Atipici a chi
E gli anziani? Anche la condizione degli anziani pensionati “risulterà peggiore e più incerta”.
Una sorte malevola è riservata altresì ai contratti di lavoro, come se non bastassero le manomissioni alla Marchionne. Leggiamo che “andranno fortemente attenuandosi tutte le forme di regolamentazione, compresi i contratti collettivi di lavoro.” Insomma “la tendenza alla deregolamentazione proseguirà nei prossimi anni. Verrà operata una forte semplificazione dei contratti di lavoro”. Qui i ricercatori per fortuna pongono un piccolo limite: “non si arriverà ad avere solo contratti di lavoro individuali”. Fatto sta che “Le forme contrattuali del settore privato, genereranno lunghi percorsi d’instabilità professionale… L’accesso ai contratti a tempo indeterminato continuerà a essere l’esito di un lungo percorso di precarietà, in cui il datore di lavoro rappresenta il soggetto più forte e deciso”.
A un certo punto della ricerca si usa, sempre a proposito dei precari un titolo caro ai carcerati “Fine pena mai”. Come a dire che per loro c’è l’ergastolo, non c’è altra speranza: “La precarizzazione dei giovani si accentuerà e tenderà a diventare cronica: gran parte di loro si troverà normalmente fino ai trent’anni in condizione di preassunzione”.
Malgrado questi scenari il “rifiuto della politica” raggiunto il suo picco negativo verso il 2020 tenderà ad attenuarsi. Fatto sta che per ora giovani e anziani propenderanno per la partecipazione a forme di associazionismo articolate. Non si salvano nemmeno i sindacati: “…Nonostante gli sforzi effettuati, avranno difficoltà a intercettare e offrire rappresentanza ai lavoratori atipici”. Così “la presenza sociale del sindacato diminuirà; si verificherà uno spezzettamento della rappresentanza sindacale”. I sindacati verranno considerati: spesso troppo vicini a modi di far politica centralistici, burocratizzati e distanti dai cittadini; a volte incapaci di un reale ascolto delle problematiche e delle persone”.
Profezie fantasiose? La speranza è che vengano smentite. Resta il fatto che la ricerca promossa dal Fnp-Cisl e presentata a un recente “Festival delle generazioni” a Firenze, merita di essere discussa e approfondita. Anche perché non è frutto di quattro menti estremiste.