Ladies’ Detective Agency N. 1
“L’Africa è così. Fila tutto liscio finché un giorno ti svegli e scopri che ti hanno tagliato la gola.”
Gli elementi indispensabili per aprire la sua agenzia investigativa in Botswana, di cui evidentemente c’è bisogno, sono: una stanza, come ufficio; due scrivanie e tre sedie; una segretaria, per leggere la posta e battere a macchina; un albero di acacia, dove sedersi a pensare; ed immancabile un tè rosso, sempre caldo e fumante, da sorseggiare insieme a clienti e amici. Niente indagini scientifiche. Niente computer. Solo ragionamenti e intuito.
Scena della serie tv, ispirata dai romanzi di Alexander McCall Smith
A Preciuos, sin da bambina, è stato insegnato ad utilizzare la propria intelligenza, a rafforzare la memoria e a non trascurare il naturale intuito femminile. Dopo una fallimentare vicenda sentimentale, ha deciso di chiudere con gli uomini. Per lei non saranno più nient’altro che amici. L’unico uomo di cui si è presa cura, fino all’ultimo dei suoi giorni è stato il padre, al quale, in punto di morte, con fierezza, ha rivelato cosa ne avrebbe fatto dei soldi dell’eredità, ossia avrebbe fondato un’agenzia investigativa privata, la prima gestita interamente da una donna, in Botswana. Il padre, che l’avrebbe voluta proprietaria di una macelleria, non ce la fa a darle effettivamente la sua approvazione, ma ormai la decisione di Precious è presa ed è così che nasce Ladies’ Detective Agency N. 1.
Un occhio di riguardo, l’autore inserisce nel descrivere quella che è la cultura del Botswana. L’Africa, in tutto il suo splendore ambientale e nei suoi aspetti folcloristici, regna tra le pagine.
Un giallo d’intrattenimento, rilassante, splendido da leggere, adatto a riflettere sui perché della vita e sulle condizioni esistenziali, che tendono a reiterarsi in ogni cultura, ma anche a mettere alla prova il proprio intuito investigativo, tra umorismo e sensibilità.
“In Africa c’era una tale sofferenza che eri tentato di scrollare le spalle e di allontanarti. Ma non potevi farlo, pensò. Non potevi e basta.”
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