosi e mancare per primi a quel rispetto che si chiede a piene mani.  


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