Presentazione 14° giornata di Serie A (By Gianluca Goretti)

Creato il 29 novembre 2013 da Simo785

Obiettivo sorpasso prima della sosta natalizia, avevo scritto la precedente settimana. La Juventus non ci sta; ha fretta, corre, ingrana la quinta e vola immediatamente e prepotentemente in testa alla classifica, nel posto che le compete per la forza del suo organico rispetto alla concorrenza. Delle prime 8 in classifica, ma soprattutto delle attuali prime 5 che si giocano la vittoria finale, e relativi piazzamenti europei, vince solo la Juventus. Frenano Roma e Inter, crollano Napoli e Fiorentina. Credo che la 13esima giornata rappresenti una pagina importante quando, a fine stagione, rileggeremo l’intero libro del campionato. Importanti anche i movimenti in fondo alla classifica, dove la vittoria del Chievo accorcia notevolmente la classifica, abbassando probabilmente la quota salvezza. Escludendo il Verona, che con i suoi 22 punti al 6° posto rappresenta una sorta di cuscinetto, ci sono 14 squadre raggruppate in solo 9 punti. Si annuncia un’entusiasmante bagarre salvezza, ma la lotta per i posti europei sembra chiusa alle squadre che occupano le prime 5 posizioni: frutto della riduzione dei posti nelle Coppe, causa ranking, e del livellamento verso il basso degli equilibri del nostro campionato. Andiamo adesso a presentare la 14esima giornata, che si svilupperà su tre giorni, come la precedente.

Si comincia sabato alle 18 con il derby dell’Emilia: Parma-Bologna. Il Parma viene dall’insperata vittoria di Napoli, dove la squadra ha fornito ottima prova di se, impreziosita dalla ciliegina del gran gol di Cassano. Quest’ultimo appare rigenerato nella città parmigiana, leader indiscusso di una squadra con buon potenziale, dove può esprimere la sua classe liberamente senza consegne tattiche definite, ma libero di seguire il suo estro e prendere la bacchetta di direttore d’orchestra. Lui stesso ci sta mettendo del suo: vita da perfetto atleta, peso forma invidiabile e assenza, almeno finora, delle “cassanate” che hanno rovinato le precedenti esperienze. Già 5 gol quest’anno in una squadra che sta ritrovando la propria identità ed ha in Parolo un giocatore in costante crescita, nonché dotato di un gran tiro. Buono il lavoro e l’organizzazione tattica data da Donadoni, allenatore molto maturato negli ultimi due anni e pronto, a mio parere, a fare il grande salto nella panchina di una big (Milan?). Nella partita odierna alla squadra è chiesto di dare continuità di risultati, per occupare stabilmente un posto in classifica che rispecchi il suo potenziale, ovvero a ridosso della zona Europa League. Il Bologna è reduce dal pareggio interno con l’Inter, dove ha disputato una buona partita finché hanno retto le forze. Punto conquistato soprattutto grazie alle prodezze di Curci, protagonista questa volta in positivo. Il pareggio deve portare alla squadra coraggio e serenità. La classifica ancora piange. Pioli non può star di certo sereno, soprattutto dopo le recenti frizioni con il presidente Guaraldi, e nel campo che l’ha visto sia calciatore che allenatore, si giocherà parecchio del suo futuro. Continua a soffrire molto in difesa, ma può far male con le giocate di Kone. Importante per il Bologna muovere almeno la classifica.

