Il gioco d’azzardo rappresenta anche in Sardegna una pericolosa piaga sociale che interessa soprattutto le fasce più deboli della popolazione. In tutta Italia sono 800 mila le persone affette da ludopatia mentre quasi tre milioni sono a rischio di dipendenza dal gioco.
Per questo motivo importanti espressioni della Chiesa sarda, l’Anci, il mondo dell’artigianato e numerose associazioni hanno aderito all’iniziativa dell’Italia dei Valori che sta raccogliendo le firme per una proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata proprio all’abolizione del gioco d’azzardo. Lanciata a livello nazionale lo scorso 2 agosto, l’iniziativa è stata presentata oggi durante una conferenza stampa tenuta a Cagliari. Dalla settimana prossima saranno allestiti gazebo in tutta la Sardegna e la proposta potrà essere sottoscritta anche in tutti i Comuni dell’isola. In ogni caso – è stato annunciato – i gazebo saranno allestiti a Cagliari domenica 22 settembre nei luoghi di smistamento dei pellegrini che giungeranno nel capoluogo in occasione della visita di Papa Francesco.
«Il gioco d’azzardo è una vera e propria piaga sociale legalizzata dallo Stato che negli ultimi quindici anni ne ha permesso il proliferare premiando le potenti lobby che gestiscono questo ricchissimo business», ha spiegato il segretario regionale dell’Idv Federico Palomba illustrando la proposta dell’Idv e dando qualche numero del fenomeno che riguarda complessivamente circa 15 milioni di persone. «L’Italia – ha detto Palomba – occupa il primo posto in Europa e il terzo nel mondo con un prelievo dalle tasche dei cittadini di circa 100 miliardi di euro. Il gioco d’azzardo legalizzato è oggi la terza industria italiana per fatturato. Su questo fatturato lo Stato percepisce circa 8 miliardi, una miserabile e cinica tassa sulla disperazione. Il resto va a vantaggio degli usurai, dei compro-oro e soprattutto della criminalità organizzata».
«I numeri sono impressionanti», ha detto il presidente dell’Anci Cristiano Erriu spiegando che molti sindaci sardi, dopo il manifesto nazionale, hanno preso posizione contro il gioco d’azzardo anche emanando delle ordinanze che impediscono nuove concessioni. Nell’esprimere condivisione e sostegno per l’iniziativa, sulla quale interesserà i sindaci, ha aggiunto: «Stiamo parlando di un costo sociale altissimo perché ai soldi spesi da persone che spesso sono disagiate si aggiungono quelli che derivano dall’aumento della devianza e della microcriminalità».
Don Ettore Cannavera, responsabile della comunità La Collina, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa, ha denunciato l’ipocrisia di uno Stato che da un lato lucra con il gioco d’azzardo e dall’altro è restio a riconoscere la dipendenza derivante dalla ludopatia non permettendo l’accoglienza nelle comunità di recupero e l’aiuto psicologico gratuito. «Oltre alle cure necessarie – ha detto don Ettore – è però indispensabile anche la prevenzione: bisogna andare nelle scuole e parlare dei pericoli del gioco».
Alla conferenza stampa hanno partecipato, esprimendo sostegno all’iniziativa, anche Franco Latti, sindaco di Nuragus, Nanni Cerina, dell’Assigap Onlus (Associazione Sarda per lo Studio e gli Interventi sul Gioco d’Azzardo Patolgico) e Matteo Lecis Cocco Ortu, del Comitato Slot -MOB Cagliari (Comitato di cittadini per il contrasto al gioco d’azzardo che comprende una decina di associazioni cagliaritane) che ha annunciato per il prossimo 19 ottobre a Cagliari uno Slot Mob nei bar che hanno detto no a slotmachine e videopoker.
Oltre don Cannavera, hanno aderito all’iniziativa anche Don Pietro Borrotzu (Pastorale regionale del Lavoro e Carta di Zuri) e don Marco Lai, responsabile della Caritas diocesana, il mondo dell’artigianato, per il tramite dei dirigenti regionali Francesco Porcu (CNA) e Luca Murgianu e Filippo Spanu (Confartigianato). Testimonial sono anche alcuni sindaci e Pietro Ciarlo.
Alessandro Zorco Ufficio stampa dell’Italia dei Valori Regione SardegnaCell.: 340.3904131