Autore: Francesca Melandri
Editore: Rizzoli
Anno: febbraio 2012
Pagine: 234
Prezzo: 17€
Penultimo Focus On dedicato ai finalisti del Premio Campiello 2012.
Recensiremo oggi Più alto del mare, romanzo edito da Rizzoli e firmato Francesca Melandri, nota sceneggiatrice italiana autrice, tra le altre cose, dei testi di alcune fiction nazionali quali Fantaghirò, Don Matteo, Zoo e Chiara e gli altri.
Più alto del mare è il suo secondo romanzo, a due anni di distanza dall’ottimo esordio: Eva Dorme, libro grazie al quale ha ricevuto numerosi premi letterari tra cui il Gran Premio delle Lettrici di ELLE 2011.
La Melandri scrive un romanzo malinconico ed originale, ambientato in un unico spazio all’interno del noto carcere dell’Asinara, costruito sull’isola sarda omonima.
È il racconto di una giornata, 24 ore di “prigionia” forzata causa maltempo, che costringono Luisa e Paolo ad attendere il giorno seguente per lasciare l’isola. Luisa è moglie di un pluriomicida con il vizio di alzare le mani, Paolo è padre di un giovane brigatista responsabile di crimini indicibili.
Trascorreranno la notte in quel luogo tanto magnifico, per la natura in cui è immerso, quanto agghiacciante e cupo. Saranno in compagnia di Nitti, il secondino costretto a tacere sulle violenze continue praticate tra le mura del carcere, e la moglie.
Il libro è un lungo vivere i due protagonisti attraverso discorsi, sensi di colpa, rimorsi. Sullo sfondo la violenza, i peccati di un carcere di massima sicurezza, i segreti in esso sotterrati, i silenzi. In particolare Paolo vive ingiuriando se stesso per gli errori, per l’essere stato un “cattivo maestro” con il figlio, perdutosi nelle strade macchiate di sangue e fanatismo del mondo.
C’è qualcosa che evoca la potenza del destino che, benché ineluttabile, sembra dare agli uomini, al momento, giusto, ciò di cui essi hanno bisogno.
L’incontro tra Luisa e Paolo avrà un ruolo determinante nel loro futuro, restituendo ad entrambi briciole di serenità ed aiutandoli a guardare al futuro con un po’ di fiducia in più.
Non è semplice spiegare l’amore che si continua a provare verso chi è stato capace di togliere la vita ad altri, l’amore per un assassino. Vi sono giustificazioni nel cuore di chi è irradiato da quell’amore che, agli occhi di molti, sembreranno inconcepibili. L’amore è qualcosa che va oltre, oltre la realtà, oltre le colpe. L’amore per un figlio, per l’uomo che si è voluto accanto, è un amore irrazionale. Paolo e Luisa sanno cosa sono gli uomini che, vicendevolmente, seguitano ad andare a trovare, se è il caso di carcere in carcere. Magari per Luisa i motivi vanno aldilà dell’amore e sono più assoggettati ad una mentalità, ma Paolo fa quel che fa perché è, prima di tutto, un padre, che si da mille colpe per quel che il figlio ha fatto, per quel che il figlio è diventato, eppure, o forse soprattutto per questo, non lo abbandona.
La scrittrice italiana delinea con cura i personaggi, le loro storie, i loro pensieri, ottenendo un risultato apprezzabile considerando la difficoltà intrinseca del fine.
Più in alto del mare merita il posto che occupa, un posto tra i finalisti del Campiello.
Sinossi:
L’isola si scorge da lontano. Il mare ha il colore del verderame, la macchia tutt’intorno emana un profumo speziato, i raggi del sole, anche ora che l’estate è finita, scaldano i pochi passeggeri arrivati con la motonave .Tra loro ci sono Luisa, gambe da contadina e sguardo tenace, e Paolo, ex professore di filosofia con un peso nel cuore. Salgono su un furgone, senza smettere di fissare le onde. Quella bellezza però non li culla, li stordisce. Non sono in vacanza. Sono diretti al carcere di massima sicurezza dell’Isola: lei, oltre il vetro del parlatorio, vedrà un marito assassino, lui un figlio terrorista. Ogni volta le visite acuiscono il senso di lutto che li avvolge. E sono soli nel dolore: siamo alla fine degli anni Settanta e per loro non ci può essere pietà pubblica. Il maestrale li blocca sull’Isola dove li scorta Nitti, un agente carcerario che cela un’inaspettata verità. Dopo il loro incontro, le esistenze di Paolo e Luisa non saranno più le stesse. Con questo romanzo Francesca Melandri continua la sua ricerca tra gli interstizi della storia, raccontandoci anni che pesano anche se li vogliamo lontani, inattuali. Il suo sguardo recupera le vite dei parenti dei colpevoli, vittime a loro volta ma condannate a non essere degne di compassione. E le accompagna fino a una notte in cui i destini che sembravano scritti si prendono la loro rivincita.
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Francesca Melandri è una scrittrice e sceneggiatrice italiana. La sua carriera è cominciata molto presto, a soli 24 anni. Ha scritto il suo primo romanzo, «Eva Dorme», nel 2010, con il quale ha vinto il Premio F. Seminara/Rhegium Julii opera prima 2010, Premio Internazionale Cesare de Lollis 2010, Premio speciale della giuria Il Molinello 2011, Premo Maria Teresa di Lascia 2011, il Gran Premio delle Lettrici di ELLE 2011.
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