PRATO. Giovane, professionista e responsabile dell’immigrazione in FI: Giorgio Silli sostiene Alessandro Cattaneo.

Creato il 13 ottobre 2014 da Agipapress


a destra Giorgio Silli con Alessandro Cattaneo
Alessandro Biafora e Federica Di Benedetto  

PRATO. Sono giovani, tutti under 40, con la passione per la politica, sono i professionisti 2.0  impegnati con Alessandro Cattaneo nel progetto di rilancio di Forza Italia.  Dopo Nicolò Bufalini l'énfant prodige di Roma, tra i più vicini a Cattaneo c'è Giorgio Silli, consigliere comunale a Prato, coordinatore provinciale di Forza Italia e grande amico dell'ex sindaco di Pavia. “Abbiamo tutti una storia simile  – esordisce così Giorgio Silli, uno degli amministratori testa e cuore che stanno lavorando a stretto contatto con Cattaneo  - io nasco politicamente in Forza Italia 10 anni fa, nel 2009 vinco a Prato e sono il primo degli eletti in una città di 220 mila abitanti,  dove  divento assessore all'immigrazione. Nel 2010 alle Governiadi di Bolsena, una due giorni di incontri dedicati alla politica, ho conosciuto Alessandro Cattaneo ed è nata da subito una bella intesa e col tempo un'amicizia di famiglia. Dopo qualche mese insieme ad un altro giovane di Forza Italia Andrea Di Sorte decidemmo di impegnarci in prima persona per aiutare il nostro partito in un  momento tragico, perché se oggi siamo ai minimi storici,  in realtà la discesa è iniziata tre anni fa”.  Stessi ideali, grande passione per la politica portano quel gruppo di giovani  a sfidare il sistema ma anche se stessi: “Il rischio di essere allontanati dal partito non ha frenato la nostra volontà di esserci – prosegue Silli – superato una certa diffidenza iniziale con cui venivamo accolti nei salotti politici; devo dire che Alessandro è riuscito a diventare vicepresidente di Anci e a conoscere le persone che contavano a Roma, in parallelo ha avuto una squadra forte e coesa, quello che io chiamo  il cerchio magico, ovvero il gruppo ristretto della prima ora che non è mai mancato”. Chi sono dunque i ragazzi del rilancio, quei giovani del cerchio magico legati da ideali politici e da una profonda amicizia, più forte delle spaccature interne al partito e della crisi? Giorgio Silli con orgoglio snocciola nomi e obiettivi: “Siamo una decina di persone, tutti professionisti, impegnati  a costruire una rete importante, capillare sul territorio perché il nostro partito per conoscere il polso della situazione non si misura come molti altri con  conferenze o primarie, noi abbiamo bisogno di un confronto diretto con la gente, quindi sul territorio, ed è per questo che da tempo giriamo l'Italia, ancor prima del tour ufficiale partito la scorsa estate con la benedizione assoluta delle massime autorità del partito”. In pochi mesi i ragazzi di Forza Italia da nord a sud hanno lavorato per la raccolta firme: “Siamo stati tra i pochi, anzi pochissimi a raccogliere circa 20mila firme regolari che abbiamo consegnate al partito – racconta con orgoglio Silli – poi non se ne fece nulla per le primarie ma questo destò stupore ai vertici perché voleva dire avere una rete importante. Oggi abbiamo un database con decine di migliaia di persone che vogliono avvicinarsi a Cattaneo e quindi al partito, il nostro scopo è di riuscire a cambiare qualcosa, in meglio naturalmente ”. Hanno le idee chiare, nomi più o meno conosciuti sul territorio e una rete che copre ogni regione italiana, il tutto con il beneplacito di Berlusconi: “Abbiamo Mariachiara Fornasari consigliere comunale a Brescia, Federica Di Benedetto di Lecce candidata alle Europee ha ottenuto 20 mila preferenze, Mauro Datis ex vicesindaco di Brindisi,  Alessandro Biafora, figlio d'arte, il padre fu senatore democristiano, che oggi sta battendo tutta la Calabria per ricostruire il consenso popolare. Del gruppo fa parte anche Armando Coppola presidente di un quartiere  di oltre 100 mila abitanti del Comune di Napoli, Andrea Di Sorte assessore a Bolsena ed ex Presidente Anci  giovane, Andrea Borgati di Mantova, Nicolò Bufalini ragazzo prodigio di Roma, Andrea Tronzano di Torino ed Everest Bertoli capogruppo al comune di Trieste.  Siamo riusciti a coprire tutte le regioni, le provincie e i comuni con una rete fitta e capillare – prosegue il consigliere comunale di Prato, fedelissimo di Cattaneo -  è una rete che risponde bene perché quando c'è necessità di lavorare, tutti si fanno in quattro. Siamo tutti “under 40”,  chi ha già avuto esperienze amministrative o politiche di un certo livello è sopra i 35 anni, gli altri addirittura sotto, abbiamo incarichi importanti e a livello istituzionale e a livello di partito, c'è chi è coordinatore provinciale, chi comunale o fa parte della segreteria nazionale o dell'ufficio di presidenza, quindi una grande fatica e un impegno notevole, ma devo dire che oggi siamo un bel gruppo coeso ed avere nel gruppo amministratori locali, sindaci, consiglieri ed assessori equivale ad avere un consenso