Prefazione: "ROSSA COME IL FUOCO" di Antonella Aigle

Creato il 25 aprile 2015 da Blog


Genere: EroticoEditore: DamsterPagine: 175Prezzo: € 14,00Prezzo ebook: € 3,99Uscita: 25 Aprile 2015
Cecilia è rossa come il fuoco e di fiamme arde.Selvaggia, indomita, è in perenne lotta con se stessa. Forse per questo che pecca di ingenuità e permette che sua madre la scopra, durante un ricevimento da lei organizzato, nel bagno delle signore con Goran , il cameriere kosovaro.La cinica Lara non ci pensa due volte a spedirla in esilio dalla zia Lena, sua gemella, in una piccola città sulla costa.Contrariamente alle intenzioni della madre, però, a Cecilia sembra quasi di iniziare di nuovo a respirare: le regole di zia Lena e zio Enzo, infatti, non sono impossibili da rispettare. Finalmente “a casa” nellavilletta sul mare riscopre se stessa, libera di non essere più confinata nel ruolo di “cavallo pazzo”, anche se ne conserva gelosamente la bellezza e il fascino. Sono proprio questi due elementi a condurla sulla strada del piacere e della nuova esistenza da cui si è sempre sentita attratta senza udirne il richiamo o saperne il nome. Melissa, giovane fotografa, le aprirà le porte della moda, nel nudo, della sensualità e della presa di coscienza di tutte le qualità fino a quel momento ignorate. Paolo, suo fratello, andrà ben oltre, facendola emozionare e vibrare come mai nessuno prima. In un mondo dove tutto è lecito, dove il rosso fuoco si incontra con un vortice di passione primordiale, Cecilia amerà, gusterà e adorerà, pur di dar sazietà alla sua vera natura, trovando l’equilibrio necessario per accettare il suo modo di essere, senza dover più giustificare, soprattutto a se stessa, i forti desideri e le emozioni laceranti che la spingono verso un rapporto assoluto e di dominazione. La ricerca del piacere anche attraverso il dolore.
PREFAZIONEdi FEDERICA D'ASCANI Dominatore, sottomessa. Padrone, schiava. Master, slave. Volutamente in maiuscolo il primo, necessariamente in minuscolo il secondo. Sono mesi che non si parla di altro e il mondo è convinto di saperne tutto, ma proprio tutto, dopo aver letto le 50 sfumature, dopo averle viste, dopo averle immaginate. Ovunque ci si giri, almeno una persona su due ha acquistato un frustino da Decathlon, una mascherina da notte o un paio di manette. Perché? Perché alle persone piace la trasgressione. E più della voglia di cedere a determinate pulsioni, alla gente soddisfa l'idea della perversione stessa. In una compagnia di amici fa più figo dire “ieri sera mia moglie mi ha legato” oppure “mio marito mi ha dato una sculacciatina sul culo”. È hot, è addirittura chic. Dominatore, sottomessa. Due parole che assieme significano tante cose, che da sole ne vogliono dire tante altre. Ma chi sono coloro che davvero provano l'impulso di donarsi all'altro? E perché? Ed è perversione vera? Oppure semplice pulsione sessuale da tutelare, coccolare, seguire e perseguire, magari con successo? Qualche anno fa andava di moda, nelle televisioni private, girare questo o quello speciale sulla vita delle dominatrici, piuttosto che del dominatore, piuttosto che del sottomesso che leccava le suole delle scarpe alla propria padrona. Era pazzia, per molti. Lo è anche adesso, per gli stessi, soltanto che non lo ammetterebbero mai, non dopo i milioni di libri venduti sull'argomento. È esplosa nel mondo questa voglia assurda di Bdsm, complici i libri, complice lo sdoganamento della libertà, almeno sulla carta, di essere ciò che si vuole senza limitazione morale alcuna. Eppure.... Eppure sfido chiunque a non commentare la visione di un uomo portato al guinzaglio dalla propria compagna. Getto il guanto di sfida a coloro in grado di rimanere impassibili alla visione di una donna in ginocchio davanti al proprio uomo, intenta semplicemente ad osservarlo con la dispensa di non alzarsi per nessun motivo senza autorizzazione. Non si tratta di moralismo. Non si tratta di snobismo. Si tratta semplicemente di non riuscire a evitare la nebbia di convenzione sociale che ci hanno abituato a indossare fin dalla nascita. Vi sto dicendo che la vostra vita, per come è ora, è coperta di ipocrisia bella e buona. E non vi sto insultando, sto asserendo la realtà dei fatti. È bello parlare di determinate cose, fa figo farle anche nella misura standard del consigliato, ma nulla di più. Ognuno dovrebbe essere libero di esternare il proprio sentimento nella misura in cui si sente di doverlo fare, senza giudizi, senza derisioni, senza essere costretto a nascondersi per non essere additato. Come perverso. Come diverso. Come assurdamente incapace di provare amore nella maniera convenzionale a cui tutti sono uniformati. Tutti... La maggior parte delle persone. Chissà come reagireste se sapeste che il vostro vicino è solito urinare sul corpo della propria compagna perché a lei piace da matti? Gli chiedereste ancora lo zucchero? E se veniste a scoprire che i vostri genitori, vostra zia, vostra sorella, persino, è incline al sesso sadomaso, al sesso anale, al sesso violento, a utilizzare i sexy toys durante l'amplesso? Come reagireste? Non andreste più al cenone di Natale per sorridere tutti assieme attorno allo stesso tavolo? La realtà è che chiunque, in casa propria, fa cose che nessuno immaginerebbe, che forse per scarsità di vocaboli non chiama Bdsm, ma soltanto sesso. Amore. Puro, appagante, profondo amore. Non serve giudicare il prossimo, tentare di imbrigliarne la sincerità. La domanda fondamentale è però un'altra e non riguarda né il vicino, né il genitore, né la sorella, né i parenti. Il quesito fondamentale è: cosa desiderate voi? Siete sicuri che non vi eccitereste al pensiero di sapervi in completa balia della vostra metà? Siete certi che non provereste nulla legandovi i polsi, magari per gioco? E se Antonella Aigle riuscisse a provarvi il contrario? Se riuscisse a eccitarvi con la sua Rossa fiammante? Cosa provereste? Provate a immaginare, provate a darvi una risposta, scendendo davvero lungo i gradini della consapevolezza, dell'accettazione dell'altro, della condivisione che alcuni decidono di vivere. Non dovete rispondere subito. Non dovete rispondere dopo. Nessuno vi chiede di dover provare qualcosa a qualcuno. Vi si chiede solo di vivere in pieno le vostre pulsioni, senza pensare alle conseguenze, senza pensare ai giudizi altrui. Senza essere il giudizio altrui.


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