La terza edizione di Writewear, il concorso letterario che unisce moda e letteratura, organizzato da Giorgia & Johns in collaborazione con PFG Style, è ormai giunto al termine.
Più di 100 i racconti pervenuti da tutta Italia, 20 gli outfit realizzati. Le vincitrici di questa terza edizione sono due donne:
- Manuela Barban, mamma 45enne di Torino e responsabile comunicazione della Fiat, per la categoria testo;
- Jessica D’Urso, siciliana d’origine e studentessa di fashion design a Lecce, che sogna di diventare stilista, per la categoria outfit.
Il concorso, lanciato lo scorso 20 febbraio e dedicato alla scrittrice Lalla Romano, prevedeva la realizzazione di un testo di 20 righe o di un outfit ispirato al tema “le parole tra noi leggere”, leit motiv del legame tra gli abiti Giorgia & Johns e la letteratura.
A scegliere il miglior racconto un parterre d’eccellenza di giornalisti: Rosalba Carbutti (Il Resto del Carlino), Roberto Di Caro (inviato del settimanale l’Espresso), Mimosa Martini (inviata del Tg5), Daniela Monti (caporedattore de Il Corriere della Sera), Patrizia Vacalebri (redattore moda Ansa), Emma d’Aquino (giornalista del Tg1) , Natascia Ronchetti (redattore Il Sole 24 Ore), Francesco Leone (ideatore della community Italian Fashion Bloggers).La premiazione avverrà venerdi 20 aprile a partire dalle ore 11.30 nella nuovissima sede Giorgia & Johns di Nola, alle falde del Vesuvio. Una location suggestiva dove le parole tra noi leggère prenderanno vita in una sfilata del tutto innovativa. In palio due bellissimi abiti Giorgia & Johns della collezione P/E 2012 La giornata sarà così strutturata:ore 11.30 presentazione dell’azienda e delle nuove strategie commerciali a cura dello staff Giorgia & Johns;ore 12.30 sfilata P/E 2012 Giorgia & Johns dove in passerella non ci saranno le solite modelle, ma alcune fashion blogger e ragazze comuni che saranno “modelle per un giorno”;ore 13.00 la scrittrice e blogger Patrizia Finucci Gallo premierà le vincitrici del concorso Writewear per le due categorie: testo e outfit. Seguirà un cocktail party.
Questo il racconto vincitore, scritto da Manuela Barban, ispirato alle parole tra noi leggère durante una corsa in metro: Scende di corsa le scale mobili e piazza veloce l‟abbonamento davanti al tornello. Affrettandosi riesce a salire sulla carrozza un attimo prima che si chiudano le porte. C‟è posto in piedi contro il finestrino. Appoggia la schiena al vetro freddo, sistema la borsa per terra e la incastra bene tra gli stivali. Con un sospiro chiude gli occhi. - Ping. Prossima fermata: Dante - Gisa sono così preoccupata per mia nipote la grande – dice una voce querula. - e cosa l‟è successo? – risponde un vocione roco - Ma c‟ha un moroso che va a vivere con lei. Brau l‟è brau ma ha le braccine un po‟ corte, vuria nen che quello le si piazza in casa e si fa mantenere. - Ping. Nizza. Le porte si aprono. Annusa una scia di profumo vagamente noto che entra assieme all‟aria fresca. Gli occhi restano chiusi. - Ping. Prossima fermata: Dante - tunz tunz tunz tunz tunz tunz parataratunz tunz tunz tunz tunz - Dì ma te ci vai al concerto? - Cheee??? - E togliti „ste cuffie. Dico, al concerto? Ci vai? - Quello stronzo di mio padre non mi lascia ma in qualche modo l‟aggiusto. Al massimo posso dire che dormo da te, figurati se … - Ping. Dante. Si è lasciata cullare dal dondolio del vagone tanto che sembra addormentata, nonostante uno zainetto che di tanto in tanto le sbatte addosso. - Ping. Prossima fermata: Carducci. Apre gli occhi. Tira su la borsa dal pavimento, chiede permesso alle due donne anziane di fronte a lei e si fa spazio tra gli zaini dei ragazzi. Raggiunge la porta mentre la metro si sta fermando. - Carducci Guarda l‟orologio, ancora una manciata di minuti e dovrà entrare in pneumologia armata solo del camice. Potrà provare a rosicchiare ancora un po‟ di tempo visitando con cura e auscultando. Poi dovrà trovare le parole per dire al letto cinque che la sua non è una banale polmonite. No, non lo è. Affatto. L’outfit vincitore, invece, realizzato dalla giovanissima Jessica D’Urso, è ispirato ad un mood emotivo anni ’50.