Il nuovo libro di Paola Maugeri, “Alla salute, 109 succhi, smoothies e sfizi made in Las Vegas”, rappresenta un’importante tappa nel percorso di vita dell’autrice.
Siamo andati a conoscerla alla presentazione del suo libro per farle una breve intervista, ed è stata subito molto disponibile a parlare con noi prima dell’inizio dell’evento; una donna solare e semplice che comunica la sua gioia di vivere.
Alla domanda su come mai avesse deciso di scrivere un libro su dei succhi a base di frutta e verdure crude, risponde che il suo percorso parte dall’ecologismo. Infatti il suo primo libro tratta proprio di questo.
Consapevole che ciascuno di noi può fare qualcosa per proteggere l’ambiente dando il buon esempio, alcuni anni fa Paola si impegna al massimo per ridurre al minimo i consumi suoi e dei suoi familiari, dimostrando a se stessa e agli altri che si può vivere senza sprechi, rispettando se stessi e il pianeta, gli altri e persino gli animali, e divertendosi anche moltissimo.
Esperienza che racconta, con la leggerezza che la contraddistingue, nel suo primo libro “La mia vita a impatto zero”.
“Però già nel 1996 io avevo un estrattore” mi dice sorridendo. Aveva la cognizione di quanto l’alimentazione fosse importante, e da vegana si avvicinava già allora con curiosità al mondo del crudismo, sapendo bene che l’uomo nasce crudista, anzi frugivoro:
“Condividiamo il 99,9% di corredo cromosomico con i primati, e la nostra digestione comincia in bocca, come la loro, e non nello stomaco come nei carnivori” afferma con convinzione.
Racconta poi che è diventata vegetariana all’età di soli dodici anni, quando si è resa conto della contraddizione esistente tra l’amore per gli animali che le era stato insegnato, e il fatto che poi veniva costretta a mangiarli dalle stesse persone che le avevano trasmesso l’amore per gli animali.
“I bambini sentono gli animali come loro amici, “argomenta “ e non li vorrebbero mangiare, ma non colgono la contraddizione” .
Cita una scena di un vecchio film, “Il Gigante”, nella quale i bambini si disperano quando vedono portare in tavola, cotto a puntino, Pedro, il tacchino che avevano visto crescere, e compagno di giochi.
“Il Gigante” era un film animalista senza saperlo” asserisce .
E scherza su Peppa Pig:
“Credo che Peppa Pig lo debbano guardare solo i bambini vegetariani. Come si fa a far vedere ai bambini Peppa Pig e poi far mangiare loro il prosciutto?”.
Tornando seria, ci spiega che la filosofia vegana, e l’alimentazione in particolare, è per lei come una lente d’ingrandimento per guardare il mondo da un punto di vista etico.
Il discorso si fa interessante, ma il tempo stringe, ed è già il momento di cominciare la presentazione. C’è tempo solo per un’ultima domanda:” Come ha risposto il pubblico all’uscita di questo libro?”.
S’illumina tutta: “Dopo due mesi dalla prima uscita, c’è già la prima ristampa con 8000 copie vendute, che di questi tempi è davvero tanto!”.
Conclude infine con entusiamo: “La consapevolezza si sta evolvendo!