L’anticipo delle 20:45 mette di fronte Genoa e Torino. I grifoni hanno ottenuto un punto sul campo del Milan, che permette di continuare la striscia positiva iniziata con l’arrivo di Gasperini. L’impressione è che, se non fosse rimasto presto in inferiorità numerica, il Genoa avrebbe potuto mettere maggiormente in difficoltà la squadra di Allegri. Comunque è stata l’occasione per mettere in mostra una perfetta organizzazione difensiva, nonostante abbia sofferto l’assalto del Milan che ha esaltato Perin, portiere che ha trovato la propria sicurezza tra i pali ma anche nelle uscite. Comunque è nel gioco offensivo che sa dare alle sue squadre che si valorizza maggiormente il lavoro di Gasperini, e quale migliore occasione di questa sfida casalinga sotto i riflettori di tutti gli sportivi italiani. La classifica sorride, la condizione fisica è buona; i presupposti ci sono tutte per una bella partita. Il Torino è tornato finalmente alla vittoria che mancava da molto. Un bel sospiro di sollievo per Ventura. La squadra probabilmente ha raccolto in queste prime 13 giornate qualche punto in meno di quanto avrebbe meritato, buttando via dei punti in maniera clamorosa. Comunque la classifica dietro è corta e un nuovo passo falso in questa partita è da evitare. Molte delle chance di portare a casa un risultato positivo saranno affidate all’estro del solito Cerci e all’istinto di Ciro Immobile, già a segno 5 volte, tante quante ne fece la scorsa stagione con la maglia del Genoa stesso, che sfida stasera.

Passiamo alla domenica dove ci aspetta subito un mezzogiorno di fuoco. Alle 12:30 il Catania ospita il Milan al Massimino. La squadra etnea, dopo la sconfitta di Torino, è stata raggiunta dal Chievo all’ultimo posto in classifica. Evidentemente non ha dato i risultati sperati il cambio in panchina; 4 i punti raccolti da De Canio. Probabilmente non era Maran la causa dei deludenti risultati. Riflessione che non ha fatto Pulvirenti, che dopo aver smantellato la squadra in estate, cedendo i pezzi pregiati, ha pensato bene di esonerare l’allenatore che l’anno scorso gli ha regalato il record di punti, addebitando a lui tutte le responsabilità. Confermo quanto già detto in altre occasione, sarà una stagione di sofferenza per il Catania. La sconfitta col Torino è stata pesante, con i primi 2 gol autentici regali. Dopo la sosta mi aspettavo di vedere una squadra più ordinata sotto i dettami del nuovo tecnico, avendo avuto il tempo necessario per conoscersi, ma così non è stato, anzi. Oggi la sfida è delicata; al Catania non resta altra opportunità che provare ad approfittare del momento delicato del Milan; occasione per Maxi Lopez di farsi rimpiangere dai vecchi compagni. Il Milan nelle ultime 5 giornate ha fatto addirittura peggio del Catania e di tutte le altre squadre della Serie A: 3 punti sono il misero bottino, frutto di 3 pareggi e nessuna vittoria! Ultimo posto in questa classifica parziale, che sicuramente non troverà il gradimento di Galliani. Nell’ultima sfida casalinga col Genoa la squadra non è riuscita a vincere, nonostante la superiorità numerica per quasi un’ora di gioco e il merito di avere trovato il vantaggio. Tante le occasioni fallite, assedio, record di tiri indirizzati verso la porta avversaria, ma la vittoria non è arrivata. Questa serie negativa di risultati non fa altro che aumentare le paure; difficile uscire dalla situazione. La vittoria in Champions è solo una boccata d’ossigeno; vediamo quanto brava sarà la squadra a trarne giovamento. La classifica è molto brutta. E’ il peggior inizio del Milan dall’anno della retrocessione in Serie B. La contestazione cui è stata oggetto la squadra peggiora ancor di più la situazione. Contestazione già dall’inizio della partita con eloquenti striscioni, trasformati in fischi e minacce al termine della stessa, dove Abbiati e Kakà sono stati costretti a un colloquio chiarificatore con gli ultras che avevano circondato gli accessi agli spogliatoi, impedendo l’uscita dei calciatori. La squadra, come ho già avuto modo di scrivere in precedenti articoli, non appare competitiva per i traguardi adeguati al blasone della società. Allegri ha sicuramente le sue colpe nel non aver saputo trovare un equilibrio tattico e una continuità di gioco, ma anche la politica societaria degli ultimi due anni non ha aiutato il tecnico a perseguire le sue idee. E’ necessario un deciso e mirato intervento riparatore nel mercato di Gennaio, con la difesa priorità assoluta e un leader in mezzo al campo. Ma chi lo fa il mercato? Galliani, sfiduciato da Barbara Berlusconi e con il foglio di via in mano? La stessa Barbara con i nuovi ingressi in società di sua fiducia? Anche se auspicabile, vista ormai la rottura insanabile, non credo che il cambio ai vertici societari possa avvenire in tempi così brevi, salvo che Silvio Berlusconi non prenda in mano la situazione, dettando i tempi con una forte accelerata. E poi quali risorse finanziare sono disponibili da investire nel mercato? Anche tutta questa confusione societaria non aiuta ed ha ripercussioni sulla squadra. Tornando all’aspetto tecnico, serve il recupero del Faraone (a maggior ragione ora che si è fermato pure Robinho) del girone d’andata della scorsa stagione e rigenerare Balotelli. Il bruttissimo calcio di rigore calciato, laddove era un cecchino infallibile, è emblematico nel fotografare l’attuale stato psichico del ragazzo, che appare svogliato, svuotato e insicuro. C’è il solo Kakà, che ha festeggiato sabato scorso le 200 presenze in rossonero realizzando il 97° gol, a predicare nel deserto di una squadra mediocre che non merita molti più punti di quello che mostra la classifica. Oggi a Catania saranno probabilmente assenti i difensori Mexes e Abate (infortunati), oltre a Zapata (squalificato), mentre rientra Montolivo in cabina di regia. Ogni partita può essere quella della svolta, ma l’appuntamento è sempre stato rimandato; aspetto con curiosità di vedere se a Catania è il giorno giusto. Per non cadere nel baratro, tornare alla vittoria è un imperativo.

