Mirror's Edge incontra Alone In The Dark per dare vita a un'esperienza terrificante
Sin dai tempi della ION Storm di John Romero, quando delle firme di successo decidono di abbandonare i rispettivi publisher per dar vita ad una software house indipendente, sistematicamente i riflettori dei media vengono puntanti sul primo progetto attorno al quale maturano le immancabili ed elevate aspettative. Il copione si è ripetuto con Outlast di Red Barrells, società canadese fondata da Philippe Morin (Prince Of Persia: The Sands Of Time, Uncharted: Drake's Fortune), David Chateauneuf (Splinter Cell: Conviction, Assassin's Creed) e Hugo Dallaire (Army Of Two).
Non aprite quella porta… o meglio, chiudetela
I primi minuti sono sufficienti a prendere le misure dell'essenziale interfaccia di gioco: il pulsante sinistro del mouse serve per agire in modo più o meno violento sulle porte e per raccogliere gli oggetti (tra cui le salvifiche pile stilo), mentre quello destro è demandato ad un massiccio utilizzo dell'idrovorico strumento di registrazione, il cui zoom è regolato dalla rotellina centrale.
Buoni i fondamentali, ma poca originalità
La direzione artistica ha lavorato con furbizia sulle fondamenta del genere horror, relegando il giocatore nell'oscurità per una buona parte del titolo e "sporcando", tramite l'effetto "graining" noto dai tempi di Silent Hill, le riprese delle videocamera il cui utilizzo è praticamente costante anche nelle zone illuminate. Attivando la visione a infrarossi il pathos esplorativo raggiunge l'apice e in più di un'occasione sembrerà di vivere una scena del film REC; alla fine dei conti, ne scaturisce un coinvolgimento tanto soddisfacente da far perdonare la scarsa originalità nella scelta e nella realizzazione del fittizio ospedale psichiatrico teatro della vicenda. Il comparto auditivo, contraddistinto da un ottimo posizionamento dimensionale, non solo svolge un ruolo portante nella riuscita dell'atmosfera horror, ma risulta essenziale anche ai fini del gameplay vero e proprio. Ogni singolo passo è accompagnato da uno scricchiolio che fa temere di essere stati sentiti da qualcuno o, peggio ancora, di non aver avvertito qualche rumore provenire da distante; lo stesso Upshur sottolinea la propria angoscia con un respiro perennemente affannato e con le immancabili imprecazioni che contribuiscono ad innalzare il tasso di terrore. La colonna sonora dinamica, composta per la maggior parte da effetti ambientali, è un altro fiore all'occhiello di questo survival. Per l'impianto grafico, Red Barrels è andata sul sicuro affidandosi alla collaudata terza versione del motore di Unreal che ha permesso di realizzare un titolo visivamente dignitoso, sebbene ci si attendesse qualcosa di più da dei programmatori tanto blasonati. Fortunatamente, come sottolineato poc'anzi, la qualità di texture (nella media) e animazioni (fin troppo robotiche), che penalizza la resa degli ospiti del manicomio, passa in secondo piano proprio per i continui giochi di luce ed ombra che avvolgono il protagonista. Il livello di difficoltà, non selezionabile, è alla portata di chi riesca a sopportare lo stress emotivo a cui viene sottoposto tra un checkpoint e l'altro; tuttavia bisogna ammettere che, una volta presa l'abitudine, non sarà poi così difficile portare il reporter ai titoli di coda: il tour della villa di Mount Massive può impiegare poco più di cinque ore, al termine delle quali rimarrà impresso nei ricordi del giocatore un titolo certamente gradevole, ma non così memorabile come nelle intenzioni dei programmatori.
Outlast - Demo E3 2013
Requisiti di Sistema PC
- Configurazione di Prova
- Processore Intel Core i7-2600K
- 16 GB Ram
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 580 SLI
- Requisiti Minimi
- Processore 2.2 GHz Dual Core
- 2 GB Ram
- Scheda video NVIDIA GeForce 9800GTX O ATI Radeon HD 3800
- 5 GB di spazio su disco
- Requisiti Consigliati
- Processore 2,8 GHz Quad Core
- 3 GB Ram
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 460 o AMD Radeon HD 6850
Outlast merita senza dubbio l'attenzione degli appassionati del genere horror, ai quali viene offerta un'esperienza di buon livello. Chi cerca emozioni forti le troverà soprattutto durante le prime partite; tuttavia, una volta entrati nelle meccaniche di gioco, si perde leggermente la tensione emotiva a causa di numerosi script e di strade da percorrere in maniera univoca per poter proseguire. In definitiva un buon titolo, ma con i nomi in ballo le aspettative erano un po' più elevate.
Luca OlivatoPro
- Atmosfera coinvolgente
- Comparto audio eccezionale
- Alcuni momenti cinematografici
Contro
- Eccessiva linearità
- Realizzazione tecnica nella media
- Scarsa originalità nella scelta dell'ambientazione e delle tematiche trattate