Buongiorno cari Booklovers!Archiviato un weekend che ho trascorso dividendomi tra faccende domestiche, lettura e una presentazione di un'agenzia di copywriting, oggi vi voglio raccontare dell'evento che si é svolto Giovedì 21 Novembre a Palazzo Marciani di Casali di Roccapiemonte, dove l'Associazione culturale Fedora ha ospitato la scrittrice Mariolina Venezia in occasione della presentazione del suo ultimo libro Maltempo.
L’autrice,è nata a Matera ma vive a Roma e nel 2007 con il romanzoMille anni che sto qui ha vinto il premio Campiello. Cimentandosi con il genere giallo nei suoi libri Come piante tra i sassi e Maltempo ci ha fornito un altro spaccato di questo nostro Sud, tanto chiacchierato ma profondamente vitale.La serata è stata introdotta da Maria Carla Ciancio che ha commentato e letto alcuni passi tratti proprio da Maltempo. Ad animare il dibattito sono intervenuti il prof.Sebastiano Martelli, professore ordinario di Letteratura Italiana e Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno e la prof.ssa Maria Giovanna Pagano, docente e componente del direttivo Fedora. Il Prof. Martelli si è in particolare soffermato sullo sfondo sociale e culturale della Basilicata che rappresenta la cornice nella quale la Venezia fa muovere i personaggi creati dalla sua fantasia. Una regione descritta con i suoi paesaggi aspri, con il suo cuore preistorico, con i suoi riti magici, ma che si apre al nuovo, al turismo, all’industrializzazione, all’estrazione del petrolio, con tutte le contraddizioni che porta in sé il progresso incombente.Ma la Basilicata descritta dalla Venezia in Maltempo è anche il luogo dei ricordi lirici di chi vive lontano, ha sottolineato la prof.ssaPagano, il luogo del cuore cui il pensiero ritorna perché è lì che sono i confini, gli spazi della mente e dell’anima, quelli che ti avvolgono e ti accolgono.La scrittrice, compiendo anche un interessante lavoro sulla lingua che si fa colloquiale, con frasi brevi, incisive, servendosi del dialetto, lingua della memoria , per impreziosire il testo, ha delineato la figura della protagonista dei due romanzi gialli, il PM Imma Tataranni, come una figura viva, una donna volitiva e originale, un po’ rude, pietrosa, intollerante all’ipocrisia, ligia al dovere, che si è fatta da sola, una donna vera,che si accetta con le sue imperfezioni, le sue contraddizioni, simile a tantedonne lavoratrici moderne che devono svolgere contemporaneamente diversi ruoli e lo fanno fino in fondo, con ostinazione. Donna vera, Imma Tataranni, così come ci è sembrata la scrittrice.Si è chiuso dunque brillantemente il sipario sul terzo incontro con gli scrittori invitati a Roccapiemonte ,dopo Luca Bianchinie Maurizio De Giovanni, e il ritrovarsi in tanti per la presentazione di un libro, che di solito è un evento destinato ad un pubblico “di nicchia”, dimostra la validità del progetto di crescita culturale e sociale voluta dai soci fondatori di Fedora, la voglia di ritrovare valori e di dare un senso alla nostra vita, in un mondo che sembra fatto solo d’immagini, di apparenze , di frenetica, assurdarapidità.Ringrazio il Direttivo Fedora per avermi segnalato il resoconto dettagliato della serata. Alla prossima!