Quello che ieri 13 novembre 2015 si è consumato nella capitale francese può essere paragonato a quanto successo l’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. È davvero difficile pensare come si possano sentire i cittadini parigini in queste ore, quale paura e dolore stiano provando.
Voglio stringermi “virtualmente” al vostro dolore con una poesia: “Invictus”, “invitto”, “mai sconfitto”. E’ stata scritta dal poeta inglese William Ernest Henley, ed è la stessa poesia che Nelson Mandela utilizzava per alleviare gli anni della sua prigionia durante l’apartheid.
Invictus
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Nera come un pozzo da un polo all’altro,
Ringrazio qualunque dio esista
Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze
Non ho arretrato né gridato.
Sotto i colpi d’ascia della sorte
Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d’ira e lacrime
Incombe il solo Orrore delle ombre,
E ancora la minaccia degli anni
Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio,
Quanto piena di castighi la vita,
Io sono il padrone del mio destino:
Io sono il capitano della mia anima.