Non un sabato normale, non un fine settimana con gli altri.
C'era un concerto, merce rara di questo periodo a Cagliari; soprattutto se parliamo di un concerto un po' underground, un po' di nicchia, di questi gruppi mezzo sfigati mezzo storici che ascoltavi quando avevi 15 anni, e i calli nelle mani erano proporzionali alle diottrie perse.
Non presenziavo ad una serata così da quanto? due anni, facciamo tre. Probabilmente l'ultima volta che partecipai, sul palco c'ero proprio io, a cantare, urlare, sudare, suonare, sbraitare. Questa volta avevo in mente di stare giù, ad urlare, sudare, pogare, saltare.
Ero carico a mille, finalmente.
E poi lì niente, son rimasto un po' passivo, lontano, quasi dissociato, oserei dire vecchio.
Sì, ecco, l'ho detto: vecchio.
Sono vecchio.