In un cineclub di Bologna hanno proiettato per una settimana il film di Malick, L'albero della vita, a tempi invertiti. Nessuno se n'è accorto. Anzi, l'epopea trascendente del regista è stata digerita con tanto di applausi finali, a conferma di quanto il pregiudizio sia trasversale. Da quello antico e fastidioso nella percezione dell'altro a questo, più recente e ridicolo, nei confronti dell'arte. Della serie: non ci ho capito una mazza, però è stato bello.
Maurizio Baruffaldi, Metro del 9/6/11