Preghiera e accorata supplica a Padre Pio, tra un canto di Albano e una presentazione di Giletti.

Creato il 29 giugno 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Caro (egregio, venerabile, spettabile?)
Padre Pio, non prendere questa mia incertezza nell’usare il “titolo” che ti dovrebbe essere riservato nella corrispondenza, seppur digitale, come una mancanza di rispetto, prendila piuttosto come un segno di ignoranza delle cose dei… santi. La scarsa dimestichezza è dovuta per lo più ad un dato scetticismo sull’effettiva valenza delle dinamiche terrene che portano verso la santità. Senza considerare che dovendo scegliere tra inferno e paradiso non avrei dubbi, l’inferno mi è più congeniale per convinzione ed elezione.

Ma non è certo di simili quisquilie e pinzillachere che ti volevo parlare in questa sede: problemi ben più grandi si manifestano all’orizzonte. Mi rendo anche conto che non ho titolo per chiedere miracoli, per chiedere divine intercessioni, negando per principio il valore aggiunto dei riti e dei miti religiosi; ma avendo fallito nel perseguire altre strade più mondane (ho rinunciato anche a scrivere al professor Grasso, che è critico sempre sensibile a queste tematiche), vengo a te con l’idea che “tentar non nuoce…”. Posso anche pensare, qualora al momento risiedessi effettivamente in un empireo glorioso riservato ai saggi e ai giusti, che tu abbia altre preoccupazioni: occuparti dei poveri, della fame nel mondo, dei diritti dei dimenticati e degli ultimi e queste sono senz’altro campagne buone e giuste, chi può negarlo? Tuttavia…

D’accordo, d’accordo, vengo subito al punto anche perché, lo immagino, pure la pazienza dei santi non può essere infinita. Il punto è: in un momento di pausa, di riposo, in un momento di ozio, che immagino esista pure colà, tra le angeliche sfere, non potresti fare qualcosa per impedire che il servizio pubblico italiano, leggi RAI, continui a trasmettere ininterrottamente queste trasmissioni agiografiche, “allietate” da canti albanici e da presentazioni gilettiane nazionalpopolari, indirizzate a te e ai tuoi colleghi santi italici? Questi “inni” celebrativi provinciali e mancanti di qualsiasi pudore didattico? Questi momenti di massimo rincretinimento collettivo imposto?

Come intervenire? Che ne so… si potrebbe senz’altro mandare un fulmine ad abbattere qualche trasmettitore della frequenza, del segnale, solo che poi la bolletta del tecnico arriva a noi. Un’altra idea sarebbe quella di creare qualche “disagio” (non di grossa entità, per carità!) nei vigneti di Albano così che, distratto da tanto potare e curare, il cantante non possa essere presente quando “chiamato”. Idem, per Giletti anche se non mi risulta che abbia vigneti. La miglior maniera però sarebbe quella di “influenzare” in qualche modo il CDA RAI, fare sì che i responsabili di tanta programmazione aulica vengano rimossi, bannati… ecco non volevo scriverlo, ma essendo già sulla via dell’inferno, della perdizione imperitura, che differenza può fare?

Nella speranza che questa mia accorata supplica ti raggiunga, ave, pater, gloria e salamelecchi vari.

Rina Brundu

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