Sia chiaro, Osama bin Laden era un pericoloso e facoltoso ideologo e leader del terrorismo internazionale di matrice islamica, ma contrapporsi al mondo che rappresentava con lo stesso fanatismo e la stessa identica barbarie culturale fa una certa impressione. Che differenza c’è tra gli americani che scendono tutti in piazza, che celebrano e che sono felicissimi come se avessero vinto in massa la lotteria e le folle urlanti di integralisti islamici che festeggiano qualche attentato compiuto o qualche ostaggio occidentale ucciso bruciando bandiere americane? Obama, per il suo spot elettorale, perché questa uccisione pare sempre più esser questo, sta giocando un ruolo determinante nell’accelerare il tracollo di fanatismo anti islamico che ormai sta esplodendo nel mondo occidentale, complici le poderose migrazioni di arabi in Europa dall’inizio delle rivolte in Africa e Medio Oriente. L’effetto che avrà questa vendetta di sangue sulla campagna elettorale del presidente in carica sarà eccezionale, il premio nobel per la pace si candiderà vestendo l’abito del vendicatore, e proprio per questo sorgono sospetti sul fatto che tale esecuzione sia avvenuta proprio ora. Osama bin Laden è stato sotto osservazione da parte della CIA negli ultimi quattro anni almeno, e oltretutto viveva a pochi metri di distanza dalla accademia militare più importante del Pakistan. Proprio oggi che cominciano ad insinuarsi voci sul fatto che il blitz possa essere fasullo, in realtà il punto fondamentale è che questo è un falso problema, poichè il vero nodo è che in ogni caso si è scelto un momento ben preciso per uccidere ( o per dare notizia della morte) il nemico pubblico numero uno nell’immaginario collettivo dell’occidente. Del resto, anche al Qaeda continua ad essere sbandierata come una potente organizzazione terroristica, mentre in realtà la al Qaeda che ha compiuto l'attacco crudele contro le Torri Gemelle non esiste più già dal 2001, da quando è iniziata l'invasione dell'Afghanistan. "Al Qaeda" è quindi oggi una sorta di marchio, un ombrello ideologico sotto il quale troviamo gruppi fai da te che si autofinanziano e che cercano di emulare l'operato dell'organizzazione primigenia con però pochissimo denaro. Obama potrà adesso, forte del riacquisito consenso elettorale, riportare gli Stati Uniti ad intervenire da una posizione di forza nella delicata e incandescente situazione delle rivolte nel mondo arabo, dove l’integralismo islamico sta soffocando e si sta sostituendo alla iniziale rivolta giovanile contro i regimi oligarchici e corrotti della regione. Obama si sta dimostrando un leader pragmatico nello sfruttare per gli equilibri geopolitici il consenso bieco alimentato da un esecuzione sommaria, freddo e determinato a voler controllare gli sconvolgimenti politici mondiali degli ultimi mesi, duro e deciso nel dare via libera ad un raid su territorio pakistano che poteva risolversi in una catastrofe. Non proprio un ritratto da nobel per la pace.
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