Passiamo alle partite delle ore 15, iniziando da Bergamo dove si affrontano Atalanta e Roma. L’Atalanta è reduce dalla sconfitta col Sassuolo, dove ha confermato le sue evidenti difficoltà in trasferta. La buona classifica, che le permette di avere 6 punti di margine dalla zona salvezza, è stata costruita nelle mura amiche, dove oggi affronta la ex-capolista. Sono ancora molti gli assenti in casa orobica, dove si cercherà il recupero in extremis si Bonaventura. Nonostante le difficoltà, credo che gli uomini di Colantuono abbiano tutte le carte in regola per creare difficoltà a questa Roma. Dopo le dieci vittorie consecutive sono arrivati tre inaspettati pareggi che ne hanno rallentato la corsa, facendogli perdere il comando della classifica. I numeri restano impressionanti (unica squadra imbattuta del campionato); questo fa capire la velocità che stanno tenendo le squadre di testa e la spaccatura in classifica col resto del gruppo. Nel momento che il calendario le ha proposto una doppia sfida casalinga, con Sassuolo e Cagliari, che le avrebbe permesso di mantenere il primato e magari aumentare il vantaggio, la squadra ha ceduto il passo. Ci si è messa anche la sfortuna di trovare portieri in vena di miracoli (prima Pegolo, poi Avramov), ma la squadra appare in calo fisico, soprattutto nella ripresa dove ha colto il maggior numero di vittorie nella serie record iniziale. Nelle sei precedenti occasioni in cui la Roma aveva chiuso sullo 0-0 il primo tempo, aveva poi ottenuto la vittoria. Ciò non è successo col Cagliari, dove per la prima volta la squadra non è andata in gol. L’impatto con la partita è stato rabbioso, come se volesse mandare un messaggio al campionato, e alla Juventus stessa che l’aveva sorpassato avendo giocando e vinto la sua partita il giorno precedente. Le occasioni sono state molteplici ma è mancata la lucidità. Soprattutto a questa squadra manca Totti, le sue illuminazioni. Gli avversari hanno imparato a conoscere il gioco di Garcia e preso le contromisure. Se non sono concessi spazi, dove la squadra (Gervinho su tutti) si esalta, iniziano le difficoltà e l’assenza di Totti è ancor più rilevante; Ljajic non è riuscito a sostituirlo degnamente, non incidendo neanche in fase realizzativa. La squadra comunque ha tutte le qualità per reggere fino alla fine e lottare per qualcosa d’importante, che a mio avviso è la qualificazione alla prossima Champions League; credo sia questo il reale obiettivo della Roma. Oggi a Bergamo sarà una bella partita, dove attendo con curiosità anche risposte sulla reazione emotiva dei giocatori, passati da lepri a cacciatori per la prima volta in stagione.

