Presa Visione: Il Cavaliere Oscuro di Nolan e l’umanità di un supereroe

Creato il 15 settembre 2012 da Wsf

I supereroi sono da sempre stati miei compagni d’infanzia, li ammiravo per la loro fierezza, forza, bontà, e affetto, anche se non ricambiato, verso il popolo oppresso dal cattivo di turno, sempre pronti a rimetterci la pelle e a dargliene quattro.

Ieri sono andata a vedere il terzo ed ultimo capitolo della saga di Batman made in Christopher Nolan, regista conosciuto per aver diretto “Inception”con Leonardo Di Caprio e alcuni attori presenti in questo ultimo capitolo della saga del Cavaliere Oscuro

Purtroppo questo film è stato macchiato nella sua bellezza da un fatto accaduto alla prima a Denver, capitale del Colorado (U.S.A), un ragazzo, James Holmes di 24 anni, armato e con una maschera a gas addosso, spara nella sala dove proiettano il film, uccidendo 12 persone e ferendone 58 prima d’essere arrestato.

Sono otto gli anni, che Bruce Wayne decide di scontare con una clausura volontaria dove vivere con i propri rimpianti e dolore, per la morte dell’amata Rachel e qui si capisce che questo capitolo non sarà come gli altri, qui verrà a galla tutta la sua non invincibilità, il suo essere umano pieno delle stesse paure che convivono nell’essere umano.
E’ al corrente delle voci che corrono su di lui e cioè che lo vogliono invecchiato, zoppicante, con lunghissime unghie e un carattere ancora più chiuso e burbero di quando faceva vita mondana, lascia che il suo alterego ne esca macchiato, facendo credere che Batman sia un criminale e che Harvey Dent sia l’eroe immacolato.
Ma decide di tornare quando capisce che Gotham ha di nuovo bisogno di lui, perché un terrorista dal passato oscuro, Bane sta mettendo la città di nuovo in pericolo, ma questa volta è un pericolo diverso, è un pericolo molto più vicino ai giorni nostri, Nolan ha voluto riportare nel film la grossa crisi che sta toccando tutt’ora il mondo dando un messaggio, che noi tutti con la forza di volontà potremo uscire a testa alta.
E’ affiancato, anche se non per tutto il film da Catwoman, una diversa Catwoman, più cerebrale, ma allo stesso tempo sensuale e riemerge dall’ombra sapendo d’esser in pericolo, un ricercato che potrebbe essere ucciso dalla polizia, anche se c’è a capo il suo caro amico Gordon e torna proprio per difendere di nuovo le persone a lui care.

Nolan, in diverse interviste, ammette richiami storici e cinematografici, come la stessa architettura della città, molto classica.
Ma passiamo ai protagonisti della pellicola, attesissimo sia in America che qui in Italia, apre la stagione cinematografica autunno-inverno, con la conferma di Christian Bale nel ruolo di Bruce Wayne – Batman, di Michael Cain nel ruolo del fidato maggiordomo Alfred, di Gary Oldman nel ruolo del capitano Gordon e Morgan Freeman nel ruolo di Lucius, per tutta la durata del film c’è quella tensione angosciante che fa stare male come il beniamino Batman, con una colonna sonora degna di nota, dell’ormai conosciuto Hans Zimmer, già ascoltato ne “Inception”.
Concludono il cast, Tom Hardy nelle parti del terrorista Bane, Anne Hathaway, nella sensuale e cerebrale Catwoman, Marion Cotillard nella parte dell’enigmatica Miranda Tate – Talia e Joseph Gordon –Levitt nelle parti del giovane poliziotto John Blake, personaggio quest’ultimo molto importante.

Il film ha sequenze che lasciano un po’ del sentimento di sconfitta, tutto si muove ad un ritmo serrato fino a commuoverti, ed io mi sono commossa, ho sentito il turbamento e il senso di sconfitta soprattutto nel primo scontro Batman – Bane, ma anche e soprattutto durante le assenze di Batman, quando Bane spopola e tiene in scacco la città di Gotham, e la mancanza si sente, il popolo è allo sbando.

Questa trilogia del Cavaliere oscuro vestito da Bale e diretto da Nolan, ha la sua degna conclusione piena di profondità perché ha portato realtà, questo capitolo chiudeil fantomatico cerchio che ha legato Nolan per quasi 8 anni al personaggio creato dalla mente di Bob Kane, lasciando infine porte aperte anche per possibili vie di fuga.
Bisogna però accennare che il film non è così perfetto, forse manca proprio di un po’ di dialoghi, il silenzio che lascia l’assenza del cavaliere oscuro si fa pesante e pressante.


Filed under: Cinema, scritture, visioni visive Tagged: 2012, a mano armata, Cinema, il nero delle forme, recensioni, scritture, visioni, WSF

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