solette termiche
Road to Elefantentreffen. Ecco uno dei post in preparazione del mitico evento del 31 gennaio prossimo. Potrebbe essere anche l'unico, a dirla tutta. Non è che pianifico, quando mi vien da scrivere scrivo.Parliamo di freddo, anzi di freddo baghino. Quando si esce in moto con il freddo è necessario tenere a mente alcune cose ed adottare soluzioni furbe. Sarebbe bello potersi mettere millemila strati di vestiti ma sarebbe a scapito della sicurezza, dato che ci impaccerebbero nei movimenti.Ad esempio ieri mi son fatto un paio di centinaia di km con temperature fra 0,5° e 5° e ho scoperto due cose: per mettermi tutto se fossi qualche centimetro in meno di circonferenza chiuderei meglio le cerniere, troppi “colletti” mi limitano soprattutto il movimento del casco.Ovvero, pantaloni e giacca si sono pian piano adattati e ho ritrovato dopo poco la mobilità di busto e arti ma il collo è risultato molto bloccato, limitando la visibilità. Fra l'altro avere tre colletti mi ha comportato anche una compressione sulla parte anteriore del collo causando anche conati. Infatti poco poco ho subito aperto il collo della maglia più interna.Ma andiamo per gradi. Ieri non ho avuto freddo quasi da nessuna parte. Indossavo: indumenti termici intimi TucanoUrbano, felpa, imbottitura anti vento della giacca, calzini in lana, pantaloni e giacca tecnici da moto. Insomma, ho cominciato a vestirmi in camera da letto ed ho finito in garage. Pareva la scena di un film parodia sui Samurai dove io ero il guerriero scemo interpretato da Will Ferrel che si ricopriva di strati. Ho indossato gli stivali da moto con una di quelle solette chimiche che spigionano calore. Partiamo da quest'ultima. Funziona? Direi di sì. Diciamo che non mi sono accorto di averla, non mi ha scaldato fastidiosamente ma quando l'ho tolta ho sentito freddo al piede. Diciamo che il limite è che queste solette/cerotti si attivano con l'aria e messe dentro ad una scarpa fatta in Goretex (che non fa passare aria) un po' limitano. Forse è meglio aprirle dieci minuti prima di metterle nelle scarpe. Ieri il tepore è durato per quasi 4 ore. Ne dichiara 7 ma io non ho verificato. In ogni caso io le ritengo utili. Anche quelle per le mani, da usare alla bisogna.Per il resto non ho avuto freddo, come dicevo. Però ho messo assieme alcuni accorgimenti. Le parti cui prestare attenzioni sono: il torace, per via di tutti gli organi, risente del freddo, bisogna proteggerlo, specialmente la zona addominale. Da dire che la zona è già coperta per via dei capi tecnici e della “cintura” del paraschiena. Quindi, bene così. Fate attenzione che i vestiti siano più stretti/fascianti possibili. Altra zona critica sono le articolazioni. Le ginocchia, sulla mia moto, sono coperte. Quindi non ho avuto nessun problema. Però pensateci bene, sono articolazioni, esposte e immobili. Magari un paio di calzini lunghi sopra al ginocchio schifo non fanno. Polsi e gomiti non hanno problemi, è più importante studiare la posizione di guida che non la riparazione dal freddo. Ecco, per com'è fatta la mia moto, la zona più esposta sono le spalle. Anche durante la marcia ho riscontrato che era l'unica zona in cui sentissi realmente freddo. Mi sono pertanto dotato di un coprispalle del dottor Gibaud, per tenere calda la zona.In ogni caso, per arrivare ad un paio di conclusioni. In moto bisogna porre attenzione al freddo, è vero, ma soprattutto all'aria. Io credo sia determinante un antivento. Il freddo lo si patisce molto da fermi e bisogna fare molta attenzione all'effetto “freddo nelle ossa” che rischia di colpirti per ore e ore anche dopo la fine del viaggio. Per questo è importante avere indumenti intimi che tengano caldo e non facciano filtrare aria, come dicevo prima, capi molto aderenti, molto fascianti. I cuscinetti chimici che si scaldano servono, ne terrò sicuramente in dotazione, ma non cambiano la vita. Personalmente ho imparato che devo proteggere molto le spalle, per come è strutturata la moto e gola e collo, che sono i miei punti deboli. Devo però evitare di creare troppo “spessore” nel collo perchè mi crea difficoltà. Ultima annotazione, presto proverò anche un tratto autostradale ad “alta velocità”, infatti un conto è fare sempre i 60/90kmh un conto è stare in autostrada sopra i 110 kmh.