Passiamo a San Siro, dove l’Inter affronta la Sampdoria. Esordio casalingo di Thohir, presente in tribuna, da proprietario dell’Inter. Sarà festa e per l’occasione sono state invitate le vecchie glorie nerazzurre all’evento. Inter reduce dal mancato aggancio al terzo posto occupato dal Napoli. Come leggere il pareggio di Bologna? Secondo me un bicchiere mezzo vuoto. D’accordo, c’è stata continuità di risultati, è stata mantenuta l’imbattibilità esterna, ma la trasferta di Bologna era un’occasione unica di accorciare la classifica, soprattutto dopo i risultati del sabato sera e della domenica pomeriggio. Ora il terzo posto, che vale la qualificazione Champions, dista solo 2 punti; sta all’Inter fare bottino pieno nelle due sfide consecutive casalinghe che offre il calendario (dopo la Samp, il Parma) prima di due veri big match pre-natalizi: scontro diretto a Napoli e il derby! A Natale sapremo con certezza a quali traguardi può ambire questa squadra. Io continuo a credere che una qualificazione europea sia il massimo cui ambire, e se sarà quella massima della Champions sarà un vero capolavoro quello compiuto da Mazzarri. L’avversario odierno non si presenterà come invitata alla festa, anche se l’ex Mihajlovic avrebbe le carte in regola per esserlo, ma darà filo da torcere. Già contro la Lazio si è visto un diverso approccio, e il tecnico serbo aveva avuto solo un paio di giorni per lavorare con i suoi ragazzi. A Milano rientra Eder, così da poter dare maggior qualità all’attacco, dove è tornato a segnare Gabbiadini, arrivato a 4 gol in stagione. Comunque il pronostico pende nettamente a favore dei nerazzurri.

Cagliari-Sassuolo è la sfida tra le due squadre che sono riuscite a fermare la ex capolista Roma, con due pareggi all’Olimpico, nelle ultime due giornate. Entrambi le squadre sono in serie positiva e quindi mi aspetto una bella sfida a viso aperto. Cagliari favorito dal fattore campo e da un potenziale di squadra comunque migliore rispetto agli avversari, ma non deve sottovalutare il Sassuolo che quest’anno, in trasferta, ha ottenuto punti anche su campi molto difficili (prima di Roma anche a Napoli). Nel Cagliari molto positiva la prova del portiere Avramov che ha soffiato il posto ad Agazzi. Chissà che non sia il giorno del ritorno al gol di Sau; mancano enormemente le sue reti alla classifica del Cagliari. Nel Sassuolo c’è stata una crescita di tutto il collettivo, con una stella che brilla sopra tutti: il 19enne Domenico Berardi, già 7 gol in solo 9 partite. Un dato su cui deve lavorare Di Francesco è che la squadra va in gol solo con gli attaccanti; manca il contributo dei centrocampisti, anche se Marrone sta crescendo partita dopo partita e domenica è stato protagonista con ben 2 assist. C’è curiosità per capire se sarà cambiato il modulo, causa squalifica di Floro Flores, oppure non ci sarà rinuncia al tridente nemmeno in questo importante scontro diretto.

