Presentazioni - "Solo per noi vampiri” di Lamberto Bava

Creato il 14 novembre 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Friday, 14 November 2014 10:00
Scritto da Andrea Schiavone

“Solo per noi vampiri” di Lamberto Bava è stato presentato al Trieste Science+Fiction. Il libro è edito da Profondo Rosso Editore.
In occasione del festival del cinema fantascientifico di Trieste “Trieste Science+Fiction”, il regista Lamberto Bava si è presentato nell’insolita veste di scrittore. Nella piccola sala del Caffè Letterario San Marco ha infatti presentato il suo primo romanzo dal titolo Solo per noi vampiri edito dall'etichetta Profondo Rosso.

Una storia vampiresca tutta al femminile, in cui traspare quell’inconfondibile impronta d’autore rintracciabile già nel suo approccio alla macchina da presa. Un horror non disturbante, mitigato e grottesco, come quello dei suoi film e che ora i suoi fans potranno riassaporare tra le insanguinate pagine di questo imperdibile romanzo.
«Le protagoniste di questa storia» racconta Bava, «sono vampiri fuori da qualsiasi altra connotazione. Loro bevono solo il sangue l’un dell’altra, che le permette di fare cose fuori dal comune».

Ci suona quasi come un ritorno a quelle prime novelle sulla figura del vampiro, come la Carmilla di Le Fanu, in cui gli elementi orrorifici non erano fini a se stessi ma fungevano da pretesto per raccontare sottoforma di metafora un morboso rapporto tra i personaggi. Un tentativo di riformulare quei codici di genere e non restare impantanati delle vuote soluzioni di facile presa sul lettore. Un tentativo di risemantizzazione già sperimentato da Abel Ferrara, con The Addiction, e pochi altri.
Usando le parole dello stesso scrittore, insomma: «questa storia mi ha offerto la possibilità di descrivere una forma diversa di vampirismo».
L’idea di fondo nasce da un soggetto per un film mai realizzato, ci racconta il regista/scrittore, un’idea ripresa dopo sette anni, che si è rivelata nella fase di trascrizione una storia più adatta alla carta stampata che alla pellicola.
«Andavo dove mi portava la penna. Ci ho lavorato due anni pieni» rivela ancora Bava.
Una storia che sembra aver preso corpo ed essersi imposta nella sua forma più consona. «Scrivendo, ho capito che stavo dando vita a un libro e non a un film».
E se ci si domanda quale possa essere lo stile del Bava scrittore, egli confessa il forte legame con il primo Stephen King, con quei suoi romanzi capaci di introdurre il lettore in una realtà normale, quotidiana per poi stravolgerla improvvisamente. Ma allo stesso tempo Solo per noi vampiri è un giallo, con una trama intricata e l’immancabile presenza di omicidi più o meno violenti.
«Il titolo prescelto doveva essere “Era la mia migliore amica”, ma per renderlo più commerciabile abbiamo poi deciso di cambiarlo in “Solo per noi vampiri”» confessa l’autore. Una scelta editoriale comprensibile, sull’onda del trend del momento, e certamente per arrivare a far breccia in una fascia di pubblico giovane e già appassionata del genere. Perché, infondo, il romanzo non è privo di precetti morali. «La loro diversità rispetto al mondo le porterà ad essere unite» dice infatti Bava.
Mentre, riguardo il suo primo approccio alla scrittura, racconta: «è stato un rapporto difficile e appagante quello con la letteratura. Vissuto con massima libertà, senza rispettare rigide fasce orarie, come si dovrebbe invece in una produzione cinematografica».
E riguardo i progetti per il futuro si lascia scappare un’interessante anticipazione: «sto già scrivendo un altro romanzo, probabilmente diventerà una trilogia, ma non dico altro…».
Ci si domanda, in conclusione, quale sia la causa che spinge molti registi di culto ad approdare alla scrittura. Bava infatti non è un caso isolato nel panorama italiano, e non. Già Umberto Lenzi, per citarne uno, è approdato a questa nuova forma espressiva con un’avvincente serie di romanzi polizieschi. È forse il sintomo di una progressiva perdita di fiducia nel sistema produttivo cinematografico, sempre più limitante, per non dire castrante, per quegli autori che non trovano più terreno fertile dove imprimere la loro impronta autoriale? La letteratura quindi sembra il campo che ancora concede il pieno controllo della propria opera.
Ma ci si augura che le cose possano presto cambiare, dando modo di valorizzare e riportare ai fasti di un tempo il cinema italiano.
Intanto però gustiamoci questo ritorno alternativo di Lamberto Bava, che di certo non deluderà le nostre aspettative…

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