Prego, favorisca patente e libretto

Creato il 26 gennaio 2011 da Nicol Lynne
Dopo un'illustre carriera - iniziata dieci anni or sono - di rigorosa e inflessibile 'autista modello' (di utilitarie), l'accusatoria paletta della polizia sbuca all'improvviso dal nulla sul ciglio della strada nella sua più splendente e catarifrangente tenuta bianca e rossa, color sangue. Presagi funesti, penso, mentre accosto la macchina e metto le quattro frecce con il sangue alla testa.
Riepilogo mentalmente tutte le manovre da me effettuate ed escludo ogni varia ed eventuale tipologia di infrazione. Faccio mente locale sull'assicurazione e mi rassicuro nel constatare di averla pagata a inizio mese. Gomme? Quelle sono nuove di zecca e il mio gommista mi vuole molto bene. Specchietto? È bi-color ed esteticamente disgustoso, fastidioso alla vista, ma perfettamente funzionante: a prova di bomba. Ho 22 punti sulla patente, ergo, ordino a me stessa di stare tranquilla. Cintura? È un classico, mi sarò mica dimenticata la cintura? Il sangue che pulsa nelle vene del collo, ostruito dalla suddetta cintura che, lo ricordo a tutti, potrebbe decapitare un vatusso che vanta un'altezza di quasi un metro e mezzo come me, mi ricorda che l'ho allacciata prima di salire sul veicolo come ogni bravo neopatentato farebbe. Ma allora, che cavolo mi hanno fermato a fare?!
Abbasso il finestrino e allungo fuori la testa cercando di non pensare al freddo che invade alla velocità della luce il mio abitacolo e, soprattutto, cercando di nascondere che l'aria gelida ha stuzziato le sensibilissime terminazioni nervose del mio naso facendolo dolere come se avessi appena inghiottito, tutta d'un fiato, una granita al limone.«Patente e libretto, prego».Patente? Facile. È l'unico documento che porto regolarmente con me a causa del bellissimo, ma minuscolo, portafogli da signorina che ho di recente comprato. La carta d'identità, suvvia, è decisamente troppo ingombrante per meritarsi sempre un posto nella mia borsetta, mentre l'elegante tessera rosa identificativa vanta il pregio di infilarsi dappertutto. Dopo aver scartato la tessera della coop, estratto la postepay, spostato la tessera punti del benzinaio, dribblato il tesserino universitario, escluso il bancomat, nascosto il codice fiscale e fatto fuori la compromettente e rossa sgargiante ikea family, la patente decide di uscire dal suo nascondiglio e porre fine all'irritante attesa a cui ho sottoposto il poliziotto.Ma il libretto? Mistero dei misteri. Quand'è l'ultima volta che gli ho dato un'occhiata? L'ho forse mai letto? Forse ne ho visto una recensione, una volta, da qualche parte...Apro il porta-oggetti e scruto con attenzione un'interessante busta in pelle marrone. Ci sarà pur un motivo se si trova lì... La consegno senza indugio al poliziotto e gli dico che si serva pure. È tutto suo.
La verità è che non sono mai stata fermata. Tendo a passare inosservata alla guida del mio veicolo. Oppure, sono dotata di una gran dose di fattore C. Chi lo sà. Sta di fatto che ero nervosa, molto nervosa.
Per amor della verità, una volta sono stata fermata, in effetti. Avevo incidentato la portiera dell'auto aprendola proprio nel momento esatto in cui stava passando un SLK (ma questa è un'altra storia) e, naturalmente, l'inusuale e del tutto scomposta apertura del mio veicolo aveva giustamento insospettito l'iper-sviluppato istinto di quei distinti agenti. Spiegato l'accaduto e fatti gli accertamenti del caso, quella volta la passai liscia.
Mentre il collega controlla i dati della mia patente appoggiato al cofano della sua grande punto blu, il poliziotto numero 1 chiede: «Che lavoro fa, signorina?»
Mmm... ed è proprio qui che mi sono giocata l'intera performance. Mi si era seccata la bocca, ero più che sicura che mi tremasse la voce... così ho preferito non proverir favella puntando direttamente il dito indice sul logo del locale in cui lavoro, stampato a caratteri cubitali sul maglioncino arancione che indossavo, ovverosia sul cuore.L'agente mi guarda in cagnesco e capisco immediatamente di aver commesso un passo falso, falssimo purtroppo: sotto al cuore ci sta inequivocabilmente anche il mio seno sinistro!Stropiccio il maglioncino, lo allungo, appalottolo il pezzo di stoffa incriminato e solo dopo aver notato lo sguardo perplesso del difensore dell'ordine e aver amplificanto l'equivoco rischiando che pensasse a un'improvvisato spogliarello, mi decido ad aprire la bocca e a leggere ad alta voce l'etichetta incriminata.
Il mio attegiamento ha irreversibilmente insospettito il poliziotto che inizia a nutrire dei più che espliciti pregiudizi sulla mia salute mentale. Controlla con dovuta minuzia il contenuto del borsello in pelle da me consegnatogli in precedenza e da lui osservato inizialmente con superficialità e noncuranza e si concentra irreparabilmente sulle date dei bolli dell'auto. 2006, 2007, 2008, 2009 e il 2010? Dove caspita si è andato a cacciare. Il mio orgoglio iniziale nello scoprire di essere stata così ordinata e diligente in materia di bolli negli anni passati, si trasforma presto nell'amara consapevolezza di non aver fatto altrettanto l'anno scorso. Il bollo incriminato giace solitario in cucina, unico nel suo genere, tra ricette, liste della spesa e post-it di varia natura.
Pago cara l'ansia da performance da cui sono gravemente afflitta. Una sanzione bella e buona. Ma si può!?!?

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