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“Precipizio fiscale USA (fiscal cliff)”: molto forte, incredibilmente vicino.

Creato il 11 novembre 2012 da Investiresemplice

Ciao, oggi ti scrivo per commentare un appuntamento, che ritengo di estrema importanza soprattutto perché rappresenta concretamente una “sintesi” della crisi planetaria, che si è abbattuta sull’economia: il “fiscal cliff” degli USA, che tradotto è letteralmente “precipizio o burrone, fiscale” :cry:

Prima di tutto, mi preme sottolineare che tutte le istituzioni internazionali, senza eccezione alcuna, sono oramai concordi nell’affermare che i dati economici di tutte le economie sono tutt’altro che in salute, e con previsioni di peggiorare nei prossimi 12-24 mesi. Persino l’imperturbabile Germania, commentata su questo blog più e più volte, restia fino a sei mesi fa a mostrare un atteggiamento collaborativo con le nazioni in difficoltà, ha iniziato ad accusare la “crisi” in questo ultimo periodo e a rivedere il proprio atteggiamento intransigente:?

Come sai, non sono incline a soffiare sul fuoco della paura né ad alimentare la preoccupazione e il pessimismo già dispensato in grandissima quantità dai media. Tuttavia l’informazione non può esimersi dal commentare un deterioramento evidente dell’occupazione, dei consumi e della fiducia dei consumatori di mezzo globo. Per ciò mi è subito sembrato evidente il legame che c’è tra questa importante scadenza americana di Gennaio 2013 e la scarsa efficacia delle soluzioni fin qui prese dalle riunioni, ormai frequentissime, dei leader politici del G20.

“Precipizio fiscale USA (fiscal cliff)”: molto forte, incredibilmente vicino.
Veniamo alla domanda di oggi: cosa è il “fiscal cliff”?.

Come abbiamo detto è letteralmente il “precipizio fiscale” che Obama, recentemente rieletto, dovrà affrontare ad inizio 2013. E’ da molti considerato un momento delicatissimo della vita politica statunitense, che in ogni caso, condizionerà l’andamento economico della vita dei cittadini americani e non solo.

Barack Obama dovrà subito cercare un accordo al Congresso per evitare che vengano estesi in modo automatico, i tagli alla spesa (dei sussidi per i disoccupati) e le riduzioni fiscali in vigore oggi. Si tratta di misure che potrebbero compromettere la crescita già stentata dell’economia americana, in quanto disoccupati senza sussidio e l’aumento di tasse e imposte ridurrebbe i consumi interni, che in america sono importanti molto più che altrove.

Secondo gli esperti varrebbero almeno un punto percentuale della ricchezza americana). Ma che soprattutto farebbero aumentare in modo insostenibile il gigantesco debito pubblico americano che dal 2008 è cresciuto dal 76% al 107% del Pil e che lo scorso agosto ha sforato il tetto dei 16mila miliardi di dollari

:roll:


“Precipizio fiscale USA (fiscal cliff)”: molto forte, incredibilmente vicino.
La sfida della Casa Bianca è quella di mettere d’accordo il congresso, diviso tra democratici e repubblicani con posizioni molto distanti. I primi, vorrebbero infatti mantenere gli aiuti sociali e  agire con una riduzione dell’indebitamento a lungo termine, i repubblicani invece, più o meno, l’esatto contrario. In “palio” c’è il rischio di taglio del rating degli USA, da parte dell’agenzia Fitch, che ha già prospettato la riduzione del giudizio dalle attuali AAA (“tripla A” – il massimo di solidità per uno stato). Intuitivo è l’impatto che ciò avrebbe (o meglio avrà in ogni caso) sull’economia e sui mercati finanziari.

Ti starai chiedendo cosa c’è di nuovo? qual’è l’elemento più significativo di questa situazione?

Quando ho analizzato la situazione non ho potuto che esclamare tra me e me: “…per forza Renato! vedi, i nodi stanno venendo al pettine…”

L’atteggiamento ti tutti i paesi industrializzati, così come gli USA, mi ha fatto venire in mente il comportamento di quel cliente privato che, poiché ha visto ridursi il proprio reddito per via della crisi, non riesce più a fronteggiare i consumi, le tasse che nel frattempo sono aumentate, e la rate eventuali dei propri debiti.

Cosa fa allora questo cliente?

Dapprima se li ha, attinge ai risparmi. Poi, se non riesce in questo modo a mantenere i bisogni “primari” si indebita. Con quale effetto dannoso? si trova oltre alla situazione insostenibile che non è riuscito a fronteggiare, nuove rate dei debiti che ha mutuato. Come un topolino sulla ruota, si mette sempre più in difficoltà.

Continuiamo da 24 mesi, a sentire parlare di crescita come soluzione del problema. Sono d’accordo su questo punto, ma a patto che sia una “crescita” sana, con una produzione di beni e servizi realmente utili all’individuo. La crescita può trasformarsi viceversa in puro “veleno”,  se viene generata con la “leva del debito” e finalizzata a prodotti e attività di cui non abbiamo realmente bisogno. Non entro nel dettaglio perché l’elenco di ciò che riteniamo utile e indispensabile è troppo soggettivo e personale. Tuttavia quando parlo di reale utilità, mi riferisco alle energie sostenibili, alla corretta alimentazione, all’istruzione, alla ricerca, alla salute, al benessere della società. Il “resto”, parlo francamente , lo stiamo vedendo “franare” giorno dopo giorno.

Mi sembra, in altri termini, che si continui a mettere dei “cerotti” ad un sistema liberale che, così come è concepito, e se arrivato a questo punto, ha letteralmente fallito. Abbiamo cantine e solai pieni di vestiti che non abbiamo quasi mai messo, e abitudini che ci sono state create per massimizzare profitti, ma di cui realmente non necessitiamo. E ora, rischiamo di perdere il lavoro.

Gli USA si trovano per primi, in virtù della loro maggior efficienza rispetto ad altri paesi occidentali, al bivio concreto dove indebitamento e “leva dei consumi/capacità di spesa dei cittadini” non sono più conciliabili. Anziché fermare questa spirale, si continua a “drogare” e “sedare” un’economia che avrebbe bisogno invece di interrogarsi se il proprio focus deve continuare ad essere il puro profitto, le stock option milionarie ai manager, i dividendi faraonici agli azionisti, oppure se si deve ri-mettere al centro di tutto, il solo benessere del consumatore.

Si potrebbe crescere in modo sano e sostenibile ad esempio, se anziché sostenere l’economia bellica, la ricerca militare, o le grandi lobby finanziarie, si adottassero le energie rinnovabili in larga scala. Certo, sarebbe una scelta che impone un’esame di coscienza che siamo tutti chiamati a fare, e forse anche ad un “passo indietro” significativo.

Il film di oggi è “Molto forte, incredibilmente vicino”.  Pellicola del 2012 che racconta il forte legame tra un bambino e il padre scomparso l’11 settembre nell’attentato alle Twin Tower. Un legame che va oltre la morte e che porterà il figlio a capire come il padre (uno strepitoso Tom Hanks) cercasse di insegnare al bambino, l’importanza del rapporto con gli altri, dell’aiuto reciproco e della solidarietà. Un tema, magari definito populista da chi osteggia il cambiamento di cui abbiamo parlato oggi, che ritengo però estremamente importante ed attuale. Soprattutto in ambito economico.

Ti lascio con il  trailer di questo film, che mi emoziona sempre…

Tu cosa ne pensi? lascia il tuo commento qui!

 


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