Chiudiamo le partite delle 15 con Chievo-Livorno. Due squadre destinate probabilmente alla lotta salvezza fino all’ultima giornata, quindi scontro diretto che vale doppio per la classifica. Chievo reduce dalla vittoria nel derby che le ha permesso di riagganciare il gruppo delle avversarie, anche se occupa ancora l’ultimo posto, seppur in coabitazione. Vittoria raggiunta in extremis ma con pieno merito. La squadra messa in campo da Corini ha concesso poco allo spettacolo ma è apparsa concreta, equilibrata e solida. E’ cambiata la disposizione tattica rispetto a quanto visto con Sannino; modulo a una sola punta con Rigoni play davanti alla difesa. Se riesce a vincere pure questa partita vorrebbe dire aggancio in classifica al Livorno e rilancio in pieno stile delle ambizioni salvezza. Il Livorno è reduce da due partite, contro Inter e Juventus, in cui ha alzato le barricate senza raccogliere alcun punto. Spero che la sfida odierna sia l’occasione per Nicola di tornare a quel gioco bello da vedere e che ho personalmente lodato da questa pagina. Approfitto dello spazio per dedicare un mio personale pensiero, da padre, al capitano amaranto Andrea Luci, oggi assente per squalifica: un sincero e affettuoso augurio di vincere la partita più importante, la guarigione del piccolo Marco.

Passiamo alle 18:30; orario eccezionale per una partita, a suo modo speciale: Juventus-Udinese. Niente posticipo serale questa domenica, ma insolito orario dovuto a un’originale e lodevole iniziativa. Ma andiamo con ordine. Entrambe le curve della Juventus sono state chiuse a causa dei cori di discriminazione territoriale registrati nell’ultima sfida interna contro il Napoli. Riguardo a questa norma ricordo che è vigente dall’inizio di questa stagione (estensione tutta italiana di quella europea, già esistente, di discriminazione razziale) quindi la sanzione è giusta; difatti la Juventus non ha presentato alcun ricorso. Comunque questa norma, a mio avviso, è una forzatura estrema di semplici sfottò da stadio, sicuramente beceri ed evitabili, sempre esistiti che non hanno mai ucciso nessuno, che hanno il solo scopo di irridere la tifoseria avversaria di turno (caratteristica tipicamente italica, dove prevale il tifo contro piuttosto che quello a favore della tua squadra) e non offendere città, territori o intere popolazioni. Comunque la legge è esistente e come tale va rispettata; piuttosto ci si chiede come mai non sia estesa quando le vittime di questi cori (o striscioni) sono persone decedute (Scirea), protagonisti di drammi personali (Pessotto) oppure tragedie che appartengono a tutti (Heysel, Superga). Con l’occasione delle curve chiuse, per evitare spalti desolatamente vuoti, la Lega Calcio ha accolto con favore la proposta nata dalle pagine di Tuttosport, e avallata subito dalla Juventus, di riempirle invitando bambini delle scuole elementari e media e ragazzi delle scuole calcio, tutti under 14. Per favorire quest’iniziativa si è reso necessario anticipare la partite alle 18:30, anziché al canonico orario delle 20:45, per risparmiare del freddo ai bambini e facilitare il loro rientro a casa in orari più consoni alla loro età. In questa cornice di curve di bambini festanti, e speriamo chiassosi, si svolgerà la prima partita della Juventus da capolista solitaria del campionato. 5 vittorie consecutive senza subire nessun gol, questo è lo score della Juventus dall’incredibile sfida di Firenze, dove ne subì 4 in un quarto d’ora. Quel giorno la vetta distava 5 punti, la Roma sembrava inarrestabile nella sua marcia record; c’era il rischio di un crollo mentale, di credere a chi parlava di una minore fame dopo le abbuffate degli ultimi 2 anni in ambito nazionale, di disperdere energie, sia psichiche che fisiche in una Champions che sembrava compromessa e che aveva all’orizzonte la doppia sfida al Real Madrid. Era necessaria una reazione, e reazione c’è stata. Immediata e prepotente. I meriti maggiori vanno a Conte, che ha creato una perfetta macchina da guerra che sa quello che vuole, motivata, determinata, che sa reagire alle difficoltà e perfetta nei meccanismi di gioco. La squadra è forte tecnicamente ma anche nella testa. Ogni giocatore sa fare tutto, è parte del progetto e di un meccanismo dove anche gli attaccanti difendono e i difensori sanno impostare e attaccare. L’ultima partita a Livorno è stata indicativa per quanto ho detto: prova di forza mentale e tecnica, nessun condizionamento dall’emergenza di assenze in difesa e dall’imminente impegno decisivo in Champions. Vidal adattato a difensore centrale che risponde con una grande prestazione. Pogba che è una forza della natura e dove lo metti porta fisicità, qualità e accelerazioni. Llorente sempre più inserito e decisivo con gol e assist; centravanti vero ma capace di mettersi al servizio della squadra. E’ la migliore Juventus della gestione Conte: 2 punti in più rispetto all’anno scorso, addirittura 8 rispetto a due anni fa, quando il sorpasso scudetto al Milan si consumò nel girone di ritorno. La Juve sia nella posizione che le assegnava il pronostico d’inizio stagione, sia perché campione in carica ma soprattutto perché ancor più rafforzata dal mercato e che la fanno la squadra più completa del campionato italiano. L’impressione è che sarà difficile insidiarle la leadership, anche se il campionato è lungo e le pagine da scrivere sono tantissime. L’Udinese è reduce dal rilancio contro la Fiorentina. Una vittoria importantissima che ha interrotto una serie nera, e provvidenziale visto il duro calendario in arrivo (dopo la Juventus sarà di scena a Napoli). Guidolin dovrà fare a meno di Muriel infortunato, ma potrà contare sulle sue abilità di plasmare sistemi di gioco sempre in evoluzione, anche durante la stessa partita, e nel merito di lanciare giovani calciatori in continuazione, senza alcuna paura. La squadra si giocherà tutte le carte a disposizione, anche se l’impegno è proibitivo. La speranza dell’Udinese è che l’ambiente surreale dello Stadium disorienti e tolga sicurezza alla Juventus.

