Giulio Questi con “Uomini e comandanti” (Einaudi) Gianni Celati con “Selve d’amore” (Quodlibet) Davide Barilli con “La nascita del Che. Racconti da Cuba” (Aragno)
In “Uomini e comandanti” Giulio Questi, 90 anni, ci fa pensare che non è mai troppo tardi per scrivere. Nato nel 1924, è stato un originale regista,
scrittore e sceneggiatore. Dopo alcuni racconti scritti nel dopoguerra e pubblicati su “Il Politecnico” di Elio Vittorini, ora pubblica da esordiente un libro sulla Resistenza, argomento su cui potremmo pensare di aver letto tutto il possibile, ma che da lui viene trattato con un taglio etico, di scelta violenta e vitalistica, realista e visionaria che ci ricorda Beppe Fenoglio. La storia è rivisitata con la sua personale visione, lontana da ogni enfasi, vicina all’uomo, alla sofferenza, al dolore, al coraggio e al sacrificio.
Con “La nascita del Che, racconti da Cuba” Davide Barilli, giornalista e scrittore,ci offreun libro dove c’è magia di colore e di forme, popolato da personaggi semplici e ricchi di umanità. “Momenti, istanti, improvvisi, dove la parola cattura l’immagine con leggerezza a volte dolente a volte ridente, aprendosi ad assaggi e incroci che rendono più mobile la percezione delle cose, che ci parlano di un’altra Cuba, di una Cuba rinserrata in un gesto, in un volto, in uno scorcio, in un oggetto, o anche in un incubo e per virtù di scrittura rivelata ai sensi di chi sa strappare le maschere al suo segreto”. (Giovanni Tesio)
Con “Selve d’amore” Gianni Celati, scrittore affermato, regista, traduttore – vive in Inghilterra – presenta quattro racconti di formazione, eventi della vita che transita dall’adolescenza alla giovinezza, tratti dai suoi ricordi di giovinezza. “Nella prosa spoglia e sapiente, venata però da un umorismo commosso, che in Celati non nasce mai dalla contemplazione distaccata delle miserie umane, ma al contrario deriva dall’adesione appassionata a ogni destino, a ogni debolezza….Maestro segreto di un’intera generazione di “narratori delle pianure”, Celati si conferma parente stretto di una linea europea che da Kafka arriva fino a Beckett, lambendo solo di rado un’Italia che, anche in letteratura, continua a ignorare la meravigliosa profondità della leggerezza. (Alessandro Zaccuri)
La giuria ha premiato anche: Mario Chiodetti, scrittore e fotografo, per “La nostra vita somigliava a un tappeto magico” (EmmeEffe Edizioni) per la sezione “Segnalati Premio Chiara 2014”. Storia di un viaggio tra infanzia e adolescenza, un piccolo universo scomparso dove il tempo era lento e dove ogni cosa possedeva un giusto valore. Aminata Aidara, italo-senegalese con “La ragazza dal cuore di carta” (Pietro Macchione Editore) per la sezione “Inediti”.
Lo slogan quest’anno del Premio è “Venga a prendere il caffè da noi”, ispirato al film con Ugo Tognazzi tratto dal libro di Piero Chiara “La spartizione” (Mondadori, 1964), ma lo sguardo è al futuro, con la prospettiva, per il prossimo anno, di essere un’eccellenza del territorio e di diventare sempre più internazionali in vista dell’Expo 2015, contando anche su eventi in tema con il grande evento dell’anno prossimo.
Non mi resta che leggere i 4 libri e poi scriverò le recensioni!