Pranzo, cena o tè: la tradizione inglese per eccellenza

Creato il 16 gennaio 2014 da Acrossthechannel

In Italia è facile: facciamo colazione la mattina, pranziamo verso l’una, ceniamo la sera per le otto. Chi va ancora a scuola farà uno spuntino a metà mattinata (la ricreazione, come si chiamava ai miei tempi) e i più piccolini una merenda a metà pomeriggio. Al di là dell’età, i pasti principali saranno tre intervallati da qualche spuntino, più o meno salutare, ma quella è un’altra storia.

Cosa succede al di qua della Manica? Mi è capitato spesso negli ultimi anni a stretto contatto con uno degli indigeni dell’isola che mi venisse chiesto, alle nove di sera, “Cosa hai mangiato per tè?

In una sala da tè di Warwick

Tè? La bevanda calda sciacqua-budella con il limone d’inverno e fredda alla pesca d’estate? Sì esatto, quel tè e per quanto gli inglesi possano annoverare alcune delle abitudini culinarie più discutibili, essi non cenano con il tè. Semplicemente, come già la lingua inglese ci ha insegnato, spesso la lunghezza di una parola è inversamente proporzionale ai significati che la stessa avrà.

A quanto pare Tè non è solo il nome della bevanda tanto amata da Sua Maestà, ma diventa anche il nome per chiamare un pasto della giornata. Ho fatto delle ricerche finendo col perdermi in un ginepraio di diverse scuole di pensiero e per semplicità possiamo dire che il modo in cui i pasti della giornata vengono definiti dipende principalmente dall’area geografica e dalle dimensioni del pasto stesso. Semplice? Non proprio, se si pensa che il solo tè, per esempio, in passato era High Tea o Afternoon Tea… A seconda di chi lo beveva e quando!

Quella del tè è un’abitudine che inizialmente era riservata alle classi più abbienti della società inglese, essendo una bevanda pregiata di importazione. Si vuole dare l’inizio di questa tradizione ad Anna, Duchessa di Bedford che, nel 19esimo secolo, proprio non ce la faceva poverina ad arrivare a stomaco vuoto fino a cena e quindi prese l’abitudine di consumare nella sua stanza uno spuntino a metà pomeriggio, fatto di tè e sandwich. Ecco nato l’Afternoon Tea, il tè del primo pomeriggio. Con il passare del tempo, mentre questo diventava più alla portata di tutti, cambiava anche il modo in cui esso veniva preso nell’arco della giornata: nell’alta borghesia l’Afternoon Tea (o a volte chiamato anche low-tea) non si limitava più alla classica bevanda calda con il latte che tutti conosciamo e che in Italia provoca conati di vomito al sol pensiero, ma era accompagnato da sandwich, tartine e scones per concludere, delle brioche al burro con una superficie croccante sui quali si spalmava crema e marmellata. Insomma, la pausa tè diventava un pasto leggero da consumarsi a metà pomeriggio per concludere poi la giornata con uno spuntino, spesso una minestra, chiamato Supper.

The House Theatre tea room, Vauxhall

E tutti i poveri lavoratori? Quelli che si spaccavano la schiena nelle miniere e nelle fabbriche di Liverpool? Essi non avevano certo il tempo per sedersi a metà pomeriggio, sorseggiare una tazza di tè, spilucchiare cibo da un vassoio assortito e fare gossip sulla vita mondana di Londra. Nacque così tra le classi lavorative del nord dell’Inghilterra lo High Tea, il Tè Alto se proprio vogliamo darci alle traduzioni selvagge. Perché era alto? Le classi medio-basse inglesi volevano compensare la bassa posizione che ricoprivano nella società? Preso da un attimo di estrema curiosità ho fatto delle ricerche anche su questo chiedendo ai miei amici britannici doc e l’idea più accreditata vuole che il nome sia dovuto dal fatto che lo High Tea della classe lavoratrice era consumato a tavola a differenza dell’Afternoon Tea dei ricchi che era preso sedendo sui divani dei loro salotti (quindi più bassi, ecco perchè low-tea). L’altezza in questo caso era data dal giaciglio che si sceglieva per il pasto che, nel caso dello High Tea, era consumato in tarda serata, al ritorno dalle fabbriche o dalle miniere, e consisteva in un cena di patate, vegetali vari e carne se la tavola lo permetteva. Il tutto accompagnato da una bevanda di tè. Ancora oggi, soprattutto nelle famiglie tradizionalmente appartenenti alla classe lavoratrice, si usa il termine tè per riferirsi a quella che noi chiameremmo più semplicemente cena.

E oggi cosa succede? La tradizione del tè è sicuramente cambiata e sono veramente pochi quelli che si possono permettere di sedersi intorno ad un tavolo ogni giorno per consumare un classico Afternoon-tea o Cream Tea, nome che nasce dalla combinazione di tè e scones con panna e marmellata, che oggi viene servito nelle sale da tè della città e negli hotel più in del centro e che è diventata ormai un’attrazione per i turisti che ancora credono che alle 4 del pomeriggio il mondo nel Regno Unito si fermi per tutti. Per gli inglesi (e per chi vive qui da 5 anni) il Cream Tea consumato in una sala da tè è uno sfizio che ci si toglie di tanto in tanto, magari per un compleanno o quando il pomeriggio ad Oxford è freddo e si hanno tante cose da raccontarsi con la propria amica.

Il tè rimane comunque per gli inglesi la bevanda da consumarsi durante tutto il giorno o da offrire ad un amico che passa a trovarti. Non solo: il tè sembra avere effetti benefici su qualsiasi dramma sembri affliggere la vostra vita. Nel periodo passato a stretto contatto con un indigeno, una tazza di tè era la soluzione a qualsiasi giornata pesante io potessi aver avuto o a qualsiasi garbuglio lavorativo da sbrigare. Let’s have a cuppa, e tutto passava. E se pensate che un buon tè sia soltanto un filtro con delle foglie dentro schiaffato in una tazza d’acqua bollente allora pensate alla vostra faccia dopo aver dato il primo sorso ad un espresso di uno Starbucks di Londra.

Il sorseggiare, su questo lato della Manica, è davvero un’arte. Un’arte aperta a tutti e che non richiede particolari capacità: tutto quello che ci vuole è un po’ di pazienza e la capacità di saper rallentare un po’ i ritmi nella frenesia della giornata. Si mette su la teiera (il kettle), nel frattempo si preparano le bustine di tè nelle tazze precedentemente riscaldate con dell’acqua calda. Si versa l’acqua nelle tazze. Si gira. Si versa del latte e lo si zucchera, se ci va. Poi ci si siede e si inizia la catartica, rilassante, illuminante arte del sorseggiare che meglio funziona se la si condivide con un amico.

The Elephant House, Edimburgo


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