La giornata di campionato si concluderà Lunedì sera con due posticipi che vedranno in campo le squadre che sono state impegnate in Europa League: Fiorentina-Verona e Lazio-Napoli.

Cominciamo dal Franchi di Firenze. La Fiorentina è reduce dal passo falso di Udine, dove la squadra è apparsa leggera, superficiale, senza cattiveria agonistica. Si è specchiata su stessa, magari bella a vedere ma senza concretezza. Sterile possesso palla ma senza verticalizzazioni, alcune occasioni gol nel primo tempo, poi ha smesso di giocare da squadra, come ha ammesso lo stesso Montella. E’ stata una sconfitta che impone sicuramente riflessioni su quali possano essere i reali obiettivi della squadra e il vero potenziale che può esprimere. La zona Champions è lontana solo 4 punti e questa rappresenta una partita necessariamente da vincere per continuare a perseguire quest’obiettivo e non vederlo allontanare. Si allontana ancora il pieno recupero di Gomez, la carta più lucente dello scorso mercato, che doveva rappresentare il salto di qualità rispetto alla squadra che aveva fallito solo all’ultima giornata il terzo posto. Il Verona viene dal brutto passo falso del derby, dove è apparso sottotono e non ha mai tirato in porta. Sicuramente una sconfitta che brucia, sia per l’occasione, essendo un derby, sia per la circostanza cui è maturata, all’ultimo minuto del recupero. Si è interrotta la serie record di vittorie consecutive interne. A Firenze il rischio della terza sconfitta consecutiva è concreto, ma resta la certezza di un sorprendente e meritato 6° posto in classifica che non potrà essere scalfito.

