Era il lontano 1223 quando un certo frate Francesco, divenuto poi patrono del nostro paese, disse all'amico Giovanni Velita, signore di Greccio: «Voglio vedere con i miei occhi dove nasce il Bambino di Betlemme» e da quasi 800 anni ogni famiglia, dai nonni ai nipoti variamente riunita, costruisce ogni anno la sua capanna per Gesù.
Quest'anno però, in provincia di Piacenza, il bambin Gesù ha corso il rischio di rimane al freddo e al gelo senza nè grotta nè capanna. Manuela Bruschini, infatti, dirigente di un istituto comprensivo che coinvolge bambini dalle scuole materne alle medie inferiori di quattro paesini vicino Cremona, ha vietato l'utilizzo di simboli religiosi in preparazione alla festività del Natale. Decisione presa alla luce del rispetto «della più recente normativa rivolta a promuovere una scuola interculturale a tutela degli studenti stranieri» afferma la Bruschini che nel suo istituto sono circa il 20 per cento del totale.
Tuttavia, l'interculturalismo di cui parla la norma non vieta la condivisione delle diverse tradizioni culturali e il reciproco arricchimento che ne deriva dal viverle insieme. Occorre insegnare ai più piccoli la tolleranza e la fratellanza di bambini con culture dissimili dalle proprie e non vietarle. Il divieto non permette la conoscenza, fa permanere l'uomo in un fluido stato di ignoranza e remissione e certamente questo non è tra gli obiettivi che l'istituzione "scuola" persegue. Non è forse più formativo insegnare l'integrazione culturale piuttosto che l'esclusione?
Inoltre, il presepio è in sè portatore di valori morali che vanno al di là di quelli squisitamente cattolici che taluni potrebbero rifuggire, anzi. Esso custodisce, e al contempo si fa portavoce, di valori importanti quali l'amore per il proprio figlio, la gioia nella povertà, l'importanza della famiglia, valori che hanno un assoluto carattere universale, che trascendono qualunque idea di spazio, confine o nazione.
I genitori di tutti gli alunni hanno protestato contro questa insolita decisione e la notizia ha fatto il giro dei media interessando anche l'attenzione del mondo politico (Manuela Bruschini ha un passato da militante nel Partito Comunista Italiano). E la dirigente, ai microfoni del Tg5, così si difende «Ho dato solo un indirizzo e questo non vuole dire, però, normativa alla mano, che io possa costringere gli insegnanti a condividere questo mio indirizzo». A portare il bambin Gesù tra questi piccoli studenti ci ha pensato il sindaco di Caorso, Fabio Callori, che tra un manipolo di mamme contente e telecamere pronte a filmare la fine della questione, ha ufficialmente donato alla scuola del suo paesino non uno, bensì quattro presepi con tanto di capanne, buoi ed asinelli per la gioia di grandi e piccini.
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