molto esteso in caso di elezioni”. I vertici lo sanno ed infatti Berlusconi, dopo aver dato l'incarico a Toti e Cattaneo di scovare nuovi talenti sul territorio, segue i ragazzi con occhio attento “Con Berlusconi abbiamo un rapporto ottimo, lui ha scelto e incoraggiato Alessandro nel fare questa selezione – spiega Silli - poi Berlusconi fa bene a dare la possibilità di lavorare e di volare a chi può e vuole veramente volare, poi sarà lui e i vari coordinatori nazionali a decidere il nostro valore”. Nel frattempo le nuove leve del partito percorrono  l'Italia da nord a sud con un tour al quale, di settimana in settimana, si aggiungono tappe e appuntamenti, il tutto a ritmo vertiginoso mettendo in luce resistenza e organizzazione: “Il lavoro da fare è estenuante, cerchiamo di accorpare 3 o 4 incontri nella stessa zona, ad esempio questa settimana avremo Pisa, Prato e Montecatini, in più io sono un imprenditore tessile, ho uno studio professionale di verifiche industriali oltre ad un incarico nazionale nel partito e sono il segretario provinciale del partito a Prato, l'impegno è tanto ma crediamo che il ferra debba essere battuto quando è caldo e ora il ferro è incandescente e non vorremmo farlo freddare”. Tanti i temi di confronto e di dibattito durante gli incontri con gli amministratori locali e i cittadini, lavoro, tasse, spesa pubblica ma anche immigrazione, tema che fa discutere, che divide e che sembra essere una delle questioni più spinose per ipotizzare una nuova ala di centrodestra compatta. Silli nel ruolo di responsabile nazionale di Forza Italia per l'immigrazione non ha dubbi al riguardo “Lla questione è semplice,  noi crediamo che chi rischia di morire in mare debba essere salvato, debba essere portato sulla terraferma e rifocillato. A quel punto però noi crediamo che debba essere strappato l'accordo di Dublino tra gli Stati europei, dove si dice che chi chiede l'asilo politico debba ottenerlo nel luogo dove approda. Io faccio parte della commissione immigrazione e qualche giorno fa a Bruxelles ho esposto questa soluzione, o l'Europa decide di spalmare al suo interno  gli emigranti e a quel punto non se ne accorgerebbe nessuno perché su 100 mila ne andrebbero 10 mila in ogni Paese europeo, quindi strappando l'accordo attuale  e riscrivendolo e, se si vuole, si può fare, per aiutare l'Italia all'interno dell'Europa – commenta Giorgio Silli – oppure come seconda soluzione sarebbe trovare un Paese mediterraneo amico e a questo proposito mi viene in mente ad esempio la Tunisia a cui Berlusconi aveva dato soldi  e anche barche per pattugliare le coste.  In questo caso si tratterebbe di dirottare una parte dei soldi  che noi mettiamo a disposizione ai profughi, 40 euro a testa ovvero 4 milioni al giorno, a un governo amico, che dovrebbe pattugliare le coste con le barche, che noi gli abbiamo regalato durante il governo Berlusconi, salvare le persone che rischiano di affogare, e indirizzarle in un campo profughi in Tunisia realizzato e mantenuto con i soldi di Mare Nostrum. A quel punto si definirebbe a chi dare asilo politico e in quale Paese indirizzarlo, se arrivasse in Italia rimarrebbe nel nostro Paese, altrimenti raggiungerebbe lo Stato di destinazione senza transitare dall'Italia”. E con estrema lucidità, Giorgio Silli analizza uno dei temi più caldi della politica italiana attuale. “Alfano non ha capito, o fa finta di non capire: il problema vero non è se io li salvo con navi italiane o spagnole  o francesi, il problema è che questi stranieri, una volta salvati, arrivano sulle coste italiane e vanno ad alimentare il popolo di coloro che chiedono l'elemosina al semaforo”- prosegue Silli che in qualità di responsabile nazionale di Forza Italia per l'immigrazione fa una ulteriore riflessione: “Il popolo italiano non è un popolo cattivo, non vuole vedere sparare ai barconi, il popolo italiano vuole che i bambini, le donne e gli uomini vengano salvati, possano circolare liberamente in Europa e andare dappertutto. Se invece vogliamo, come si sente dire da qualcuno, mandarli via, sparare a tutti, sappiamo non essere una soluzione che noi possiamo condividere”. Le idee sono chiare, il gruppo coeso, il futuro già delineato, “Siamo assolutamente impenetrabili da ogni tipo di screzio o di tentativi di divisione; noi non siamo una corrente, siamo compatti ed uniti e soprattutto non c'è all'interno del cerchio magico una corsa singola di uno sull'altro a superarsi, il nucleo è ancora quello iniziale. Siamo sicuri – conclude Giorgio Silli – che anche anagraficamente tra 10 o 20 anni saremo ancora a fare politica insieme con la rete nazionale che stiamo costruendo possiamo essere il detonatore che fa scattare la reazione a catena per andare contro Renzi. Nel nostro partito Berlusconi decide, lui sa che in noi ha una grande risorsa, noi ci mettiamo a disposizione, lui deciderà cosa fare”. 
a cura di Federica Bosco

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