La Lazio che ospita il Napoli continua a vivere uno strano campionato. Brutta copia della bella Lazio dello scorso campionato. Molti giocatori non stanno rendendo secondo il loro potenziale, Hernanes su tutti che è sempre più confinato in panchina per scelta tecnica. Mancano i gol di Klose. La difesa ha evidenti limiti tecnici. Manca d’identità tattica, e questo è tutto da addebitare al tecnico Petkovic, che appare molto meno lucido nelle sue scelte e soprattutto sempre meno coinvolto dal progetto Lazio ma distratto dalle sirene della panchina della Svizzera. Non mi sorprenderebbe una decisione estrema da parte della Società (voci di corridoio sussurrano che Reja stia solo aspettando la chiamata). La qualificazione europea potrebbe portare un po’ di serenità ma l’impegno odierno è di notevole difficoltà, anche considerato il momento del Napoli. Partenopei reduci dal brutto passo falso interno col Parma. Sono due le sconfitte consecutive (tre se si aggiunge la Champions). Quello visto col Parma è stato un brutto Napoli. Squadra lenta e svogliata, senza grinta e lucidità. Incapace anche di avere una reazione al gol-vittoria di Cassano. La squadra appare in evidente calo fisico; evidentemente l’impegno europeo pesa nelle gambe e nella testa. Se la squadra non segna nel primo tempo, perde inevitabilmente la partita (è già accaduto tre volte, con Roma, Juventus e Parma). E’ stato il peggior Napoli della gestione Benitez ed è il primo vero momento difficile, non parlerei di crisi, dal suo arrivo a Napoli. La mia opinione è che il Napoli sia il vero antagonista della Juventus nella conquista dello scudetto, ma alcuni limiti erano già evidenti in chiusura di mercato e il presidente De Laurentiis cercherà sicuramente di porre rimedio in Gennaio. Incompleta in difesa, molto debole nei terzini (non adatti per una difesa a 4 essendo esterni offensivi), a centrocampo con il solo Behrami a lottare e recuperare palloni. Si rende necessaria una riflessione anche sul modulo, integralista, adottato da Benitez, che penalizza il centrocampo, sempre in inferiorità numerica, e gli esterni costretti a correre forsennatamente; non è casuale che Callejon si è notevolmente ridimensionato nelle ultime partite, e gli stessi Mertens, Insigne e Pandev non danno un apporto determinante in termini di segnature. Forse sarebbe opportuno, in determinate sfide con avversari di livello, adottare una diversa disposizione tattica. Lo stesso Higuain, perseguitato da continui malanni fisici che non gli permettono un’ottimale stato di forma, non sta portando un contributo tale di reti da far riemergere, in molti supporters napoletani, la nostalgia di Cavani, capace spesso di distruggere avversari e vincere le partite da solo. Questo di Roma è un crocevia decisivo per la stagione del Napoli. Il percorso Champions è compromesso, non certo per demeriti e mancanza di risultati in questo caso, ma causa di un girone di ferro in cui potrebbe essere eliminato con 12 punti. Perdere con la Lazio significa allontanarsi, forse irrimediabilmente, dalla vetta e trovarsi a lottare solo per il piazzamento Champions. Gli investimenti fatti, e l’avvicendamento in panchina tra Mazzarri e Benitez, dopo un secondo posto, lasciavano presagire ben altri intendimenti e obiettivi.

Terminiamo con le solite domande da rivolgere al campionato: la Juventus farà contenta i bambini presenti in curva confermando il primo posto appena raggiunto? Come reagirà la Roma alla prima partita nelle vesti d’inseguitore? Napoli e Fiorentina riusciranno a riprendere il cammino interrotto? L’Inter onorerà in maniera adeguata la prima presenza in tribuna del nuovo presidente Thohir? Il Milan riuscirà finalmente a trovare la vittoria? Al campo, come sempre, le risposte.

Buon campionato a tutti!


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